Pioggia, benedetta pioggia
Grande prestazione nel GP di Germania di Sebastian Vettel, che partito in ultima posizione ha risalito la china sino a centrare un grande e meritato secondo posto.
Grande prestazione nel GP di Germania di Sebastian Vettel, che partito in ultima posizione ha risalito la china sino a centrare un grande e meritato secondo posto.
Era da tempo che si attendeva quel fresco sollievo che solo la pioggia può regalare in questa torrida estate che sta mettendo a dura prova le Nazioni del Vecchio Continente. Così è stato, nel weekend appena trascorso, anche in Germania, in occasione del tradizionale GP di Formula 1, dove si è assistito a una gara sul bagnato a dir poco entusiasmante, che ha portato una quanto mai salutare dose di freschezza a un campionato dall’esito finale al momento piuttosto scontato.
La pioggia fitta e battente ha fatto da cornice a una gara ad alto indice di spettacolarità, con un ordine d’arrivo del tutto inedito, soprattutto per l’inattesa assenza di entrambe le Mercedes dalla zona punti (Hamilton nono e Bottas costretto al ritiro nel finale per un’uscita di pista). Il continuo susseguirsi di colpi di scena, ribaltoni, incidenti e interventi da parte della safety car, ha fatto in modo che alla fine prevalesse su tutti i contententi l’ottimo Max Verstappen, che grazie a una conduzione di gara molto accorta, ha ottenuto la seconda vittoria di questa stagione. Il pilota olandese ha dato ancora una volta sfoggio del grande talento di cui dispone, mostrando di aver acquisito una sempre maggiore maturità. Doti, queste, che gli hannno consentito di ridurre al minimo gli errori su un tracciato reso particolarmente insidioso dalle avverse condizioni atmosferiche.
Non si può dire altrettanto, invece, di Charles Lecrerc, tradito dalla troppa foga e da un rivolo d’acqua che lo ha “spedito” sulla ghiaia, senza alcuna possibilità di recupero. Un esito finale diametralmente opposto a quello dell’altro ferrarista Vettel, giunto secondo dopo essere partito all’ultimo posto della griglia di partenza, a seguito di un guasto subito dalla sua vettura durante le prove, che non gli aveva consentito di disputare per intero le qualifiche. Un vero peccato perchè sin dalla prove del venerdi la Ferrari aveva dato la sensazione di avere il giusto passo per lottare per pole e vittoria finale. Viste le premesse, tuttavia, il secondo posto finale può essere visto quasi come una vittoria, sia per la squadra, sia per il pilota tedesco. Per lui, in particolare, un podio dal sapore particolare, visto che proprio un anno fa su questo circuito, con le medesime condizioni di pista bagnata, fu vittima di un errore che a detta di molti condizionò inesorabilmente l’esito finale del suo mondiale. La pioggia ha condizionato, invece, la gara di Hamilton, protagonista di ben due uscite di pista, che pur non costringendolo al ritiro, hanno compromesso inevitabilmente il suo piazzamento finale.
La gara disputata in terra tedesca conferma, laddove ce ne fosse bisogno, che un pilota non deve essere mai giudicato per gli errori commessi sul bagnato –specie se con gomme da asciutto – esattamente come dovrebbe succedere per un calciatore che sbaglia un calcio di rigore. L’errore è sempre dietro l’angolo e nemmeno i campioni ne sono immuni. Nemmeno grandi piloti del passato come Senna e Schumacher, entrambi dei veri fenomeni in condizioni al limite e autori di memorabili gare sotto la pioggia – su tutte Donington 1993 per il primo e Barcellona 1993 per il pilota tedesco – scamparono a clamorosi errori in situazioni analoghe. In certi contesti, tuttavia, la differenza sostanziale è quella che esiste tra un bravo pilota e un campione. Ecco perchè diventa importante dare giusto risalto alla prova di Vettel sul circuito di casa in quanto il secondo posto finale è soprattutto, e senza alcun dubbio, interamente merito suo, viste delle premesse iniziali – partenza in ultima posizione – tutt’altro che beneauguranti. L’auspicio in casa Ferrari è, naturalmente, che anche lui sappia ripetere le gesta dei suoi illustri predecessori. Pioggia permettendo.