“In gamba, fratello”: domani da Feltrinelli la storia di due supereroi in sedia a rotelle
Due supereroi "con le ruote" sono protagonisti di un racconto in cui la disabilità diventa strumento di ribellione e di lotta contro l'ingiustizia.
Due supereroi "con le ruote" sono protagonisti di un racconto in cui la disabilità diventa strumento di ribellione e di lotta contro l'ingiustizia.
Fa il giornalista a Milano, ogni giorno conduce Radar, in onda su Radio Popolare, un programma di notizie, interviste, approfondimenti in diretta. Alessandro Principe è veronese e i suoi interessi professionali sono soprattutto l’economia e la politica, ma anche i temi sociali, la musica, le storie, la scrittura. Ha infatti già pubblicato un romanzo-inchiesta, “Riscatto. Una storia vera d’amore e fabbrica”, in cui narra la vicenda di Dino, un operaio che insieme ai suoi colleghi tenta di rilevare e rilanciare l’azienda in cui lavorava, ormai sull’orlo della chiusura.
Principe oggi torna in libreria con un nuovo progetto narrativo, “In gamba, fratello”, sempre per Round Robin editrice, storia di due inaspettati supereroi in sedia a rotelle. Presentato pochi giorni fa al Bookcity di Milano, venerdì 29 sarà in Feltrinelli di via Quattro Spade, alle 18, accompagnato dalla giornalista Chiara Cappellina e dalla regista Alessia Bottone, di cui sarà proiettato il trailer di “Ritratti in controluce. Cecità, stereotipi e successi a confronto”, documentario incentrato sui pregiudizi che ruotano attorno alla capacità di lavorare dei disabili visivi.
A metà tra romanzo e fumetto, “In gamba, fratello” traghetta la realtà in situazioni surreali, affrontate con ironia e sarcasmo dai protagonisti Massimo e Tommaso, i cui nomi d’arte sono Max Wheels e Tom Wolf. La loro disabilità non è un punto di debolezza, quanto una chiave di interpretazione della realtà vista, nel loro caso, da seduti.
La città resta un ostacolo, fatta di barriere fisiche e di pregiudizi, ma loro trasformano le difficoltà in nemici da combattere. «Noi siamo fuori e a qualcuno fa comodo. E dobbiamo pure essere buoni e cari. Ma io sono stufo e ho deciso che basta così. Adesso basta.», dice Tommaso all’inizio del romanzo, nel tentativo di coinvolgere l’amico nel suo progetto di trasformazione: diventare «due supereroi al servizio della Giustizia». Saranno cinque le missioni da compiere, una lotta contro i cattivi, ma «non quelli che vogliono distruggere l’universo. Quelli li lasciamo a Superman. Noi ci occupiamo degli altri.»
Il vivere su una sedia a rotelle diventa da limitazione a risorsa, perché sarà proprio facendo leva sui comportamenti della società che i due protagonisti si metteranno alla prova. Il loro superpotere sarà l’astuzia, l’intelligenza nel creare situazioni in cui saranno i nemici a soccombere, grazie al fatto che è proprio la carrozzina a disorientare, perché «facciamo compassione. Non destiamo sospetti. Siamo due poveri handicappati, questa è l’arma segreta.»
Il linguaggio, diretto e senza filtri, si scontra con la facilità delle etichette, dei luoghi comuni e delle perifrasi fumose con cui le persone cercano di non dare un nome alle cose sgradite, diverse, da evitare. E poi c’è l’evoluzione degli stessi protagonisti, che vengono plasmati dalla loro amicizia ma che reagiranno ai propri limiti in modo diverso.
Alessandro Principe per concepire il libro è partito da una persona vera, in carne ed ossa, che ha conosciuto grazie alla passione comune per la radio. È stato proprio quest’incontro a fargli pensare di scrivere sulla disabilità da un altro punto di vista e con gli strumenti creativi del romanzo, in modo da trasfigurare le questioni complesse in racconto avvincente.
Una storia di supereroi a fronte di una realtà che quando va bene tratta i disabili con accondiscendenza, sempre che non siano disturbanti. “In gamba, fratello” cerca di portare questo tema complesso fuori dal ghetto, di rompere barriere linguistiche, ribaltare il punto di vista per raccontare la vita e i problemi delle persone con disabilità come parte integrante della vita reale. L’incontro di domani darà occasione di confrontarsi non solo con la forza del racconto, ma anche con ciò che possiamo fare per cambiare prospettiva.