Con ventuno voti favorevoli contro sette contrari, ieri il Consiglio comunale di Palazzo Barbieri ha finalmente dato il suo sì alla proposta di legge per inserire Verona come città-rifugio nella rete di “In Difesa Di”  .

La mozione risale al 10 dicembre 2020, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, quando il movimento Traguardi presentò nella Sala Blu di Palazzo Barbieri la proposta. Oltre al promotore Tommaso Ferrari, alla presentazione avevano partecipato rappresentanti della rete “In difesa Di”, l’avvocata di Strada e coordinatrice della Commissione Diritti Umani dell’Ordine degli Avvocati Barbara Bonafini insieme ad Emanuela Gamberoni, Alessandra Cordiano e Isolde Quadranti del Dipartimento Scienze giuridiche dell’Università di Verona.

“In Difesa Di – per i diritti umani e chi li difende” è una rete di oltre 30 organizzazioni e associazioni italiane attive per tutelare chi difende i diritti umani, nonché per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche, e per chiedere alle istituzioni italiane (Governo, Parlamento ed enti locali) di impegnarsi a sviluppare strumenti e meccanismi di protezione per difensori/e dei diritti umani.

Un traguardo di civiltà e di apertura, in controtendenza con le politiche securitarie e restrittive – quando non palesemente contrarie al diritto internazionale come sta accadendo in ambito internazionale sul confine polacco – che caratterizzano molti ordinamenti dell’Unione Europea.

Lo scorso agosto, il consigliere comunale Ferrari insieme al presidente di Traguardi Pietro Trincanato avevano rilanciato la mozione chiedendo che il Comune di Verona fosse in prima fila nell’offrire disponibilità ad accogliere tutti i cittadini afghani in fuga dal loro Paese dopo il ritiro delle truppe americane e la presa al potere dei talebani. “Un passo in più” si leggeva nel testo del comunicato del movimento, per ricordare l’apertura della città agli esuli.

Risale a fine ottobre inoltre una nuova proposta di Traguardi: una mozione che impegna l’Amministrazione comunale a individuare, in ciascuna delle otto Circoscrizioni cittadine, una panchina pubblica da verniciare di giallo, il colore utilizzato da Amnesty International per le sue campagne a favore del riconoscimento dei diritti civili. L’obiettivo è ricordare Giulio Regeni, la cui scomparsa assume sempre più connotati inspiegabili e mantenere alta l’attenzione sul caso di Patrick Zaki, studente dell’ateneo bolognese detenuto ingiustamente nelle carceri egiziane.

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