Atteso da almeno sei mesi, Misericordia è andato in scena lo scorso 27 settembre al teatro Camploy. Lo scorso 3 marzo, infatti, avrebbe dovuto essere presentato all’interno della rassegna L’Altro teatro, ma era stato rimandato per motivi tecnici.

Con questa favola contemporanea, che ha debuttato nel gennaio 2020 al Teatro Grassi di Milano, Emma Dante rinnova la collaborazione col Piccolo Teatro, e realizza la sua favola contemporanea in coproduzione con Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo e Carnezzeria.

Tournée europea e film in preparazione

Dopo aver toccato tante città italiane, Misericordia si prepara a una tournée internazionale per far ritorno in Italia nel 2023. Contemporaneamente, è in produzione il film omonimo, sempre per la regia dell’artista palermitana.

La regista e drammaturga palermitana Emma Dante.

Scritto e diretto da Emma Dante, lo spettacolo da subito è stato accolto con largo favore da parte del pubblico e della critica, testimoni i sold-out nei teatri e la vincita nel 2020 del premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. L’attrice Manuela Lo Sicco, che collabora con la regista dal 1999, è stata insignita del premio Ubu come miglior attrice 2021 per il ruolo di Nuzza, una delle tre donne sulla scena. Sul podio anche Simone Zambelli (Arturo) che si è aggiudicato il terzo posto.

Manuela Lo Sicco in un’intervista ha dichiarato che la vincita dell’Ubu è da considerarsi collettiva: non c’è un unico io femminile che recita, c’è una triade che rappresenta tre facce diverse dell’essere madre e dell’essere donna.

La potenza espressiva della fisicità

Non c’è sipario, sul palcoscenico quattro sedie e accanto dei giocattoli, dei gomitoli, dei dondoli in legno. Buio, luce: tre donne a filare la lana e un bambino che dondola. Anna (Leonarda Saffi), Bettina (Italia Carroccio) e Nuzza (Manuela Lo Sicco) sono le tre madri adottive del piccolo Arturo, la cui vera madre, Lucia, era morta a causa delle percosse del marito Geppetto, un falegname.

Protagonista, e non è nuovo questo per Emma Dante, la fisicità. L’alfabeto di Arturo, bambino menomato, non conosce lettere, è fatto di solo corpo, la sua è una drammaturgia esclusivamente fisica.

Una scena tratta da Misericordia sul palco del Camploy.

Anche la gestualità delle tre mamme è importante, seppur a un livello meno totalizzante. Anna, Bettina e Nuzza biascicano, balbettano, parlano in dialetto, uniscono movimenti a parole che “vengono partorite”.  Si toccano e corrono, accarezzano Arturo e si spogliano.

Il corpo qui non imbriglia, non nasconde, non censura, è un linguaggio che include tutta la realtà, non arretra di fronte a niente e senza nominare o descrivere denuncia. L’accusa? La marginalità sociale, la violenza e il complesso tema della maternità e dell’essere donna, temi cari alla regista palermitana.

Tra desolazione e delicatezza

Anna, Bettina e Nuzza di giorno fanno a maglia, di notte si prostituiscono. Vivono in una “bettola di muffa e umidità”. La povertà le fa litigare, si mettono le mani addosso, sputano. Sono diverse tra loro queste madri, ma Arturo è il centro del loro amore. C’è, dentro la miseria raccontata, uno squarcio che si fa spiraglio di dolce accudimento e delicata attenzione.

E allora queste mamme giocano con Arturo, si travestono, si rincorrono sul palcoscenico sulle note di “Ma che bel castello Marcondirondirondello”. Le luci di Cristian Zuccaro accompagnano la storia facendo di quella vuota casa ora un bordello, ora una cameretta, ora un teatrino delle ombre.

Perché Misericordia è una favola in cui tre donne che filano la lana, tre fate madrine, accudiscono un bambino.

Gli attori alla conclusione dello spettacolo Misericordia eseguito al teatro Camploy lo scorso 27 settembre. Il pubblico gli ha tributato dieci minuti di applausi. Foto E. Canovo.

La favola di Arturo-Pinocchio

È la favola di questo bambino che nasce e della sua mamma che non c’è più. È la favola di Arturo che cresce e diventa un bambino vero. È una favola della miseria e dell’amore di tre madri che, commosse, lasciano che Arturo segua la parata e si consegni alla vita, ballando.

In sottofondo la colonna sonora composta da Fiorenzo Carpi per Le avventure di Pinocchio dell’immenso Comencini, a sottolineare il sottotesto di riferimento.

Misericordia, dice la regista, è quella capacità vertiginosa e infinita che tutti hanno di amare. Emma Dante firma questo capolavoro che, ancora una volta, scopre i sentimenti più aulici e puri nella marginalità sofferta. Misericordia è sintesi di tante cose che risuonano in ciascuno di noi. È l’esplosione, in un infermo domestico e sociale, di cura, di poesia e di amore.

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