A dodici giorni dal voto, intervistiamo Maria Fiore Adami, consigliera uscente dalla precedente giunta Sboarina oltre che ex capogruppo consiliare di FdI (Fratelli d’Italia) per un parere sulle elezioni amministrative 2022 a Verona e le ragioni della sconfitta del centro destra.

Adami, partiamo dalle dichiarazioni di Federico Benini sull’aiuto di Flavio Tosi per l’elezione di Damiano Tommasi al secondo turno. Cosa ne pensa?

«Onestamente credo che le dichiarazioni di Benini meritino una valutazione politica, tuttavia ora ritengo prioritario per noi non rincorrere le dichiarazioni del momento. Dobbiamo prenderci il tempo necessario per la riflessione e l’analisi, per capire insomma come strutturarci. Secondo me la città ha ancora bisogno del centrodestra e credo che in questo momento tutte le nostre forze debbano essere convogliate nel cercare le cause della nostra sconfitta. Bisogna partire da lì, come sempre, fare un grande bagno di umiltà per individuare quali sono stati i nostri errori e prepararsi per la prossima tornata elettorale. Facendo nel frattempo un’opposizione costruttiva, com’è nel nostro stile.»

Fin da subito, dicono i numeri, la scelta di Sboarina non sembrava la più felice. I sondaggi pre elettorali e il risultato al primo turno (32,69%) ci restituiscono un gradimento molto basso, soprattutto per un sindaco uscente…

«Guardi, secondo me il problema non è il sindaco o la singola persona, quanto piuttosto un insieme di concause. Ciascun partito è chiamato a fare le proprie valutazioni, ma è evidente che il centrodestra vince quando si presenta unito. La priorità, insomma, è individuare gli errori strategici più che soffermarci sulle singole figure.»

La lettera del vescovo Zenti secondo lei vi ha danneggiati o non ha smosso gli equilibri?

«La dichiarazione del vescovo Zenti, che ritengo abbia agito nel pieno del diritto e delle sue competenze, probabilmente non ha spostato gli equilibri.»

Parte dell’insuccesso è dovuto alla Lega, che sta sparendo da Verona perdendo circa 3000 voti a tornata elettorale. Qual è secondo voi il male che sta erodendo il vostro maggiore alleato?

«Ciascuno naturalmente deve fare i conti a casa propria, però i numeri sono oggettivi ed è evidente che FdI, al di là dell’esito finale locale complessivo, è in linea con il successo della campagna politica nazionale del nostro partito, un partito concreto e propositivo. Siamo passati in 5 anni dal 2% al 12%, è evidente che abbiamo lavorato bene.»

Certo, una sconfitta che è somma di più difficoltà. Tuttavia, la lista di FdI ha sorpassato quella personale di Sboarina, mentre per il centrosinistra è avvenuto l’esatto contrario…

Maria Fiore Adami

«Fratelli d’Italia fa comunque un bel risultato e noi a questo guardiamo. Se sommiamo tutte le forze dell’elettorato del centrodestra, avremmo vinto al primo turno. Sono convinta che questa tornata elettorale l’abbiamo persa noi, non che l’abbia vinta Tommasi, questo è ciò che intendo quando parlo di errori strategici. Di fatto dobbiamo essere soddisfatti sia della performance di FdI quanto dei voti della lista Sboarina, che è sempre un esponente di FdI.»

Si impone comunque un parallelo con la situazione della Lega. Un articolo di Adnkronos sottolinea la richiesta della dirigenza locale lombarda di finirla con il dirigismo salviniano. FdI non corre questo rischio?

«Non ho questa percezione, perché la mia è una militanza più breve rispetto ad altri nel partito, e provengo dal mondo civico. In realtà, siamo una comunità politica con ideali e valori in base ai quali questa struttura di comando politico, al momento, non è percepita come un limite.»

Durante il ballottaggio la campagna del centrodestra ha spinto su pericoli quali il gender, l’invasione migratoria, i Rom. Perché puntare su questi temi non vi ha premiato? Forse non accendono più gli elettori di centrodestra?

«Personalmente, durante la mia campagna elettorale, credo di non aver mai toccato questi temi. A mio avviso, come consiglieri, avremmo dovuto rispondere a problemi concreti e comunicare in modo più chiaro e deciso quanto fatto in questi anni. Forse questo è stato uno dei maggiori limiti, la comunicazione. L’impressione è che i cittadini non sappiano tante delle cose che abbiamo fatto. Come i biglietti gratuiti per gli spettacoli areniani.»

Più che alle famiglie, sembra un supporto alla Fondazione Arena. Un povero preferirebbe, immagino, un bonus per i campi estivi o un taglio delle bollette comunali…

«Questo è un esempio di quello che intendevo per carenza di informazione. Prima di noi, i consiglieri avevano diritto a biglietti gratuiti. Il sindaco – e poi tutta la nostra compagine politica – ha deciso di metterli in vendita e utilizzare quei soldi per aiutare tante famiglie nel pagare l’affitto, le bollette e molto altro.»

Maria Fiore Adami insieme a Giorgia Meloni. Foto pagina Facebook.

Quali le prime impressioni su questa nascente giunta?

«Attendo di vederli all’opera, ma è chiaro che si tratta di due culture ideologiche che non sarà facile armonizzare. Spero che chi mi rappresenterà in consiglio comunale si adoprerà con un’opposizione politica costruttiva. Così come l’essere concreti e propositivi è stato l’atteggiamento che Fratelli d’Italia ha sempre mantenuto anche all’interno della scorsa amministrazione. Io credo che, comunque, Verona abbia ancora bisogno di noi su determinate dinamiche e situazioni come, ad esempio, la sicurezza.»

Cosa rivendica come successo dell’amministrazione uscente?

«Tutti tendono a dimenticarlo, ma gli ultimi due anni dell’amministrazione sono stati caratterizzati dalla pandemia che, di fatto, ha rallentato o impedito l’attuazione di molte delle nostre proposte. Lasciamo comunque una città funzionante e in ordine, perfettibile certo sotto molti aspetti, ma in salute. Conosco molti cittadini, non originari di Verona che vivono qui: il confronto che fanno tra le loro città di origine e la nostra la fa risaltare positivamente.»

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