La rossa spia d’allarme di Avviso Pubblico si accende sulle elezioni politiche del 25 settembre.

L’associazione, che da 25 anni unisce enti locali e regioni nella lotta alla criminalità organizzata, il 7 settembre ha lanciato con una videoconferenza un appello alle candidate e ai candidati alle prossime elezioni denunciando l’assenza o la scarsità di misure e programmaticità contro mafie e corruzione nei programmi elettorali e dibattiti pubblici. 

Mafie e corruzione ritornino al centro del dibattito pubblico

Già da tempo Avviso Pubblico insieme ad altre realtà denuncia la marginalità del tema nella dialettica politica del nostro paese, e rinnova urgentemente – date le imminenti elezioni – l’invito alle forze politiche, ai singoli politici e ai cittadini, di riportare il discorso alla centralità della vita politica quotidiana e dei programmi politici. 

La videoconferenza di lancio dell’appello ha riunito le voci allarmate per lo stato dei fatti di Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, di Rosy Bindi, già presidente della Commissione parlamentare antimafia, e di Enzo Ciconte, storico delle organizzazioni criminali, moderati da Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico. 

«Ci sono politiche da perseguire e riforme da approvare, lavori che il Parlamento attualmente in carica non ha concluso, leggi che aspettano di essere emanate da tempo» segnala l’associazione, che, a sostegno del proprio appello, ha elaborato cinque proposte politiche e cinque proposte di impegno di contrasto a mafia e corruzione rivolte ai candidati e alle candidate. 

10 proposte politiche e di impegno

Le dieci proposte politiche e di impegno riguardano, tra le altre indicazioni, il favorire l’uso sociale dei beni confiscati e garantire il funzionamento delle aziende sottratte definitivamente alla criminalità organizzata; il semplificare la normativa in materia di appalti senza perseguire logiche di deregolamentazione; il sostenere giornalisti/e, amministratici e amministratori locali minacciati e intimiditi; il garantire la massima vigilanza sulla gestione e l’impiego dei fondi del PNRR.

La necessità dell’appello di Avviso Pubblico nasce da una discrepanza rilevata nell’attuale panorama politico: 

«perché i partiti politici non parlano di lotta antimafia o vi accennano soltanto, nonostante la pericolosità e diffusione del fenomeno?»

 chiede Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico

«Ai candidati e candidate chiediamo, in primo luogo, di parlare di mafie, coinvolgendo la popolazione e assumendo impegni concreti sul tema. È necessario, inoltre, rinunciare ad ogni singolo voto dei mafiosi che, in certi contesti, possono anche influire pesantemente sul risultato elettorale, condizionando la composizione del futuro Parlamento», preme Roberto Montà, presidente dell’Associazione.  

Rinunciare al voto dei mafiosi

Il tema della criminalità organizzata e della corruzione spicca quindi come grande assente tra i temi delle campagne elettorali e delle elezioni 2022. Un’assenza ingombrante e pericolosa che Enzo Ciconte, storico delle organizzazioni criminali, denuncia come «un’errore tragico e strategico» dei politici candidati. O forse «non si è imparato molto se, a quarant’anni dall’omicidio di Carlo Alberto dalla Chiesa e a trenta dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio, la politica ha ancora bisogno di un appello per parlare di mafia», apostrofa Ciconte.  

L’attenzione politica sembrerebbe essere catalizzata unicamente da temi altri, urgenti e attuali, ma tanto “prioritari” per la logica politica da mettere in ombra il fenomeno mafioso, ignorando così, sottolinea l’Associazione, la crescente pervasività e pressione dell’azione mafiosa stessa in ambiti economici, territoriali, politici e amministrativi.

In un momento in cui la criminalità organizzata veste la sua seconda pelle, che non è più quella della “spettacolarità” dell’azione ma è invece camaleontica e larvata, Avviso Pubblico e il proprio appello sollecitano l’attenzione e la vigilanza della politica e della cittadinanza

«Dovremmo liberare il tema delle mafie dal pensiero che sia un tema destinato solo agli specialisti e studiosi del fenomeno. La lotta alla mafia non deve dividere la politica, ma la deve unire», conclude Rosy Bindi durante la videoconferenza di lancio dell’appello di Avviso Pubblico. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA