«L’importante è coinvolgere la città»
Intervista a Paolo Zanotto, fino a domenica scorsa il primo e unico candidato del centro-sinistra in grado di scalfire il dominio a Verona del centro-destra.
Intervista a Paolo Zanotto, fino a domenica scorsa il primo e unico candidato del centro-sinistra in grado di scalfire il dominio a Verona del centro-destra.
A vent’anni esatti dalla vittoria di Paolo Zanotto, Verona si riscopre con un sindaco espressione del centro-sinistra. Vent’anni in cui – dopo il primo mandato del figlio di Giorgio Zanotto – la città è tornata a conduzione di centro-destra, con i dieci anni di Flavio Tosi, prima, e i cinque di Federico Sboarina, poi. Un dominio che pareva incontrastato e incontrastabile, fino a quando all’orizzonte non è arrivata l’idea di proporre un candidato civico come Damiano Tommasi, che è riuscito a canalizzare su di sé le energie, i desideri, la voglia di cambiare di molta parte della città della città, portando nell’occasione decine di migliaia di persone alle urne e vincendo, di fatto, sia al primo turno sia nella sfida finale con il sindaco uscente Federico Sboarina. Certo, la divisione nel centro-destra è stata a dir poco decisiva, ma questa divisione c’era anche cinque anni fa e allora il centro-sinistra non seppe approfittarne. Questa volta, invece, è stato diverso. Ecco, allora, che siamo tornati a parlare con Paolo Zanotto, a distanza di due decenni dal suo successo personale.
Zanotto, vent’anni dopo l’impresa la sua vittoria è arrivata quella di Damiano Tommasi, che per la seconda volta nella storia di Verona è riuscito a battere il centro-destra alle amministrative. Quali sono le sue sensazioni in questi giorni?
«Sono particolarmente contento. Ci tenevo che la mia non fosse l’unica impresa di questo tipo. Se Damiano avesse perso al ballottaggio sarei effettivamente rimasto l’unico ma non sarebbe stato per me un bel record, anzi… »
Rispetto al primo turno sono arrivati al ballottaggio ben settemila voti in più per Tommasi e ottomila in più per Sboarina. Si può dire che gli elettori di Tosi, almeno quelli che hanno deciso di andare a votare, si sono praticamente spaccati in due…
«La provenienza dei voti è abbastanza indifferente. Quei voti in più sono nella scelta di un sindaco che la città alla fine ha voluto scegliere. Tommasi è stato premiato perché Verona ha voluto lui.»
Cosa significa questo risultato per Verona?
«Verona aveva bisogno di questa svolta e devo dire che Damiano ha interpretato la sfida in modo eccellente, uscendo dalle logiche delle battaglie politiche a cui siamo da sempre abituati. Ha vinto per la sua serietà. La città secondo me avrà fiducia in ciò che proporrà, dopo che gli ha dato già fiducia nel corso di queste elezioni. Sono giorni importanti per Verona e vedo un futuro roseo.»
Lei ci è già passato, tempo fa: che consigli si sente di dare a Tommasi, visto che ora è iniziata la parte più difficile…amministrare la città?
«Solo quello di mettere in atto senza paura i suoi progetti. Di farli capire, di condividerli, di comunicarli al meglio e di guardare, come lui ha già fatto, alle cose concrete. Vinci e riesci a fare la differenza se coinvolgi la città.»
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