Anne Parry sogna un’Europa che sia all’altezza delle sue possibilità. Da segretaria del Movimento federalista europeo, per la sezione Valpolicella, desidera un’Europa che sia in grado di prendere decisioni forti sui temi che riguardano salute, ambiente, sui temi che riguardano gli equilibri del mondo.

E l’Europa, per queste ragioni, è il suo sogno imperfetto.

Un sogno iniziato tanti anni fa: inglese di origine e insegnante di lingua, è stata felicemente adottata per lavoro e per amore dalla patria dell’Amarone. Una terra per la quale oggi si batte, anche insieme al Movimento federalista europeo. Un sogno che si è poi consolidato cinque anni fa, nel 2016, con l’avvento della Brexit.

Qual è stato il suo primo approccio con il Movimento federalista europeo?

«Tutto è iniziato con la Brexit. È stata una cosa tremenda, per tutti noi, come cittadini britannici in Italia ma anche come cittadini europei. Rischiavamo di perdere i nostri diritti, cioè la libertà di movimento. Perché eravamo qui con gli accordi in quanto membri Ue. Abbiamo dovuto iniziare una lotta per farci sentire, manifestando anche a Londra per quattro volte, ma anche in Italia, a Roma. Lì mi sono trovata in mezzo ai Federalisti, perché era una manifestazione organizzata dall’Mfe Nazionale per i 60 anni della firma dei Trattati di Roma».

Poi com’è proseguito il suo impegno?

«Abbiamo girato per tutta Italia, con l’associazione British In Italy. Facevamo riunioni in varie città, per spiegare ai cittadini britannici quali erano i diritti che rischiavamo di perdere e come organizzarci per assicurarli. Ma era una questione che riguardava tutti i cittadini europei, compresi coloro che erano emigrati nel Regno Unito. Poi ho capito che avendo la doppia cittadinanza da molto tempo avrei avuto meno problemi, così mi sono dedicata anche all’Europa».

Anne Parry, a sinistra, durante una manifestazione con l’associazione British in Italy.

Fino all’incontro con Giorgio Anselmi…

«Sì. Un giorno, Giorgio Anselmi, allora presidente dell’Mfe nazionale, era venuto a fare un discorso in Villa Albertini, e mi sono appassionata tanto da iscrivermi. Nel 2018 ho iniziato a frequentare anche le riunioni e ho capito meglio che cosa significasse il federalismo e avere un’Europa più forte, con un governo di tipo federale. Verso la fine di quell’anno, Giorgio mi ha chiesto se ero interessata a fondare una sezione in Valpolicella. Se ne era già parlato negli anni, in passato.

Così, nel marzo 2019, abbiamo aperto la nostra sezione. L’abbiamo fatto qui, nel nostro giardino di casa, sottoscrivendo un verbale di costituzione. Da lì sono iniziate le riunioni in giro per tutta la Valpolicella. Un serie di incontri per sensibilizzare i cittadini sulle questioni della Brexit, del clima, anche in occasione della Conferenza sul futuro dell’Europa».

Cosa vuol dire per lei far parte dell’Mfe?

Anne Parry, in primo piano, insieme ad altri aderenti al Movimento federalista europeo della Valpolicella.

«All’inizio è stata una scoperta, molto interessante perché non lo conoscevo prima del 2016. L’ideale che porta avanti, quello di un’Europa anche più giusta e di pace, contro ogni fascismo, è quasi un sogno. Capire perché è nata l’Europa era molto importante perché ho visto che con la Brexit, andando avanti, non c’è più il concetto di lavorare insieme, ma ognuno deve fare da sé. In Gran Bretagna adesso è un disastro, tutti incolpano l’Europa per le difficoltà sorte dopo la Brexit. La situazione in Irlanda è terrificante.

Per me questa Europa è come un sogno un po’ imperfetto. Tante cose non vanno bene. Tanti ritengono che se non dai all’Europa la sovranità è difficile mettere d’accordo 27 Paesi quando c’è da prendere decisioni importanti. Se ci fosse una commissione più forte, con un parlamento che controlla, ci sarebbero più i mezzi necessari per agire».

Per questo il tema secondo molti analisti è di costruire gli “Stati Uniti d’Europa”?

«Certamente. Come ci si arriva? Bisogna cambiare i trattati. È complicato, la Conferenza sul futuro dell’Europa si pone l’obiettivo di avvicinare le persone alle istituzioni e renderle più partecipi, anche con proposte dai territori. Purtroppo non è stata fatta molta pubblicità, si sono iscritte troppo poche persone sulla piattaforma dedicata. I governi nazionali hanno evitato di parlarne» (è possibile seguire online le iniziative della Conferenza sul futuro dell’Europa, ndr). In Valpolicella abbiamo lavorato con 14 associazioni per fare proposte sui temi della Conferenza, in particolare sulle questioni legate ai temi ambientali.

Prima lei ha definito l’Europa il suo sogno imperfetto. Eppure ci sono molti ostacoli…

«L’Europa forse sarà sempre un sogno imperfetto, ma mi piacerebbe che tutti ci lavorassero. in questo periodo non fare politica è quasi impossibile. Se vediamo cosa ci riserva il futuro per difesa, clima, se non cerchiamo di sentirci cittadini europei e cosa significhi… Se ci sentiamo solo italiani, veronesi, non riusciremo mai ad affrontare le problematiche che abbiamo davanti.

La politica locale è importante, ma mi piacerebbe che tutti la guardassero anche con occhio europeo. È ciò che sto cercando personalmente di fare, per portare questa visione anche a livello del territorio che mi ha accolta, la Valpolicella».

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