Maradona, Maradona, Maradona, Maradona, Maradona, Maradona, Maradona, Maradona, Maradona, Maradona… Accendendo la televisione e leggendo i giornali, in questi giorni, non si sente parlare d’altro. E anche noi, inconsciamente, siamo finiti per rendere omaggio, in questo articolo, al giuoco più bello del mondo. Ma non è di tutto questo che vogliamo parlare oggi. 

Cosa spinge l’animo dell’uomo a prendere in mano carta e penna (o schermo e tastiera) e a buttare giù i propri pensieri, così, a raffica? È quel qualcosa di divino che scalpita dentro di noi, non se ne sta buono e tranquillo e vuole uscire in maniera prepotente… e allora assecondiamo questo daimon e diamo spazio a questa Forza misteriosa e potentissima.

In questa fredda mattina di fine autunno, la prima che avvicina il Mondo al Natale, in quello che è sempre e comunque un incredibile conto alla rovescia (è inutile, non c’è Covid che tenga, il periodo resta sempre il più magico dell’anno), mi risveglio con un messaggio di un amico, uno screenshot di un articolo della rivista di cinema, Ciak. Lo guardo e le emozioni combattono nella mente e nel cuore. La notizia mi segna profondamente. Il titolo recita così: “È morto David Prowse, il Dart Fener di Star Wars”.

Alcune delle pose iconiche che hanno contribuito a rendere un mito il personaggio

Basterebbero e di fatto bastano queste poche parole per farmi compiere un viaggio a ritroso nel tempo, nel mio tempo, nella mia vita e per capire, una volta di più, quanto la saga di Star Wars abbia segnato profondamente la mia strada. Quei sani tafferugli stellari hanno veramente scandito questi trent’anni di storia personale. Elementari, medie, università, lavoro. Non c’è stato, probabilmente, un momento del mio percorso di formazione, in cui non abbia guardato con stupore e meraviglia a quella realtà incredibilmente lontana, eppur così vicina. In poche parole, è sicuramente una delle tre epopee cinematografiche a cui non potrei mai rinunciare.

E, sembrerà una cosa banale e scontata (ma, a volte, proprio le cose banali e scontate sono le più belle), le gesta di quel Lord oscuro dall’animo tenero mi hanno sempre affascinato, tenendomi incollato allo schermo. 

C’è poco da fare, Star Wars è la saga di Dart Fener. E Dart Fener, come tutti gli appassionati sapranno, nel corso dei sei film ha molti volti e diversi nomi. Quello di David Prowse ne rappresenta, senza dubbio, l’essenza profonda negli Episodi IV-V-VI, quelli della Trilogia originale.

Sollevatore di pesi alto più di due metri, eletto uomo più forte d’Inghilterra, fu scelto proprio da George Lucas per vestire i panni della figura cardine della storia. 

Prowse in tutta la sua imponenza: il suo fisico era perfetto per conferire l’aria minacciosa che Lucas voleva dare al Lord oscuro

Ma, come quello del Signore dei Sith, il suo volto, di fatto, rimase sempre dietro la maschera ideata da Ralph McQuarrie. Il suo accento non era elegante, la sua voce non indimenticabile come quella di James Earl Jones, i suoi tratti troppo arcigni per impersonare, alla fine della storia, il redento Anakin Skywalker (a cui presta il volto, Sebastian Shaw). 

Eppure, per chi ama Guerre Stellari, Prowse non può che essere, oltre al corpo, anche l’anima di quel personaggio. Il passo minaccioso, i gesti diventati leggendari, le espressioni del volto che cambiano ad ogni frase, il cuore che esplode pieno di sentimenti: paura, rabbia, odio, vendetta, sofferenza, dubbio, tenerezza, amore.

Ed è questa la cosa più straordinaria e incredibile: pur non vedendo mai veramente Prowse, noi riusciamo a percepirlo sempre: è come se il casco e l’armatura sparissero e noi potessimo guardare quegli occhi pieni di malinconia in ogni momento.

La foto che annunciava questa mattina la dipartita dell’attore: negli occhi di Prowse-Dart Fener dolcezza e grinta

Oltre alla notizia, anche la foto che accompagna l’articolo (quella proposta qui a fianco) mi ha profondamente commosso. È proprio come nel film: il guerriero ha combattuto la sua ultima battaglia e ha lasciato la galassia lontana lontana per diventare, infine, veramente parte del tutto. E allora, sulla base degli insegnamenti del maestro Yoda, noi rimpianti non dovremmo avere e gioire per coloro che diventano parte della natura dovremmo…

Eppure, resta un poco d’amaro in bocca che non vuole passare: personalmente, e mai come questa volta, sento che un’altra parte del mio mondo scompare e vola via lontana.

Rivolgiamo, allora, il nostro sguardo al cielo questa sera: lo vedremo lassù, forse, che passeggia fra le stelle e le visita tutte, diventando il primo nella Galassia ad averlo fatto e aver conquistato il cuore di tutti noi. 

Buon riposo David, Che la Forza sia sempre con te!

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