C’è chi attende (Tommasi), chi ancora non conosce i suoi compagni di viaggio (Sboarina) e chi, invece, è già partito in quarta. Manifesti, conferenze stampa, mercati, onnipresenza alle cerimonie pubbliche: Flavio Tosi, a quattro mesi dalle elezioni comunali, è in piena campagna elettorale.

Gli addetti ai lavori si trastullano nel chiedersi se questo sia un vantaggio o meno per l’ex sindaco. Domanda corretta, non fosse che nasce da un presupposto sbagliato. Perché il cuore della questione è diverso:

Tosi è già in campo chiaramente per provare a vincere, ovvio, ma non solo per quello.

La sua presenza, il suo esserci senza se e senza ma, è un grimaldello anche per rompere gli ingranaggi degli altri, in particolare a uno Sboarina in difficoltà (eufemismo) con la Lega.

Uscito da qualche anno dai radar nazionali, Tosi – sia per chi lo ama sia per chi lo detesta – è evidentemente ancora un nome pesante, ingombrante, a Verona. La sua candidatura e la sua dote politica, che sia il 18 o il 25% (usiamo le forbici delineate dai sondaggi), sono comunque determinanti per l’esito del voto. Dunque lo sono, a ruota, per il formarsi o il disfarsi delle alleanze nel suo campo, quello di centrodestra. Tradotto: se Tosi non ci fosse, sarebbe automatico un classico e ampio centrodestra in appoggio a Sboarina.

Detta ancora più prosaicamente: se Tosi non ci fosse, la Lega più facilmente sarebbe costretta a tornare a Canossa dall’attuale sindaco.

Ma Tosi c’è e ogni giorno trova il modo di farlo sapere: che parli di sicurezza (suo antico cavallo di battaglia), o anche di temi più aggiornati come transizione ecologica, digitalizzazione e smart city. Argomenti, non a caso, strettamente collegati ai fondi del PNRR, cioè il vero collante di qualsiasi futura coalizione che voglia amministrare la città nei prossimi cinque anni.

Quindi il punto non è domandarsi se Tosi sbagli o meno a essere già in partita. Piuttosto chiedetevi il perché. Anche se la risposta, in fondo, è nei fatti. Non a caso un risultato lo ha già ottenuto: spaccare e tenere (ancora) fermo l’altro centrodestra.

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