A inizio 2020 le Girls Geek Dinners di Verona erano in procinto di organizzare il loro decimo evento, che hanno dovuto interrompere causa pandemia da Covid-19. Da qui l’idea di sbarcare ora online – per loro sarà la prima volta – riunendo tre speaker intorno al tema Remote, agili, smart – come lavorare meglio, tra complessità presenti e future?

Una rete femminile, ma senza barriere

Nate nel 2005 dall’idea di una ragazza inglese, le Girl Geek Dinners vogliono coinvolgere tutte le donne appassionate di tecnologia, con l’obiettivo di creare networking in un ambito che troppo spesso sembra essere circoscritto ai soli uomini. La modalità organizzativa è quella del capitolo, ovvero una struttura informale che organizza una cena, cui partecipa prevalentemente un pubblico femminile. È prevista anche la presenza maschile ma in numero contenuto e su invito, una proporzione che si riflette anche tra relatori e relatrici ospiti. La prima cena con questa modalità organizzata in Italia si è tenuta a Milano nel 2007 e da allora molti altri gruppi di volontarie si sono attivati nel Paese, compresa Verona che ha debuttato nel 2013.

«Dopo un periodo di fermo forzato causato dall’emergenza sanitaria in corso», racconta Ilaria Fornasini, copywriter, social media manager e una delle fondatrici del gruppo veronese, «abbiamo pensato a questo evento, un po’ per tirare le fila di quanto fatto finora, un po’ per riunirci e ritrovare quel legame che di solito caratterizza i nostri eventi».

Remoti, agili e smart: luci e ombre sul lavoro di oggi

Sarà possibile ascoltare gli ospiti mercoledì 3 marzo alle ore 21 sulla piattaforma Meet. Il link, disponibile nell’evento creato su Facebook, darà accesso per questioni tecniche a un massimo di 100 persone. Tre saranno gli ospiti, che parleranno di smart working analizzandone tutte le sfaccettature, dall’aspetto linguistico a quello pratico.

Dario Villa, autore del testo “Smart-working per tutti”, porrà l’accento su questa modalità di lavoro a distanza – che a volte di smart, di “intelligente”, ha poco o nulla -, analizzandone le differenze e l’impatto non solo sulla vita personale ma anche aziendale. Marzia Marangoni, counselor e formatrice freelance, si concentrerà su questa tematica dal punto di vista della persona, fornendo qualche consiglio su come meglio destreggiarsi nella nuova modalità di lavoro. Infine, Sara Meneghetti, direttrice artistica del teatro off veronese Fucina Culturale Machiavelli, racconterà di come il mondo dello spettacolo si è dovuto adattare al blocco causato dalla pandemia, riportando alcuni spettacoli da lei scritti e prodotti esclusivamente per essere trasmessi online.

Le Girl Geek Dinners di Verona

«Ci è sembrata un’esperienza interessante da raccontare. Vogliamo dare anche un po’ di ottimismo. Certo, la situazione è tragica e ne siamo coscienti, ma è un modo per supportarci a vicenda e in qualche modo trovare possibili soluzioni», prosegue Fornasini, che anticipa, al termine dell’evento, un piccolo spazio dedicato al networking. «Non è la stessa cosa e sarà sicuramente più difficile, ma è al tempo stesso fondamentale. Non è come agli eventi in presenza, in cui puoi approcciarti a chi sta seduto di fianco a te», continua.

Nonostante le GGD puntino a creare rete tra donne, a iniziare l’evento sarà un uomo. Questo perché si punta ad agire su un piano di presenza, a dare voci a chiunque abbia qualcosa di interessante e costruttivo da dire, da raccontare, da trasmettere, a dare presenza senza escludere.

Essere geek come chiave di relazione

E non a caso, perché per entrare a far parte delle Girl Geek Dinners ci sono due semplici regole: rendere gli eventi possibilmente gratuiti – si può richiedere un contributo spese ma senza biglietto d’ingresso – e non escludere gli uomini. «È importante creare networking tra ragazze in questi ambiti. Però vediamo che i pochi posti disponibili riservati agli uomini generalmente si esauriscono quasi subito», sottolinea Fornasini.

Nel corso degli anni gli eventi specialistici pensati per la partecipazione femminile sono aumentati e oggi, come precisa Ilaria Fornasini, «ci siamo adattate anche noi. Prima eravamo le uniche e abbiamo fatto il boom. Adesso vogliamo differenziarci un po’, creare eventi per raccontare esperienze che possano creare networking, unire, ispirare. Diamo un taglio più umano, parlando sempre di tecnologia ma andando a conoscere anche le persone che ci sono dietro». E, aggiunge, «ci siamo accorte che tutte le storie che ascoltavamo partivano da un punto in comune: avevano tutte alle spalle qualcuno che diceva loro di non cambiare, che non ce l’avrebbero mai fatta. Invece hanno dimostrato che il cambiamento che hanno scelto è stato positivo».

Alla domanda su che cosa voglia dire far parte delle Girl Geek Dinners, Fornasini risponde così: «Significa fare la mia parte, seppur magari minuscola, ma che potrebbe essere molto grande se la facessimo tutti. Accomuna un po’ tutte le Girls che ne fanno parte: creare rete, il più possibile. Far conoscere persone, esperienze, percorsi di vita. È qualcosa di necessario».

E per il futuro? «Speriamo di poter tornare presto agli eventi in presenza. Questo prima evento online è un esperimento, vediamo come andrà. Ma il networking non si può sostituire totalmente con la modalità digitale, è parte fondamentale del nostro lavoro e vorremmo tornare a farlo a breve».