Il giorno dopo. Quando hai passato una serata a leggere un sacco di post, lettere, commenti. Nascono così dieci considerazioni sparse su Diego Armando Maradona. Dove il calcio c’entra poco, a volte proprio niente.

1 – Buttate via i coccodrilli celebrativi. Quelli già pronti nel cassetto delle redazioni sportive, quando arriva la notizia di questo o quel campione con un piede nella fossa. Per chi sa parlare la lingua del calcio, è come se da ieri fossero svanite le parole più belle.

2 – Pietro Rigosi, salendo sulla locomotiva, lo aveva capito prima di tutti che gli eroi, spesso, non sono come quelli dei film. Il Brasile avrà anche la bellezza e la gioventù di Senna, la sua velocità. Non importa. Sulle sponde del Rio de la Plata basta un ragazzino dal baricentro basso che gioca nel fango di Villa Fiorito. Che sgambetta i “potenti”, prende una banda di scappati di casa e li porta in cima al mondo.

Eterno splendore” – Lance!

3 – Smettiamola con lo sterile dibattito tra chi pretende di non separare l’uomo dal calciatore e chi il contrario. Come se ci fosse bisogno di ripeterlo ogni cinque minuti che ha sbagliato un numero indefinito di scelte di vita. Come se fosse compito nostro. Per fortuna Maradona sfugge a certe menate, a dogmi e moralismi inutili. Abisso e paradiso, maestosa grandezza e grottesca decadenza. C’è chi ha visto preti abbracciati a ladri e truffatori per certi suoi gol. Diego ha unito gli opposti e spaccato i comuni denominatori. Perché in ogni singolo istante è stato come sangue che pulsa nelle vene. Ha vissuto, sprecato, goduto e deriso. Ha amato e peccato, come e forse più di tutti. Ed è anche così che ci ha fatti sentire vivi.

4 – Anche la discussione sulla differenza tra quel calcio e quello odierno, puzza di stantio. Per chi volesse fare paragoni, ho solo un consiglio. Cercatevi un video di quelle partite di fine anni ‘80, senza commenti. Ascoltate il rumore degli interventi sulle sue gambe, lo schioccare dei tacchetti sui parastinchi. Nient’altro.

Nelle mani di Dio” – The Sun

5 – Sì, se n’è andato lo stesso giorno di Fidel Castro e George Best. Personalmente, però, preferisco ricordare che, sempre un 25 novembre, esattamente 50 anni fa, Yukio Mishima si toglieva la vita in diretta nazionale. Il poeta nipponico e Diego, figure distanti anni luce, eppure talmente simili, in taluni frangenti, da potersi quasi sfiorare. Due uomini spesso a corto di fiato nel mondo. D’altronde “la bellezza non ha il tempo di assumersi ogni volta la responsabilità dell’influsso della sua forza incalcolabile”.

6 – Notizie del genere, non meritano titoli mediocri. Ieri sera ho fatto il giro del mondo, lo trovate nelle foto di questo pezzo. Brasile, “eterno splendore”; Inghilterra, “nelle mani di Dio”; Argentina, “la notizia che non avremmo mai voluto dare”; Francia, “la morte di un dio”. Italia, una prece per il titolista che si è giocato la carta “AdD10S” (questa foto ve l’ho risparmiata).

La notizia che non avremmo mai voluto dare” – El Gráfico

7 – Costringere i social media manager di Salvini, che in mattinata presentava nuove iniziative legislative per la lotta alla droga, a dedicargli un post commosso. Pur di restare in trending top. Voglio immaginare che sia la sua ennesima beffa.

8 – Oggi ancor più di ieri, non vorrei essere nei panni di Leo Messi. Che in alcuni fondamentali forse è addirittura più forte di Diego, ma a cui da sempre chiedono di essere come lui, di prendersi sulle spalle tutta una nazione. Senza rendersi conto che non esistono persone più diverse tra loro.

Maradona, la morte di un dio” – L’Equipe

9 – Teniamocele strette certe figure. Non credo ne avremo ancora molte. Personaggi che trascendono il calcio, il tifo e la cronaca sportiva. Diego è passione popolare, religione laica. Anni fa avrebbero scritto canzoni, poesie su di lui. Maradona lo troviamo in ognuna delle rivoluzioni di straccioni del colonnello Aureliano Buendía, nelle smorfie di Troisi e nei versi di De André. Maradona è un giovane Picasso che se ne fotte delle regole, dipinge quattro prostitute avignonesi e cambia la storia dell’arte.

10 – Hanno ragione quelli che la pensano così. Immaginate se non avesse iniziato a drogarsi a 12 anni.