Imoco Volley Conegliano allunga ancora la striscia di imbattibilità conquistando la 63esima vittoria consecutiva. La più importante, in quanto decisiva per l’assegnazione dello scudetto, ultima di una lunga serie, è arrivata a sancire l’assoluta supremazia di una società capace di attraversare la pandemia con una brillantezza e una continuità senza pari.


Non era necessario questo ulteriore alloro per confermare che Conegliano fosse la squadra più forte al mondo, allestita con una profondità di roster tale da permetterle di competere al vertice anche con le riserve. La maniera con la quale ha saputo superare in finale Igor Gorgonzola Novara, rimarrà comunque negli annali di questo sport. La compagine piemontese dal canto suo, pur partendo molto indietro nei pronostici, ha saputo arrivare all’atto conclusivo del campionato al picco di forma. In gara uno in Veneto, ha dato battaglia per 2 ore e 42 minuti, record assoluto per una gara di Lega, portandosi avanti dopo un primo parziale combattuto, e guadagnando 9 set point nel secondo set. Per Conegliano, non abituata a soffrire, il baratro era a un passo. Qui è emersa l’assoluta qualità tecnica, umana e caratteriale delle venete che, dopo più di 60 gare senza perdere, di cui molte condotte in scioltezza, hanno saputo non perdere la bussola, giocando i momenti più importanti del match con la classe e la determinazione che solo i grandi sanno esprimere. Il 40-38 con cui è terminato il secondo set la dice lunga sull’andamento della gara. A questo punto Novara avrebbe potuto abdicare, tornando a fungere quel ruolo di semplice sparring partner che molte avversarie di Conegliano hanno assunto nell’ultimo anno. Invece, non è andata così perché ci sono voluti altri due set finiti ai vantaggi e un tie break di spareggio, per assegnare la vittoria alle padrone di casa, mai come questa volta capaci di confermare e meritare appieno il ruolo di favorite.
La gara di ritorno in Piemonte è stata meno combattuta, ma ha pur sempre confermato un equilibrio tra i due sestetti che in regular season non si era apprezzato. Il 3-1 con cui Conegliano ha vinto anche fuori casa, però, basta e avanza per assegnare lo scudetto al team veneto, lasciando l’onore delle armi ad una super Novara.

I media hanno attribuito il titolo di MVP a Paola Egonu, fenomenale opposto della nazionale italiana, ormai avviata verso una definitiva maturazione, per un prime di carriera che tutti sperano possa coincidere con le Olimpiadi di Tokyo. D’altra parte, è impossibile effettuare scelta diversa dato il suo irreale 60% in attacco nella serie finale, accompagnato da una gara da 47 punti, massimo storico per un’atleta. Non si può però disconoscere l’assoluta rilevanza nel sistema di gioco di Conegliano della palleggiatrice Joanna Wolosz e del libero Monica de Gennaro, spaventosa per continuità e imperturbabilità in ogni frangente. Infine, occorre citare anche il coach Daniele Santarelli. Per molti ha vita comoda ad allenare una squadra di siffatto spessore, ma è altrettanto vero che non è mai facile rispondere ad aspettative via via sempre più alte e nemmeno è agevole reggere alla pressione dell’essere favoriti ogni volta che si scende in campo. Il tecnico è stato, inoltre, supportato da uno staff strutturato in cui, tra gli altri, troviamo Martino Volpini, tecnico pisano di natali, ma formatosi a Verona, da questa stagione aggregato al sodalizio campione d’Italia.

La campionessa azzurra Paola Enogu

Guardando più in generale, occorre rilevare che la bellissima serie di finale non nasconde del tutto alcune difficoltà di un movimento che, pur godendo di una Nazionale Italiana di grande spessore tecnico, fatica tremendamente a costruire altri progetti che possano arginare lo strapotere di Conegliano e che non durino il tempo di una stagione. Ad oggi, la dirompente forza tecnica ed economica di Conegliano, guidata dall’ambizioso e per certi versi visionario Piero Garbellotto, non ha rivali credibili. Modelli diversi, ampiamente meritevoli e tecnicamente validi ne esistono, vedasi la stessa Novara, un miracolo sportivo messo in piedi a inizio anni ’80 da suor Giovanna Saporiti, così come il consorzio Vero Volley Monza, o lo stesso Club Italia di matrice federale, ma gli obiettivi e i budget non sono paragonabili. A meno di un ridimensionamento della stessa Conegliano.

Sul fronte tecnico, invece, è interessante rilevare come il sestetto guidato da Santarelli, in campo pallavolistico incarni e rappresenti l’assoluta modernità. Se guardiamo alle statistiche di squadra e complessive di Lega degli ultimi vent’anni, ci rendiamo conto di come lo sport della pallavolo sia radicalmente mutato e Conegliano rappresenta in pieno questo cambiamento. A tal proposito si analizzano due dati su tutti. In attacco, in primis, le neocampionesse italiane hanno chiuso la regular season con il 51,8% di palla a terra, una percentuale irreale se la confrontiamo con Novara, seconda classificata in questa particolare voce statistica, che ha terminato, infatti, con un 43,9%. Trasformando i freddi numeri in situazioni concrete, il divario nell’incidenza offensiva produce un vantaggio paragonabile al partire sempre almeno 3-0 in ogni set giocato. Inutile girarci intorno: Conegliano ha performance quasi maschili in attacco, a conferma della netta evoluzione in questo fondamentale che la pallavolo femminile ha avviato ormai da anni, spostando i target prestazionali di tutto il movimento. Basti pensare, a titolo di confronto, che nel quinquennio 2006/2011 solo tre squadre in A1 hanno saputo tenere medie d’attacco superiori al 40%. In ricezione, invece, Conegliano si è classificata al secondo posto con il 43,6% di palla perfetta, poco dietro al 44% di Scandicci. Sono medie nettamente inferiori a quelle di un ventennio addietro, dove era normale per un sestetto terminare il campionato sopra al 50%, ma ugualmente di assoluta eccellenza per gli standard attuali.
L’evoluzione del servizio come prima arma offensiva anche in campo femminile e la contemporanea necessità di attaccare intorno al 50% per puntare a primeggiare, rende ancor più indispensabile ricercare un complesso equilibrio tra le qualità offensive delle proprie atlete e le qualità del primo tocco, cosa non semplice da far coesistere. Il traguardo, mai perfettamente raggiunto da tutti gli allenatori del movimento, porta la pallavolo all’incessante ricerca di nuove strade in campo tecnico, metodologico e nella preparazione fisica tali da permettere il raggiungimento di questo equilibrio. Conegliano, con questa lunga serie di vittorie, sembra aver indicato la via che porta alla perfezione. Se poi sia un modello a cui tutti possano fare riferimento è improbabile, data la caratura del roster a disposizione, ma ciò non toglie che sia di esempio per il presente e futuro.