Se sono sopravvissuta in qualche modo al primo lockdown il merito è tutto dell’alcol. È  per questo che, circa un mese fa, per una serie di motivi non totalmente dipendenti dalla mia volontà, con il pronostico di un nuovo periodo di isolamento ho deciso di smettere di bere (o quasi). Mi sento quindi assolutamente qualificata a dare buoni consigli per affrontare l’isolamento da seconda ondata che, inspiegabilmente, per quanto ci permetta molte più “libertà”, pare molto più faticoso del primo. 

A tutta questa situazione non facile, (il non bere, ovviamente, non la pandemia), con la famiglia in una regione diversa, si è aggiunta la sempre più realistica possibilità di passare il Natale da sola.  

In questo momento non mi dispiacerebbe essere una di quelle persone molto cool che odiano il Natale e che già da anni passano le Feste lontano da tutto e tutti bevendo cocktail al mango su qualche spiaggia tropicale.

La verità è che non sono assolutamente così alternativa, quindi chiedo scusa alla redazione se affidandomi questo tema si aspettava un articolo controcorrente dove vi consigliavo di passare Natale 2020 nudi sul tetto di casa vostra a invocare Satana (liberi di invocare chi volete ma se uscite a Natale mettetevi la canottiera).
Il fatto è che fondamentalmente mal sopporto tutte le feste comandate, amo lavorare a Capodanno e con un certo orgoglio non frequento grigliate di Pasquetta da almeno dieci anni, ma con il Natale non si scherza.

È più forte di me, soffro di una dipendenza da cannella, io il Natale lo amo, e per nessuna ragione religiosa, lo venero proprio nella sua concezione figlia del capitalismo e della pubblicità della Coca Cola: cibo, famiglia, pandoro/panettone, camino, maglione imbarazzante, Colin Firth (sì magari, mi piacerebbe). 

Quindi se soffrite della mia stessa sindrome e volete salvare il vostro 2020, oppure se siete una di quelle persone molto cool che se ne fregano del Natale, ma considerato che quest’anno la vedo difficile la fuga sulla spiaggia, e desiderate provare a essere meno alternativi e ad avere un cuore ecco a voi cinque consigli basici per accendere la magia del Natale nella solitudine della vostre case e delle vostre esistenze.  

La Playlist di Natale: che la santissima Mariah (Carey) e il buon Michael (Bublè) – che se solo si chiamasse Joseph sarebbe perfetto – ci assistano e perdonino, ma non temete di esservi trasformarti nel Grinch se alle parole “all I want for Christmas is you”  vi viene solo voglia di prendere una motosega e fare un remake del film Non aprite quella porta ai danni dell’albero della Bauli di Porta Nuova. Credete a me, non esiste Natale senza la colonna sonora giusta, il magico mondo della musica è ricco di canzoni adatte alle festività con una loro dignità e in grado di preservare la vostra.  Spotify ne ha per tutti i gusti (c’è anche la playlist di Natale KPop), personalmente se avete un lato folk molto spigliato vi consiglio questa. In ogni caso, sappiatelo, non sarà mai Natale se non mettete almeno dieci volte Last Christmas degli Wham. All’undicesima lo spirito di George Michael apparirà sul vostro divano. 

Addobbate casa. Vi starete chiedendo per chi? A causa delle restrizioni anticovid a casa vostra non entrano più nemmeno i reietti che pescavate su Tinder, ma ricordate di addobbare casa, come l’amor proprio che i suddetti reietti di Tinder vi hanno portato via, è qualcosa che dovete fare per voi stessi. Che questo Natale sia un momento per imparare a volerci bene e a non buttarci via con il primo/a match sulla sopracitata piattaforma. Una sola raccomandazione, non esagerate, presto sarà il 7 gennaio e smontare gli addobbi natalizi, tra le cose seccanti, è seconda solo a stendere la biancheria. 

Fallite oggi per non rimanere delusi nel 2021. Ci hanno sempre detto che a Natale dovremmo essere tutti migliori, questo periodo festivo di solitudine e bar chiusi è un’ottima occasione per provarci, basta partire con la consepevolezza che al 99% non sarà un successo. Questo dicembre, quindi, dedicatevi a qualcosa in cui non siete bravi, così lo avrete già abbandonato per l’inizio del nuovo anno evitando così di inserirlo tra quei buoni propositi che sapete già che non manterrete mai. Il 2020 è l’anno perfetto: è così già tutto da buttare via che una cosa andata male in più non farà alcuna differenza.
Per me, questo qualcosa, è “fare a maglia” un hobby così natalizio che mi stanno spuntando i canditi sotto i piedi ma più guardo quella cosa che dovrebbe diventare una sciarpa e più sento, dentro di me, che non lo sarà mai. Lo so che sembra una cosa brutta, ma fare pace con le proprie inadeguatezze o con l’assenza di talento/abilità per una determinata cosa è un ottimo modo per ritrovarsi e non prendere decisioni affrettate e terribilmente sbagliate; bisogna fare attenzione, è un attimo che in pieno isolamento non vi scattala voglia di mollare tutto per diventare sarte (ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale).

Videochiamate i vostri famigliari. Non importa quante voltet vi siete detti che quest’anno farete tutti finta che non sia davvero Natale, vedervi anche se da lontano, farà bene a loro ma soprattutto a voi. 

Mangiate, mangiate, mangiate. Regalatevi un vero e proprio pranzo di Natale mono dose: non c’è niente come il cibo per riempire i vuoti dell’anima. Ma soprattutto ogni tanto concedetevi una bevuta. Spero, davvero, non ci siano altri pazzi, come me, che hanno deciso di smettere di bere proprio quest’anno (lo so, sarebbe più corretto dire “ridurre drasticamente la dose di alcol settimanale” ma le licenze poetiche sono necessarie alla drammatizzazione).

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