Se nel centrosinistra veronese c’è la coalizione ma manca il candidato sindaco, in un centrodestra che per ora sembra andare in ordine sparso i nomi in lizza per le amministrative del 2022 sono più di uno: oggi due, domani forse tre.

La Lega ha ormai lanciato un chiaro avviso di sfratto a Sboarina (anche se dovrebbe spiegarne i motivi, visto che tuttora siede al suo fianco in Giunta).

Al tempo stesso, però, ci sarebbe l’imbarazzo dettato da un eventuale ritorno di fiamma con Tosi, dopo gli strali degli anni passati.

Dal canto suo, Fratelli d’Italia difende il sindaco uscente, fresco di tesseramento al partito. E accettare Tosi, impietoso nelle critiche a Sboarina e alla sua squadra, sembra essere fuori discussione.

Che fare, quindi? Separarsi? Provare a convergere su un terzo nome che accontenti tutti, sapendo però che molto difficilmente sia Tosi che Sboarina accetteranno di farsi da parte?

Schermaglie tattiche in una situazione più fluida che mai, nella quale Flavio Tosi, sceso in pista da tempo alla ricerca del terzo mandato, sta tentando di posizionarsi e di trovare un suo perché.

L’obiettivo non è dei più semplici, perché se è vero che la figura di Tosi gode indubbiamente di un consenso da “civico” (e i sondaggi che circolano dimostrano che la fiamma arde ancora), è altrettanto evidente che una buona parte dell’elettorato che quasi quindici anni fa gli consegnò le chiavi del Comune per due mandati consecutivi si è spostata verso altri lidi.

Precisamente, quelli dell’attuale maggioranza di Palazzo Barbieri.

I due mandati del successo e il tentativo-Bisinella

Nel boom del 2007, Tosi superò il 60% dei consensi con una coalizione che, oltre alla sua lista civica, raggruppava Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale, Udc.

Un successo ripetuto nel 2012, correndo da solo con la Lega e una pattuglia di liste civiche (Il Popolo delle libertà, Futuro e Libertà di Gianfranco Fini e l’Udc sostenevano Luigi Castelletti) e ottenendo, con il 57,3%, un’altra vittoria al primo turno.

Dopo l’espulsione di Tosi dal Carroccio avvenuta nel 2015 e la corsa in solitaria (arrivando quarto) alle regionali nello stesso anno, la candidatura nel 2017 della compagna (ora moglie) Patrizia Bisinella, che comunque agguantò il ballottaggio, fu di fatto un “Tosi contro tutti”: contro gli avversari storici, ma anche contro chi, fino al giorno prima, era stato al suo fianco.

Si parla ormai di un’era geologica fa.

È chiaro, però, che, all’ultima tornata elettorale Lega e Fratelli d’Italia hanno appoggiato – e tutt’ora appoggiano – Federico Sboarina.

La ricerca del terzo mandato

Guardando al 2022, Tosi deve aver capito che senza l’appoggio di almeno una parte dell’attuale maggioranza, specie con un centrosinistra che – dopo anni di smarrimento misto ad autolesionismo – sta lavorando per presentarsi unito, l’impresa di tornare a indossare la fascia tricolore si presenta ardua.

Dall’esterno, la tattica per provare a tornare in sella sembra segnata.

Critiche senza appello a Sboarina, ammiccamenti via via sempre più espliciti alla Lega, e il recupero dell’antica ricetta che gli aveva portato tanto successo e apprezzamento tra i cittadini: decoro, ordine e sicurezza.

Un candidato, due volti

Su Facebook, Tosi ha due pagine ufficiali.

Una vetrina nazionale, dove scorrono post su argomenti di politica italiana e politica estera, nel pieno stile di un centrodestra liberale, europeo e garantista che in Italia è ancora nel libro dei sogni. Un processo evolutivo, quello del Tosi moderato, iniziato dopo l’uscita dalla Lega: una visione europeista, l’apertura ai diritti civili, il tentativo di costruire un’area moderata, la lontananza da Salvini, le prove di dialogo con Forza Italia, con Renzi e con altre forze di centro.

L’altra pagina, “Flavio Tosi – Verona”, è descritta come “pagina ufficiale di Flavio Tosi per quanto riguarda le tematiche di Verona e Provincia”. Questa seconda bacheca, cuore pulsante in vista delle amministrative, sembra appartenere a un’altra persona, a un’altra idea politica, ad altri valori.

Si evidenziano problematiche, si raccolgono le segnalazioni dei cittadini. Perlopiù un tiro al piattello sul povero Sboarina, colpevole di ogni cosa accada a Verona (anche su problematiche in realtà ben più risalenti rispetto al suo mandato).

Buche nelle strade, cantieri fermi, erbacce sui marcapiedi, traffico.

Le foto ai senzatetto

E tra i soggetti ricorrenti degli ultimi tempi, tornano le persone senzatetto. Fotografate e postate, con didascalia annessa.

Si parla di “insicurezza”, di “giro di vite”, di “degrado”.

I suoi sostenitori approvano, commentano, pubblicano a loro volta istantanee di altri senza fissa dimora.

Un gran revival per un tema caro all’ex sindaco. Come dimenticare le panchine anti-bivacco, con braccioli divisori posti a metà per impedire che fossero utilizzate per sdraiarsi o dormire, o l’ordinanza che prevedeva multe a chi consegnava alimenti e bevande ai senzatetto?

Volendo prendere questi post come paradigma di un modo di fare campagna elettorale, ci si può chiedere: quale messaggio vuole lanciare Tosi ai veronesi?

La sensazione è che si tratti, molto semplicemente, di un tentativo di ammiccamento, di un registro comunicativo funzionale a intercettare e riprendersi l’elettorato che una volta lo sosteneva.

Qual è il vero Tosi?

È sotto gli occhi di tutti, dicevamo, il tentativo di riavvicinamento di Tosi alla Lega.

Scriveva l’ex sindaco di Verona, a ottobre 2019: «Io credo che sia sbagliato anche inseguire il cosiddetto “sovranismo” e le tesi illiberali di Salvini». E ancora: «Serve costruire una proposta con una forte identità liberale, popolare, europeista e garantista».

Vorremmo capire se questo Tosi esiste ancora. O, viceversa, se si trattava di un ologramma, di un tentativo di reinventarsi dopo un’avventura finita male.

La Lega, nel frattempo, non è cambiata. E Salvini tantomeno.

Vorremmo capire se, e in quale misura, il Tosi liberale, popolare, europeista e garantista possa coesistere, senza che in politica valga tutto e il contrario di tutto, con il Tosi che – a livello locale – volentieri farebbe pace con il Carroccio.

C’è da sperare che i segnali di distacco dal passato di “barbaro sognante”, manifestati negli ultimi anni da Tosi, non vengano traditi per un pugno di voti.

C’è da sperare che la coerenza con i propri valori non ceda il passo alla ricerca del successo.

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