Il gioco del cerino: la Lega costretta a scegliere…
Il Carroccio a Verona, in vista delle elezioni amministrative, sembra perso fra l'idea di un terzo candidato e quella di appoggiare uno fra Tosi e Sboarina.
Il Carroccio a Verona, in vista delle elezioni amministrative, sembra perso fra l'idea di un terzo candidato e quella di appoggiare uno fra Tosi e Sboarina.
Questione di attimi. E così nel momento in cui pensavi di poter dare le carte, ti ritrovi a pescare in un mazzo già bello che mischiato. Transumanze esistenziali. Le vive la Lega, che credeva di potersi incuneare nella dicotomia (tutta interna al centrodestra) Sboarina-Tosi per poter dettare le condizioni, e invece rischia di restare con il cerino in mano.
L’artificio retorico leghista del terzo candidato – comoda narrazione utile per temporeggiare – sembra ormai superato dalla volontà ferrea sia di Sboarina che di Tosi di non fare passi indietro. Impossibile quindi scegliere un terzo nome che metta d’accordo tutti e unisca il centrodestra. Complicato ormai anche solo fingere di volerci davvero provare. Piuttosto azzardato, pure, che la Lega butti nella mischia elettorale un candidato “di bandiera”. Sarebbe una roulette russa.
La verità è che il Carroccio deve scegliere. Per Tosi non cambia nulla: lui fa la sua corsa, forte del consenso da civico, e attende. Mentre Sboarina crede che l’effetto-Tommasi (leggi il centrosinistra unito) giochi a suo favore, suggerendo al Carroccio di tornare all’ovile, a quel punto con le antenne basse e da gregario, portando la borraccia a Fratelli d’Italia e al suo secondo mandato. Ma è davvero così? Ci torneremo…
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