Cercasi “teste aperte” per l’arte e la solidarietà
L'obiettivo è che sia un'asta di beneficenza, ma anche l'occasione per aprire la mente e riempirla di nuove immagini. Che dicano di oggi e facciano del bene.
L'obiettivo è che sia un'asta di beneficenza, ma anche l'occasione per aprire la mente e riempirla di nuove immagini. Che dicano di oggi e facciano del bene.
Teste aperte da svuotare e da riempire d’arte: l’appello è rivolto agli artisti e ai graphic designer, più o meno noti, con l’obiettivo di raccoglie opere d’arte che illustrino cosa esce dalle loro menti.
La domanda che sta dietro a questa iniziativa, nata da un’idea del maestro d’arte Daniele Bengi Benati in collaborazione con Studioventisette, è di approfittare di questo tempo sospeso e pieno di incertezze per fare un reset totale, aprire le nostre menti e metterci dentro un “cervello migliore”. Anche perché in queste settimane la realtà si è infarcita di dolore e incredulità di fronte al dramma che la pandemia ha portato nelle nostre vite. Sono tanti, troppi i morti che il Covid-19 ha portato via, tra cui a farne le spese sono soprattutto gli anziani, ovvero la nostra memoria storica.
«L’iniziativa ha una finalità benefica, perché a fine maggio i lavori che saranno selezionati parteciperanno a un’asta, durante la quale diversi testimonial del mondo dello spettacolo daranno un contributo sul tema della memoria – spiega Alessandra Biti presidente di Studioventisette – e daranno supporto al progetto. Lo scopo è di raccogliere fondi che saranno devoluti per l’acquisto di presidi medici da donare alla casa di riposo Ipab “Maria Gasparini” di Villa Bartolomea, duramente colpita dall’emergenza. Questo paese a causa del Covid-19 ha dovuto dire addio a tutti i “suoi nonni”.»
Il sindaco di Villa Bartolomea, Andrea Tuzza, ha accolto positivamente l’iniziativa, e ricorda di aver temuto fino a pochi giorni fa il collasso della residenza sanitaria assistita, «anche perché molti operatori, risultando positivi, non potevano prestare il loro servizio – ha affermato -. La mancanza di Dpi, soprattutto mascherine Ffp2, camici, tute e altre protezioni individuali, ha aggravato una situazione già drammatica. Alcuni giorni c’erano talmente tante bare che si è dovuto aprire delle stanze al cimitero. E’ stato come aver strappato la pagina di un libro di storia, come aver battuto la testa e al risveglio vivere la sensazione di essersi dimenticati qualcosa».
Per chi volesse contribuire mandando un suo lavoro, ha tempo fino al 24 maggio alle ore 23.59 per inviare la propria opera attraverso il form on-line sul sito https://www.testeaperte.com/partecipa. La selezione terrà conto non solo della qualità del contributo, ma soprattutto che si attenga al tema dell’iniziativa.
L’immagine è di Nepo, Vulcanico, collage su carta.