Juventus-Verona: il pallone racconta
In trasferta contro la Juventus il Verona ha vinto una sola volta in Coppa Italia. Diverse, comunque, sono le sfide in terra piemontese che meritano di essere raccontate
In trasferta contro la Juventus il Verona ha vinto una sola volta in Coppa Italia. Diverse, comunque, sono le sfide in terra piemontese che meritano di essere raccontate
La sfida in casa della Juventus è sempre stata proibitiva. Nella tana dei bianconeri in campionato il Verona non ha mai vinto. Solo una volta, in Coppa Italia, il 3 aprile 1963 – una vita fa – un gol di Giorgio Maioli allo scadere regalò l’insperato successo. Nella storia gialloblù, tuttavia, sono diversi i confronti in terra piemontese che per un motivo o per l’altro meritano doverosa menzione.
Facile in questo caso far correre la memoria al 6 novembre 1985, ritorno del turno di Coppa dei Campioni – allora si chiamava ancora così – giocato a porte chiuse a seguito della strage dell’Heysel di pochi mesi prima. I gialloblù, dopo lo 0-0 dell’andata, subirono un furto in piena regola con l’arbitro Wurtz che non vide un clamoroso mani in area del bianconero Serena (dopo, peraltro, aver al contrario concesso un rigore a dir poco generoso alla Vecchia Signora per un fallo di “spalla” di Briegel, ndr). Sul rovesciamento di fronte lo stesso Serena, poi, chiuse la contesa siglando il definitivo 2-0 per la Juventus.
Fece storia, in quell’occasione, la famosa frase “se cercate i ladri sono dall’altra parte” rivolta ai carabinieri che erano entrati nello spogliatoio dell’Hellas, a fine gara. La pronunciò Osvaldo Bagnoli mentre il discusso arbitro francese, dopo quel match, smise addirittura di arbitrare. Un altro furto, in questo caso sportivo, avvenne alcuni anni prima in occasione del ritorno della finale di Coppa Italia, giocato il 22 giugno 1983. Un gol di Platini quasi allo scadere dei supplementari, quando i rigori erano dietro l’angolo, mandò in frantumi il sogno gialloblù.
C’è, però, un’altra sfida sulla quale da oltre 45 anni regna un velo di fittissimo mistero. Il “fattaccio” avvenne al rientro delle squadre negli spogliatoi al termine del primo tempo. Gianfranco Zigoni, attaccante dotato di indiscusso talento e di altrettanta sregolatezza, cadde a terra tramortito, colpito a suo dire da una bottiglietta. L’oggetto dello “sfregio” non fu mai trovato mentre Zigo, additato da qualcuno come un bravo “attore”, non fece rientro in campo, sostituito a inizio ripresa da Sergio Maddè. La partita terminò con la vittoria bianconera per 2-1 mentre il ricorso presentato dalla società gialloblù non sortì alcun effetto. Anche se per qualcuno c’era da immaginarselo, Zigoni, invece, non venne nemmeno squalificato per simulazione, contribuendo ad alzare il sospetto su un verdetto “poco chiaro”. L’attaccante gialloblù, visibilmente contrariato, commentò: “Se fossi tornato in campo avremmo sicuramente vinto”. E chissà, magari aveva ragione lui…
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