Dopo una cavalcata incredibile di dieci partite superate con un rendimento da squadra di altissima classifica, il Verona cade – come da tradizione – a Marassi. Sampdoria-Verona è finita esattamente come l’anno scorso, con l’Hellas rimontato dopo essere passato in vantaggio.

Il Verona, tutto considerato, non ha fatto una brutta partita. È andato sull’1-0 grazie a un gol del combattente Tameze, migliore in campo dei gialloblù, e ha saputo rendersi pericoloso in numerose occasioni, seppure con minore lucidità rispetto alle uscite precedenti.

Nel secondo tempo sono invece riemerse le difficoltà che il Verona aveva già evidenziato all’inizio della gestione Tudor e che le brillanti prestazioni contro le big del campionato avevano fatto quasi dimenticare. 

Quando gli uomini chiave dell’Hellas non riescono a lasciare il segno, quando la stanchezza comincia a farsi sentire e cala fatalmente l’intensità (ingrediente principale dei successi di questo Hellas), gli errori si moltiplicano in tutte le zone del campo. E in Serie A, si sa, gli errori costano cari.

In quei momenti di appannamento, in cui la partita comincia a sfuggire di mano, gli avversari si fanno sempre più pericolosi e il nervosismo della squadra si fa palpabile, l’allenatore è chiamato a puntellare il forte con i cambi. E qui casca l’asino. La panchina di Tudor – con pochissime eccezioni –  non ha le possibilità di sostituire degnamente i titolari. 

Lasagna ha sprecato un’altra occasione 

La prima soluzione, contro la Samp, è stata il cambio della punta. Simeone, seppur prezioso nell’aiutare il centrocampo a imbastire le trame d’attacco, non stava dimostrando una particolare pericolosità in area, così Tudor ha pensato bene di farlo rifiatare in prospettiva, chissà, di un gol da ex martedì contro il Cagliari. 

Con Kalinic fuori per infortunio, Lasagna ha potuto approfittare di una buona mezz’ora di gioco per cercare, per l’ennesima volta, di mostrarsi all’altezza di questo gruppo e di questo campionato. 

Purtroppo per lui e per il Verona il pomeriggio di Genova è stata un’altra delusione per l’ex Udinese. Lasagna è stato ancora una volta oscurato dai centrali blucerchiati e non è mai riuscito a trasmettere la minima sensazione di pericolosità. 

È evidente che se Lasagna continuerà a sprecare le occasioni di mettersi in vista, inevitabilmente il suo destino è di rimanere in fondo alle scelte offensive di Tudor e, probabilmente, di essere ceduto alla prima occasione. 

Senza gli esterni il Verona non punge

Per la verità le polveri bagnate di Lasagna – così come quelle del Cholito –  non sono state solo responsabilità dell’attaccante, ma anche di una prova incolore degli esterni. Lazovic e Faraoni sono i veri insostituibili della squadra, e quando incappano nella fisiologica serata storta, Tudor non ha alcuna alternativa, se non quella di adattare un difensore come l’ottimo Casale, ma rinunciando così alla maggior parte del potenziale offensivo.

Contro la Sampdoria due dei tre gol subiti sono stati causati da sanguinose palle perse da parte degli esterni gialloblù che hanno dato il via alle ripartenze letali dell’attacco blucerchiato. Faraoni, già in difficoltà contro l’Empoli, non ha dato il solito contributo essenziale fatto di cross, incursioni sul secondo palo e diagonali chirurgiche, mentre Lazovic, ancora non al cento per cento, ha mostrato poca lucidità nel saltare l’uomo e nel dialogo con gli attaccanti. 

Ilic: prezioso davanti, leggero dietro

L’ultimo ingrediente tecnico di un pomeriggio grigio è stata la scarsa intensità di Ilic nel rientrare sui contropiedi. Il giovane serbo è un talento indiscutibile, e lo ha dimostrato anche ieri, con cambi di gioco e tocchi eleganti come un controllo di suola e tiro di prima intenzione da lustrarsi gli occhi. 

La visione di gioco e la precisione di Ilic in fase offensiva, però, non fanno il paio con l’attenzione difensiva e l’intensità nell’inseguire gli avversari sui contropiedi. Per farsene un’ idea basta guardare il primo gol della Sampdoria, in cui Lazovic perde palla e Ilic decide di non scalare dietro di lui per coprire la corsa di Candreva. Il finale si è visto. 

Ilic è il presente e il futuro del centrocampo del Verona, su questo non si discute, ma il suo talento si esprime al meglio quando è libero da compiti di copertura. Ciò causa un superlavoro per esterni e compagni di mediana, per cui, ancora una volta, non ci sono sostituti. 

Nessun dramma ma serve programmazione

Il Verona, fino ad ora, è riuscito a stupire tutti, e l’ha fatto con la sua mentalità, il suo talento e la sua intensità. I suoi limiti però sono chiari e devono essere risolti con la programmazione, oltre che durante la settimana.

Come ha ricordato Tudor in conferenza stampa, la sconfitta del Verona non deve causare drammi, la squadra c’è e il giudizio sul gruppo rimane lo stesso rispetto alla vittoria con l’Empoli. 

L’ennesima delusione del Ferraris è solo un promemoria per l’ambiente e per la società: la Serie A è un campionato difficile ed equilibrato, e il divario tra le squadre che lottano a metà classifica è così minimo che ogni dettaglio può fare la differenza, in campo, in panchina e sul mercato

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