Seconda serata dedicata al cinema africano quella di martedì 27 luglio a “Ma che estate!“, manifestazione che si sta svolgendo al parco dei missionari comboniani in Vicolo Pozzo, 1, a Verona. Anche in caso di maltempo lo schermo sarà spostato in Sala Africa allo stesso domicilio.

Una serata dedicata ai cortometraggi, sempre a ingresso libero, quattro film differenti, con diverso registro ma uguale tema: le migrazioni. Dall’Italia al Senegal fino ad arrivare in Spagna. Una serata che permette uno sguardo lungo e a tratti divertente con l’ospite Gloria Albertini, sociologa del Cestim.

Le proposte dei registi europei e africani erano in concorso nell’ultima edizione del Festival di Cinema Africano di Verona nella sezione dedicata al tema delle migrazioni, Viaggiatori&Migranti.

Il programma di martedì 27 luglio alle 21.15:

“Il Mondiale in piazza” di Vito Palmieri (Italia) è un cortometraggio divertente, del regista pugliese Vito Palmieri, che ironicamente gioca sulle composizioni delle squadre di calcio e dell’Italia stessa.

La nazionale italiana di calcio non si è qualificata al Mondiale del 2018 e un gruppo di ragazzi del sud che non si scoraggia, decide di organizzare un mondiale parallelo tra l’Italia e le altre nazionali composte da immigrati. Ma diversi ragazzini sono nati in Italia e si sentono italiani al cento per cento. Allora come si fa? Come non farli giocare nella nazionale, se parlano il dialetto e in tutto e per tutto sono italiani, anche se colorati in maniera diversa? Alla fine la Coppa se la giocano due Italie.

Il cortometraggio di Palmieri ha ottenuto il Premio MigrArti come Miglior cortometraggio, nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia 2018.

Ed è stato scelto dalla Giuria detenuti della Casa Circondariale di Montorio, che ogni anno assegna il Premio Al di là del muro. “Il Mondiale in piazza” ha vinto “per l’attualità del tema: perché ha saputo sottolineare il disagio di chi nasce in Italia da genitori stranieri senza essere riconosciuto italiano, mentre si sente veramente tale; per l’originalità della narrazione utilizzando lo sport come fattore aggregante; per il messaggio che ogni persona ha pari dignità davanti al mondo e davanti a Dio e che la vita di ognuno è importante perché siamo tutti una grande famiglia”.

Sei brevi documentari

“Senegal/Sicily: homecomings” di Alberto Amoretti (Senegal, Usa, Italia) è un corto nel corto, è cioè una mini serie composta da sei brevi documentari.

Ogni episodio ha lo scopo di condividere un diverso punto di vista sul tema della migrazione tra Senegal e Sicilia. “Homecomings”, il quarto episodio, racconta la storia di cinque migranti.

Ciascuno – per propria volontà o forzatamente – è tornato a casa e ha affrontato la vergogna del fallimento e di un futuro incerto. Una storia che spiega il perché tanti migranti preferiscono rimanere in Italia piuttosto che tornare nel proprio paese di origine.

Non solo Italia

“Foreigner” di Carlos Violadé (Spagna) parla di estate.

Mark ha appena iniziato le sue vacanze in Spagna, terra del regista. Un pranzo tra amici, uno straniero, una spiaggia, una barca, il mare … La cosa più bella si trasformerà nell’esperienza più al limite e più incredibile della sua vita. E farà capire a chi guarda che cosa significa rimanere in panne in mezzo al mare, con la paura di morire. Perché è un attimo diventare stranieri e vivere dall’altra parte della solita sicurezza.

“Les coursiers de la Republique” di Badredine Haouari (Francia) parla di Ibrahim, Bathily, Martin e tanti altri riders che sfrecciano con le loro bici tra le strade di Parigi. Place de la République è il loro punto d’incontro. Tra una consegna e l’altra, parlano del proprio lavoro nell’era della globalizzazione del cibo a domicilio. Questo documentario racconta le vite dei riders, una categoria di lavoratori sfruttati, che la pandemia con il moltiplicarsi delle consegne a domicilio ha portato alla ribalta dei media con la giusta richiesta di riconoscimento dei propri diritti. 

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