Intervista al candidato sindaco di Verona per il centro-sinistra Damiano Tommasi, fra competenze, scuola, quartieri, infrastrutture, arte e cultura, ambiente e molto altro.
Il possibile allargamento a ciò che resta del Movimento agita alcuni militanti in area di centro-sinistra in vista delle elezioni amministrative. Ma la vera domanda è quale sia il baricentro politico della coalizione.
Se non appari, paradossalmente sei ancora più “visibile”. Come il Jude Law Papa di Sorrentino. Come Mina. Come la filosofia nannimorettiana del “mi si nota di più se...”. Ma se ti candidi a sindaco, è l'approccio più corretto?
leghisti, cui pare siano stati promessi ruoli, presidenze, consiglieri di amministrazione, possiamo tutti prepararci con birra e popcorn ad assistere allo spettacolo.
Avversari relegati sullo sfondo, il calcio come metafora comunicativa e dribbling secchi ai temi più spinosi. Per arrivare al ballottaggio può bastare.
Intervista a Maurizio Facincani, segretario provinciale del PD veronese: le prossime elezioni veronesi, il tema di genere, Damiano Tommasi, gli avversari e le correnti interne.
L'ex calciatore non si mostra e prende tempo, ma nel centro-sinistra non hanno dubbi che sarà lui il candidato. Eppure in qualche ambiente progressista inizia a trasparire una certa irritazione. Ha voglia “anima candida” di sorbirsi le guerre più o meno sotterranee tra partiti e correnti della coalizione?
Per gli sboariniani il centrosinistra unito avrebbe dovuto, di riflesso, unire il centrodestra sul sindaco uscente. Ma l’accordo con Tosi di Lega e Forza Italia alle Provinciali, con Fratelli d’Italia rimasta sola con una sua lista, indica strade alternative. È in atto una guerra psicologica tra salviniani e il partito della Meloni
Il Carroccio a Verona, in vista delle elezioni amministrative, sembra perso fra l'idea di un terzo candidato e quella di appoggiare uno fra Tosi e Sboarina.