Una prova di forza del Verona, una sconfitta troppo severa per l’Udinese, una riscossa dopo la sconfitta contro la Juventus: il quattro a zero del Bentegodi può essere interpretato in molti modi, ma è soprattutto un inno alla mentalità dell'Hellas.
Un Verona rabberciato non riesce a rovinare la festa a una Juventus galvanizzata dal mercato di gennaio. Una sconfitta non troppo difficile da digerire dal punto di vista tecnico: a volte in Serie A il buono non basta, ci vuole lo straordinario.
Pochi acquisti, poche cessioni: il mercato del Verona si è chiuso senza scossoni, con l’intento di dare continuità alla stagione e qualche alternativa in più a Tudor nei ruoli chiave.
Molte volte all’inizio di questo campionato è stato scritto e detto che il Verona era una squadra senza rincalzi, senza alternative, senza panchina. Tudor lo ha ripetuto dopo la vittoria esaltante contro il Bologna: l'hellas di Verona non ha seconde scelte, solo ottime alternative.
La vittoria dell'Hellas contro i neroverdi è un boost di fiducia per la squadra e per l’ambiente dal punto di vista della prestazione, ma è anche un’opportunità di mettere i gialloblù di fronte allo specchio.
In una serata surreale il Verona si deve piegare alla Salernitana, ultima in classifica, nel modo più incredibile, tra scelte sbagliate, mancanza di lucidità e polemiche arbitrali, nel silenzio assordante del Bentegodi.
Al sole di La Spezia il primo Verona dell'anno vince e convince. Sono tre punti importanti per i Gialloblù, e non solo per la classifica sconvolta dal caos delle Asl.
Contro un’Atalanta da corsa scudetto il Verona cade per la prima volta al Bentegodi, ma lo fa a testa altissima. I gialloblù hanno saputo tenere a bada gli avversari e avrebbero meritato ampiamente un pareggio, sfumato solo per una sfortunata deviazione di Tameze.
Verona e Cagliari si dividono la posta in gioco in una partita caratterizzata da un dominio territoriale assoluto dei gialloblù, a cui è mancata però la freddezza sotto porta. I sardi si sono dimostrati compatti in difesa e - malgrado le parole di circostanza di Mazzarri - hanno giocato per il pareggio fin dal primo minuto.
L’ennesima sconfitta del Verona a Genova contro la Sampdoria non è un campanello d’allarme, ma un nodo al fazzoletto per quei problemi che la squadra aveva già ampiamente mostrato e che, di fatto, risalgono tutti a una ragione comune: l’assenza di alternative in panchina.