Ai giorni nostri, e in particolare in questo periodo di reclusione forzata, le serie tv sono una delle realtà più diffuse e riconosciute, sono facilmente reperibili in cataloghi vasti in grado di accontentare i gusti più svariati, dalla serie nazional-popolare al prodotto norvegese di nicchia… ma, è giusto che lo sappiate, c’era un mondo prima di Netflix. Un universo di appassionati seriali che andavano oltre alla programmazione di Italia 1, fatto di sottotitoli da sincronizzare e giorni infiniti d’attesa per il download (totalmente illegale) dell’ultimo episodio della nostra serie preferita. Un mondo sommerso di cui si trova traccia (sempre che esistano ancora) in forum dimenticati, in primordiali blog (i livejournal) e nelle memoria delle chat di msn. 

Senza dubbio era un mondo molto meno cool di quello che oggi ruota intorno ai prodotti seriali ma l’averne fatto parte, oltre ad aver notevolmente ridimensionato la mia vita sociale negli anni migliori della mia vita mi ha permesso di scoprire The Office con quasi 15 anni d’anticipo. Molte delle serie del primo decennio dell’attuale millennio, infatti, vengono oggi riscoperte grazie alle piattaforme in streaming diventando dei veri e propri cult. Ce ne sono però altre totalmente dimenticate e difficili da reperire, che invece sarebbero da guardare (ad esempio potreste fare una cosa molto vintage e acquistarne i dvd).

Ecco quindi, cinque di queste, per cui vale davvero la pena fare l’impossibile. 

The Hour – BBC

The Hour – BBC
La miglior serie tv sul giornalismo mai prodotta è stata trasmessa dalla britannica BBC Two dal 2011 al 2012, la seconda stagione si chiude con un finale aperto di cui non conosceremo mai le sorti in quanto nel 2013 la serie è stata cancellata e la terza stagione non ha mai visto luce. La serie è ambientata a Londra nel 1956 e racconta le vicende di Freddy Lyon, reporter che viene ingaggiato dalla sua amica produttrice Bel Rowley per il nuovo settimanale di attualità della BBC The Hour.  Due stagioni di pregio altissimo (la seconda forse più della prima) con un cast con pedigree: Ben Wisham (007: Skyfall, The Danish Girl, Cloud Atlas, The Lobster, Suffragettes), Romola Garai (Emma BBC, Suffragettes, One Day) e Dominic West (The Wire, 300, Chicago, Pride).
Consigliata a: giornalisti, aspiranti giornalisti, appassionati di cronaca e attualità.

Studio 60 On the Sunset Strip
Una sola stagione per una delle opere meno note del genio Aaron Sorkin. La serie raccontata la storia dietro le quinte di un famoso live show (se siete familiari con il Saturday Night Live coglierete subito il riferimento, anche se invece che a New York la serie è ambientata a Los Angeles) dove per risollevare le sorti dello show, a seguito del rovinoso monologo in diretta dell’ex produttore esecutivo vengono ingaggiati il produttore Danny Tripp e l’autore Matt Albie. È metatelevisione allo stato puro e guardandola avrete la fortuna di ascoltare alcuni dei dialoghi meglio scritti della storia della sceneggiatura (uno dei caratteri distintivi di Aaron Sorkin). Cancellata alla fine della prima stagione comunque si chiude con un vero e proprio finale. Tra i protagonisti Matthew Perry (Friends), Bradley Withford (West Wing), Amanda Peet e un’ancora sconosciuta Sarah Paulson (American Horror Story, 12 Anni Schiavo).
Consigliata a: chi ama davvero la televisione e/o i dialoghi ben scritti.

Pushing Daisies

Pushing Daisies
Molto attuale in tempi di distanziamento sociale, il dramedy Pushing Daisies racconta la vita di Ned (Lee Pace) e del suo incredibile potere di riportare in vita ciò che è morto al tocco (come Re Mida faceva con l’oro). Purtroppo come tutti i grandi doni anche quello di Ned prevede un grande sacrificio (e qui la trama si complica): se non tocca nuovamente ciò che ha riportato di vita dopo 60 secondi, morirà qualcun altro, se invece lo tocca (anche dopo i 60 secondi) morirà definitivamente. Il ragazzo, che aveva scelto di vivere una vita molto appartata, per trovarsi il meno possibile nella situazione di usare il suo potere, viene ingaggiato da un investigatore privato per aiutarlo a risolvere i casi di omicidio. Ma non è finita qui, tra i Lazzaro di Ned c’è Chuck, il suo primo e grande amore: i due sono quindi destinati a non potersi mai toccare.
La serie nonostante il grande successo di critica non ha riscontrato il favore del pubblico e, anche a causa dello sciopero degli sceneggiatori del 2007, è stata cancellata a metà della seconda stagione (il finale è stato svelato in un fumetto). Rimane comunque in gioiellino che vale assolutamente la pena recuperare.
Consigliata a: romantici amanti del mistero, a chi ama le storie originali e impossibili.

Dr. Horrible’s Sing-Along Blog
Una delle prime webserie è stata scritta da Joss Wheadon (Buffy, The Avengers) durante lo sciopero degli sceneggiatori del 2007.  Si tratta di un musical sui generis interpretato da Neil Patrick Harris (How I Met Your Mother) Nathan Fillion e Felicia Day che narra le vicende dell’aspirante criminale Dr. Horrible, della sua nemesi Captain Hammer (Fillon) e del loro interesse sentimentale comune Penny (Day). È stata la prima webserie a ottenere un largo successo di pubblico e a ricevere diversi riconoscimenti tra cui un premio Emmy. La miniserie è facilmente reperibile su YouTube.
Consigliata a: amanti dei musical, nerd e geek.

Vicious 
Una vera chicca della serialità made in UK, composta da due stagioni è stata trasmessa dal canale ITV a partire dal 2013. Si tratta di una classica sit com, egregiamente scritta, che narra le vicende di Freddie e Stuart una coppia gay che convive da 50 anni. Perché vale la pena vederla? Perchè ad interpretarla sono due mostri sacri dell’olimpo attoriale britannico: Sir Ian McKellen (Il Signore degli Anelli, X-Men, Lo Hobbit e niente poco di meno di quello che è stato definito il miglior attore shakesperiano vivente) e Derek Jacobi.
Consigliata a: amanti delle sit com, appassionati della serie Grace and Frankie (Netflix). 

A queste cinque serie è necessario fare una postilla su alcune serie più facilmente reperibili e forse più conosciute (ma che non hanno propriamente notorietà mainstream, o almeno non in Italia) che però se non avete mai visto è arrivato il momento di rimediare.

30 Rock

30 Rock: personalmente lo ritengo il miglior prodotto comedy della storia della tv, la serie scritta e interpretata da Tina Fey racconta le avventure dietro le quinte del The Girlie Show, un live show della NBC. Coprotagonista della Fey un imperdibile Alec Baldwin. La serie si basa sull’esperienza della Fey come autrice del Saturday Night live di cui è stata head writer, il nome “30 Rock” fa riferimento al civico “30” del Rockfeller Plaza, sede a Manahttan del network NBC. Non vi sarà sfuggita una certa somiglianza con Studio 60 on the Sunset Strip: le due serie vennero insolitamente trasmesse nello stesso anno e sullo stesso canale (la NBC) ma 30 Rock ebbe senza dubbio maggior fortuna – in onda per sette stagioni tra i tanti riconoscimenti ricevuti conta quattordici Emmy Awards e sei Golden Globe (attualmente è disponibile su Amazon Prime Video anche nel nostro Paese) –. 

Tutto Sorkin: chiedete a qualsiasi sceneggiatore chi è Aaron Sorkin e vi risponderà che è il miglior sceneggiatore mai esistito. Al cinema è più conosciuto con titoli come The Social Network, che gli è valso l’Oscar, e l’ultimo Steve Jobs ma il miglior Sorkin è in televisione. Oltre alla chicca di Studio 60 On the Sunset Stip di cui abbiamo parlato, il consiglio è di guardare tutte le sue opere seriali: la più recente The Newsroom (la seconda serie migliore sul giornalismo che potrete vedere), il capolavoro West Wing (7 stagioni che ripercorrono 2 mandati di una presidenza USA)  e quella d’esordio Sports Night.

Six Feet Under

Six Feet Under: serie di grande successo della HBO, l’opera di Alan Ball (American Beauty) che ripercorre le vite dei Fisher, famiglia di becchini, rimane une delle narrazioni seriali più poetiche mai realizzate. Tra surrealismo e humor nero, a 19 anni dalla messa in onda del primo episodio non si può che continuare ad affermare che Six Feet Under rimane, oggettivamente, un gradino più in alto rispetto a qualsiasi altra serie prodotta. L’inserimento in questa lista è probabilmente improprio ma tra tutte le serie, questa è quella che se non avete mai visto, dovete vedere. Le vicende della famiglia Fisher, al tempo trasmesse da Italia 1, oggi sono disponibili su Now TV.

Parks and Recreation: dagli autori di The Office, Greg Daniels e Michael Schur, l’originale (The Office invece nasce come adattamento dell’omonima serie inglese del geniale Ricky Gervais), Parks & Recreation, attraverso la narrazione del falso documentario (come the office) segue la storia di quello che in Italia sarebbe un ufficio comunale alla cui direzione c’è la fin troppo entusiasta Leslie Knope. Un’irresistibile comedy capitanata da un’eccezionale Amy Poheler (Saturday Night Live) e che tra i tanti meriti ha quello di aver lanciato Aziz Ansari (Master of None) e anche un Chris Pratt (Jurassic World, Guardiani della Galassia) prima di diventare convenzionalmente (e noiosamente) belloccio.

My Mad Fat Diary: per i nostalgici degli anni Novanta, per chi vuole fare un tuffo in un mondo di tute acetate, camicie di flanella e dischi degli Oasis questa è la serie perfetta. Questo teen drama, davvero molto british, tratta i temi dell’adolescenza (dal suicidio, la violenza, al body shaming fino alle più semplice cotte) in una maniera originale, che lascia poco spazio alla polemica. Sicuramente lo fa molto meglio del recente e pessimo “sucidal teen drama” 13 di Netflix. Tra le giovani protagoniste una emergente Jodie Comer, oggi pluripremiata protagonista della serie spy thriller Killing Eve.

Battlestar Galactica: se ci trovassimo nella situazione di dover assegnare un genere letterario alle serie tv senza dubbio Battlestar Galactica rientrerebbe in quello dell’epica. La serie fantascientifica, nata come remake della serie del 1979 Galactica si rivela un’autentica parabola del genere umano (disponibile su Amazon Prime Video).