Cento di questi anni
La Virtus si tuffa nell'anno del centenario dopo dodici mesi di ulteriore crescita
La Virtus si tuffa nell'anno del centenario dopo dodici mesi di ulteriore crescita
Il 2020 non è tutto da buttare. In un anno di disagi, privazioni e lutti, almeno sul piano sportivo qualcuno può legittimamente sentirsi soddisfatto. La Virtus Verona, ad esempio. Per certi versi l’unico vero motivo per cui in Borgo Venezia non si vedeva l’ora di cambiar calendario era quello di scollinare nell’anno che segna il centenario del club. E, se possibile, Covid premettendo, festeggiarlo degnamente.
L’esigenza di “voltar pagina”, al netto delle limitazioni e del lungo stop dell’attività, in via Montelungo non c’è mai stata. Anzi, sul campo e dietro le scrivanie gli ultimi dodici mesi si sono rivelati i migliori della storia virtussina.
Nel bagaglio del nuovo anno Gigi Fresco e i suoi si sono portati una dote invidiabile. Il club rossoblù ha saputo compiere quel salto di qualità fondamentale nel mondo dei pro. Sul terreno di gioco il 2020 è stato un anno di sorrisi. In venticinque partite disputate, Danti e compagni hanno contato solo sei sconfitte. Tante grandi hanno dovuto limitare le loro velleità contro di loro. Triestina, Vicenza, Cesena, Südtirol, Mantova, Carpi e Perugia alla fine si sono dovute accontentare di dividersi la posta con chi, sul piano tecnico, agonistico e caratteriale, non soffre più alcun reale divario.
I risultati delle singole partite da gennaio a dicembre sono la prova della solidità e della bontà della costruzione della rosa, parametrata con gli obiettivi di una salvezza senza troppi patemi. All’esperienza di Bentivoglio, Cazzola si sono aggiunti giovani di ottime prospettive. Pellacani, Lonardi e tanti under visti all’opera hanno enfatizzato l’abilità dello scouting, in una struttura capace di individuare colpi anche tra giocatori più stagionati che non avevano mai trovato spazio nel mondo professionistico. Pittarello è stato il manifesto più evidente. Il bomber è stata l’autentica sorpresa di questa prima parte di campionato. Con il suo dinamismo ha anche supplito all’infortunio di un giocatore importante come De Marchi e, in fondo, ha anche oscurato il contributo di Arma.
Almeno al Gavagnin-Nocini è stato dunque un annus tutt’altro che horribilis. La recente sconfitta di San Benedetto del Tronto con cui si è concluso l’anno ha probabilmente inciso sul morale meno del dispiacere di Fresco e dei suoi uomini di non poter festeggiare, come in passato, il rompete le righe natalizio nella consueta maniera conviviale con tutti gli amici, soci e partner virtussini.
Il 2021 sarà comunque memorabile a prescindere. Il mondo rossoblù si appresta a celebrare un prestigioso traguardo della propria storia. Un percorso lungo un secolo in cui passione, lavoro e pragmatismo, ma anche piacevole leggerezza, hanno permesso nei recenti lustri di compiere passi da gigante in avanti, mantenendo sempre vivo quel legame con il territorio, la convivialità e l’attenzione sociale che avevano contraddistinto i venti anni di presidenza di Sinibaldo Nocin e il successivo quarantennio firmato da Gigi Fresco. Forse il merito più grande da ascrivere all’odierna Virtus centenaria, da tre stagioni professionista di nome e di fatto.
(Foto Virtus Verona / Liborio)
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