Venticinque ragazzi tra i 18 e i 30 anni in scena al Teatro Romano parleranno di desiderio, dolore, tenerezza, rischio e suicidio. L’intento non è attualizzare, ma attingere ai contenuti eterni presenti nell’opera, immaginando lo spettacolo con gli occhi dei ragazzi, leggendo il testo con i loro corpi, le loro voci e la loro vita. L'1 e il 2 settembre.