Mai come nelle recenti votazioni in vari Paesi europei, con sistemi elettorali tutti diversi, è apparso evidente il divario fra voti effettivi e seggi assegnati. Una deformazione della rappresentanza politica che solleva diversi dubbi.
Intervista a Fede Merlin, attivista padovana di "Ultima Generazione": l'emergenza climatica, le proteste, la disobbedienza civile, la richiesta di un fondo di riparazione, il Governo Meloni, la libertà di stampa e il futuro di un'intera generazione.
Un rinnovato e moderato finanziamento pubblico, dovrebbe sostenere, non solo i movimenti politici esistenti, ma anche tutte le forme di associazione e partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
L'autorevolezza economica e politica dell'Europa nel mondo è andata scemando negli ultimi decenni. La UE può tornare in primo piano, ma solo con azioni per la pace, la cultura e il dialogo fra i popoli.
Le recentissime elezioni nel Paese del "Sultano Erdogan" hanno registrato una decisa e importante inversione di tendenza. Un segnale che da Ankara a Istanbul passando per il Kurdistan qualcosa sta cambiando.
La consapevolezza da parte di molti cittadini dell’irrilevante importanza del proprio voto sui processi deliberativi e sulle scelte politiche, ha aumentato l’apatia partecipativa della popolazione, represso il dibattito politico e consolidata la prevalenza del voto di scambio rispetto a quello d’opinione.
Torniamo nuovamente sulle elezioni presidenziali in Argentina dove lo scorso weekend si è tenuto il ballottaggio tra Sergio Massa, candidato peronista e attuale ministro dell’Economia, e Javier Milei, auto-definitosi anarco-capitalista, un noto economista con un’idea precisa e poco ortodossa della cura necessaria a riportare “La Argentina” alla serenità e prosperità economica.
Tre quarti degli aventi diritto si sono presentati ai seggi, la percentuale più alta mai registrata in Polonia e perfino migliore di quella seguita alla caduta del comunismo. Per la prima volta nella storia, a votare sono state più le donne degli uomini. Come i giovani: il 69% con meno di 29 anni ha partecipato.
L'informazione italiana è in mano a pochi gruppi editoriali, che di fatto sono portatori di interessi economici e politici molto specifici. Inevitabilmente parlare di stampa libera in Italia - che non a caso è al 41esimo posto al mondo nella classifica stilata ogni anno da "Reporter senza frontiere" - diventa sempre più complicato.
Erdogan è stato rieletto ancora una volta presidente della Turchia. Al di là delle considerazioni sugli eventuali brogli elettorali, quali sono ora le prospettive per il suo popolo e per la comunità internazionale?