Non è più la tundra, bensì la Scozia verde ed immensa a fare da sfondo alle nuove canzoni suonate live venerdì scorso, 17 febbraio, dai Galaverna al Giardino di Lugagnano di Sona. La creatura di Giamprimo Zordan è come sempre accogliente, tanto per i musicisti quanto per gli astanti. Una cinquantina di appassionati giunti apposta per ascoltare la nuova fatica di questo sestetto veronese nato nel 2014, che all’epoca con l’album Dodsdans aveva lasciato un segno nella visione naturalistica legata alla musica di alcuni attenti ascoltatori.

Il nuovo album Wagdans

Troppe infatti le atmosfere ammantate di brina al tempo, altrettanta la sensazione di verde e vento nei brani di oggi, con la presentazione dell’album Wagdans. Canzoni che incorporano più elementi prog, alla Jethro Tull, come ci tiene a sottolineare il cantante e chitarrista Willy Goattin, ma senza inserire la sfacciataggine di qualche chitarra clean o addirittura di qualche overdrive.

Qui il senso è tutto acustico, con viola e violino a donare quell’ariosità che, ridendo e scherzando, cambia quid al tutto. Addio quindi a Damnation degli Opeth, riferimento ideale stupendo per ambire alla comprensione di questo approccio.

I Galaverna durante il concerto al music club Il Giardino di Lugagnano di Sona, nel qule hanno presentato il nuovo album Wagdans.

Una versione sempre magica del passato

Ma non del tutto, in quanto restano i riferimenti settantiani, e quella grazia di fondo che s’incastona tra gli arpeggi, ammansita dalle corde di nylon e dagli archi, che in questo caso non caricano frecce ma tutt’al più qualche fill ben riuscito. Non perdono nulla, anzi, i Galaverna quando ripropongono un passato che in qualche modo è rimasto addosso al leader, con le riuscite melodie di …dans.

Ideali da ascoltare in vinile, specie per accompagnare una festa bucolica o il lento rincorrersi dei minuti ondeggiando su un dondolo con gli occhi persi nel verde. E il cuore…e il cuore, chissà. 

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