Verona-Fiorentina: il pallone racconta…
Domenica 1 febbraio 1976, in occasione di Verona-Fiorentina, l'attaccante gialloblù Gianfranco Zigoni, finito in panchina, si presentò in campo con pelliccia e cappello da cow boy.
Domenica 1 febbraio 1976, in occasione di Verona-Fiorentina, l'attaccante gialloblù Gianfranco Zigoni, finito in panchina, si presentò in campo con pelliccia e cappello da cow boy.
Dopo l’inattesa sconfitta subita in trasferta contro la Sampdoria, per il Verona si presenta subito l’occasione per un pronto riscatto. Martedì sera, infatti, arriva al “Bentegodi” la Fiorentina, la quale sale in riva all’Adige alla disperata ricerca di punti salvezza, vista l’attuale classifica tutt’altro che beneaugurante. Verona-Fiorentina non è mai stata una partita come tutte le altre, non fosse altro per il fortissimo legame che tiene insieme le due tifoserie, legate l’una all’altra da un gemellaggio pluriennale, tra i più longevi della storia. Un’unione viscerale talmente al di sopra di tutto, in grado quasi di far passare in secondo piano il risultato del campo.
Nella lunga storia delle sfide tra le due squadre sono molte quelle degne di essere ricordate. Una, sicuramente, è quella del 15 ottobre 1972, terminata con la vittoria dei toscani per 2-1, che vide l’esordio in serie A di Giancarlo Antognoni, regista di qualità sopraffina che avrebbe legato tutta la sua carriera ai colori viola.
Ma la partita che merita di essere ricordata più di altre è quella giocata domenica 1 febbraio 1976. L’indelebile fermo immagine di quella sfida, rimasto scolpito nelle menti dei tifosi gialloblù, prese corpo già negli spogliatoi. Tutto, infatti, nacque quando l’allenatore Ferruccio Valcareggi, nel comunicare la formazione che avrebbe affrontato i viola guidati da Carlo Mazzone, annunciò, inaspettata, l’esclusione dall’undici titolare di Gianfranco Zigoni. Il “matto di Oderzo”, come veniva spesso chiamato per il suo personaggio tutto genio e sregolatezza, minacciò in segno di protesta di presentarsi in panchina con pelliccia e cappello da cow boy. In quel momento, nello spogliatoio gialloblù, davanti a quella simpatica “sparata”, iniziò subito una rapida raccolta di scommesse. Il primo fu Livio Luppi che trovò immediato sostegno in Luigi Mascalaito e Klaus Bachlechner. Quest’ultimo, in particolare, era considerato notoriamente persona dal “braccino corto” quindi, quando Zigo vide che anche lui avrebbe versato la sua quota, non esitò nemmeno un secondo. All’entrata in campo delle due squadre, si presentò sul terreno di gioco così conciato, sistemandosi tranquillamente in panchina, mentre pubblico sugli spalti e fotografi in campo impazzivano.
Per la cronaca, dopo il vantaggio gialloblù siglato da Luppi al 18′, la Fiorentina pareggiò con Antognoni al 61′, trovando la rete della vittoria su una sfortunata autorete di Busatta al 77′. Subito il gol, Valcareggi fece alzare dalla panchina proprio Zigoni nel tentativo, purtroppo risultato vano, di raggiungere almeno il pareggio. I gialloblù uscirono quindi dal campo sconfitti, ma ai tifosi gialloblù poco importava. Nel frattempo, la foto del loro idolo, “impellicciato” in panchina al fianco di un esterefatto Sergio Vriz, è entrata nella storia.