Il gioco ci salverà dalla noia della reclusione e del coprifuoco a tempo indeterminato? Può la fantasia avere valore terapeutico? Per rispondere a queste e a molte altre domande questa sera in diretta sui canali Facebook e Youtube di Heraldo, in “Succede alle 31”, parleremo dei cosiddetti “Giochi di Ruolo”. Di cosa si tratta? Un Gioco di Ruolo è un’attività ludica-ricreativa dove i giocatori assumono il ruolo, appunto, di uno o più personaggi e tramite la conversazione e lo scambio dialettico, in genere nel contesto di una missione (per cui il giocatore, spesso, incarna l’eroe, positivo o negativo); si impersonano esseri di qualsiasi natura in spazio immaginato. A coordinare i giocatori, a creare le premesse e lo sfondo (con o senza l’ausilio di miniature, mappe o sfondi reali) è il master, ovvero colui organizza, gestisce gli eventi narrativi e coordina gli interventi dei giocatori.
Una tipologia di gioco che, se prende le mosse dal punto di vista clinico negli anni ’30 del secolo scorso con sviluppi nella psicoterapia, è dagli anni ’90 che è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, dopo una lunga fase di incubazione negli Stati Uniti. Un fenomeno che, a prescindere dall’ambientazione (fantasy, wargames e infinite varianti) si basa su un’unica condizione: ciascun giocatore deve “far finta” di essere la personalità alternativa che ha scelto in modo convinto e coerente, perché il gioco, paradossalmente, è una cosa serissima (tanto per fare un esempio: provate a osservare i bambini quando giocano e cosa succede quando uno di loro viene “pescato” a imbrogliare…).
Stasera quindi ne parleremo grazie a due ospiti, Federico Falleni, store manager de “I giochi dei grandi”, storico punto di riferimento a Verona per il settore, e Marco Scopel, psicologo e psicoterapeuta, specializzato nel campo della psicologia degli adulti, come psicologo dell’età evolutiva che sono, ovviamente, anche assidui ed esperti giocatori: vedremo qual è il profilo del giocatore tipo, la salute del mercato legato a questo tipo di gioco…e molto, molto altro. Insomma: proveremo a dar voce al bambino che pascolianamente è racchiuso in noi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA