Subsonica: vecchie ossessioni
La band torinese si presenta per il tour estivo al Castello Scaligero di Villafranca con un percorso di riscoperta, tra canzoni che non venivano più proposte dal vivo da diversi anni.
La band torinese si presenta per il tour estivo al Castello Scaligero di Villafranca con un percorso di riscoperta, tra canzoni che non venivano più proposte dal vivo da diversi anni.
É un viaggio nel tempo quello del live dei Subsonica, ieri sera, giovedì 15 luglio, al Castello Scaligero di Villafranca. L’aveva premesso il gruppo stesso nella nota stampa di presentazione del tour estivo in attesa del “Microchip Temporale Club Tour”, che ha visto rimandate le date al prossimo autunno.
«Si riparte insomma, e visto che si riparte a 25 anni esatti dall’inizio della nostra storia, potrebbe essere significativo ritornare un po’ ai groove di quel primissimo “Subsonica” dalle sonorità che sembrano riscoprirsi oggi così attuali.»
Si riparte proprio da un quarto di secolo fa, da “Come se”, la prima traccia dell’album che ha dato inizio alla carriera della band torinese. Il concerto prosegue sulla stessa onda, con “Cose che non ho”, “Funk Star”, “Istantanee”, “Onde Quadre” e “Radio Estensioni”, tutti pezzi da “Subsonica”. Si delinea un percorso di riscoperta, tra canzoni che non venivano più proposte dal vivo da diversi anni. Un autentico viaggio alle radici del gruppo, ma anche del loro pubblico che si fa accompagnare e si ritrova in quei pezzi che raccontano frammenti anche del loro vissuto.
È una platea appassionata, un po’ sofferente dalla condizione “comodamente seduta” imposta dalle normative anti-Covid, ma viva, rigenerata dal ritorno alla musica live. A sentire i Subsonica, oggi, sono proprio quelli che nel 1996 erano dei ragazzi. I quarantenni e dintorni dei giorni nostri, quella generazione dimenticata, quella che ha perso più di un giro e che quest’anno, più che mai, sente il bisogno di tornare al 2001, sulle strade di Genova.
Ci riportano lì anche i Subsonica, con “Sole Silenzioso”, che rimbomba nelle nostre coscienze, oggi come ieri, regalandoci una manciata di parole per provare a raccontare quel luglio del 2001 che ancora non riusciamo a spiegare a noi stessi. Per le ferite di chi l’ha vissuto sulla sua pelle e per quelle dell’anima che ci toccano ancora tutti. Resta un sole silenzioso.
«Nebbia di mercanti
Sole Silenzioso – Subsonica
Di nuovi traffici e farisei
Di gendarmi riverenti
Dentro di te un sole silenzioso
Picchiano le armi
Nella domenica ipocrita
Delle morti intelligenti
Nel sangue della legalità»
Non manca il tributo al maestro Franco Battiato con “Up Patriots to Arms” di cui la band aveva proposto una sua versione in “Eden” (album uscito nel 2011) e in un featuring con lo stesso Battiato nella raccolta “Anni luca 1997-2017”.
Nella seconda parte del live il ritmo aumenta, la scaletta, sapientemente pensata per un pubblico seduto, si abbandona ad atmosfere più affini ai concerti dei Subsonica, dove, da che ne ho memoria, si salta, si balla e si sta molto vicini. Ci si ritrova, tra le vecchie ossessioni e quelle nuove che, tra le mura del Castello Scaligero, a fatica costringono al distanziamento. Stare seduti diventa quasi impossibile, ma nel confronto con i caroselli post Europei dei giorni scorsi, possiamo senza dubbio certificare un buon rispetto delle regole.
La macchina del tempo Subsonica fa la sua ultima fermata nel 2000, sul palco di Sanremo con “Tutti i miei sbagli”, quel momento fissato nello spazio-temporale che ha trascinato i Subsonica dai piccoli club ai grandi palchi.
Alla fine le luci si accendono e la band ringrazia. Il pubblico, di diversamente giovani, si sente rincuorato in questo ritorno a quelle sane abitudini che un anno e mezzo di pandemia avevano annebbiato. Adesso aspetta solo di poter tornare a saltare, artrite permettendo. C’è ancora tempo per tutti i nostri sbagli.
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