Punteggi tennistici per Chievo ed Hellas nella domenica della straordinaria finale di Wimbledon tra Đjoković e Federer. Adrenalina e tensione inversamente proporzionali – ci perdoneranno i calciofili – tra le gare amichevoli giocate in Trentino dalle due formazioni veronesi e quella disputata di fronte a William e Kate all’All England Lawn Tennis and Croquet Club, se non fosse stato per la curiosità di vedere per la prima volta all’opera i nuovi tecnici delle rispettive compagini gialloblù. Buona la prima per entrambi, per quanto valga il calcio d’estate: a Bleggio la formazione di Michele Marcolini ha segnato un punteggio tennistico a una squadra mista formata da giocatori del Calcio Bleggio e del Comano Terme; ne ha realizzati esattamente il doppio la squadra di Ivan Juric contro i dilettanti del Primero.

Pazzini show nell’Hellas

Si sa che il calcio di luglio offre spesso indicazioni di relativa sostanza. Tra un aggiornamento del pallottoliere e l’altro, a Mezzano si sono intravisti segnali tattici – con un abbozzo di un possibile 3-4-3 gasperiniano – del nuovo mister dell’Hellas, in una sgambata in cui sono stati impegnati tutti gli elementi della rosa. Al termine di partite del genere sugli scudi ci finiscono di solito i marcatori e nei due casi specifici così è stato. A  entusiasmare gli ottocento sostenitori che hanno seguito la prima dell’allenatore spalatino è stato, come spesso è accaduto in questi ultimi anni, Giampaolo Pazzini. Quattro stoccate in meno di venti minuti hanno certificato che, ancora una volta, proverà a giocarsi le sue migliori carte per conquistarsi un posto da titolare.

Giampaolo Pzzini

Primo set al Chievo

Anche nel caso del Chievo sono stati i giocatori più esperti a mettersi in evidenza nel determinare lo score. Nel sei a zero, come a tracciare una sorta di filo rosso con il passato, a aprire le marcature veronesi sul lato opposto del Trentino è stato Riccardo Meggiorini, poi seguito da Giaccherini e Obi in una gara in cui occorre aggiungere il singolo di un altro veronese doc: il giovane Rovaglia. Il suo bel colpo di testa, frutto di un’azione combinata sull’asse Rodriguez-Leris, offre un altro piccolo-grande segnale sulle qualità di questo ragazzo cercato anche da Inter e Juventus. Marcolini ha dato spazio a tutti gli uomini a disposizione. Segnalazione d’obbligo anche per Rodriguez, rientrato dal poco fortunato – a livello personale, s’intende, sei presenze e zero gol – prestito al Brescia, che seguiva quello ad Empoli. Per lo spagnolo due marcature all’attivo in un panorama di punte che oggi offre uno scenario di curiosa sovrabbondanza. Da segnalare l’assenza alla prima stagionale sia di Kiyine che Ndrecka: per loro sempre più forti le voci di un doppio passaggio alla Lazio. A breve le eventuali conferme.

Il ChievoVerona sceso in campo a Bleggio Superiore

Virtus in rampa di lancio

Già mercoledì i ragazzi di Marcolini disputeranno la seconda partita amichevole sempre al campo comunale di Bleggio Superiore contro la Virtus Verona di Gigi Fresco. I rossoblù di Borgo Venezia si radunano ufficialmente martedì, anche se quantomeno i riconfermati dalla scorsa stagione nel frattempo hanno già mosso i primi passi in palestra e sul prato verde. L’ufficialità della riammissione alla serie C permette di poter operare con un approccio completamente differente rispetto alle ultime settimane e da Illasi potrebbero arrivare anche notizie di innesti importanti. Fresco ha comunque già puntellato la sua formazione: Casarotto, Sirignano, Rossi, Onescu, Danti – che ha resistito a diverse sirene – e non solo loro saranno alla base della formazione di domani. Attesa la riconferma di Giacomel tra i pali, a dar sostanza in avanti è scontato l’arrivo di Odogwu, fresco della promozione in C con l’Arzignano. Non ci sarà invece Ferrara, tra le sorprese della scorsa stagione, che compie il percorso inverso del neo arrivato, ma neppure Grbac, passato al Renate, a compendio di un ciclo con i rossoblù giunto a termine.

Gigi Fresco

Londra e l’epica dello sport

Pazzini e Meggiorini ci permettono un assist ideale rispetto a quello che stava accadendo nelle stesse ore a Londra e a quanto la classe non si spegne con gli anni. Anzi, emerge ancora più limpida se supportata dalla condizione fisica. Ieri due trentenni hanno dato vita ad una delle più belle partite di tennis di tutti i tempi. Roger Federer, a dirla tutta più verso i quaranta, e Novak Đoković hanno deliziato il pubblico di Wimbledon e milioni di telespettatori lottando punto a punto in un memorabile finale di Wimbledon.

La finale del mondiale di cricket tra Inghilterra e Nuova Zelanda

Mentre il mondo restava estasiato nelle cinque ore di prodezze dei due tennisti, a una decina di miglia a nord di Wimbledon, nel quartiere di Marylebone, al Lord’s, il più celebre stadio di cricket al mondo, l’atto finale di questo sport amatissimo nei paesi britannici e nelle ex colonie inglesi per assurdo ha messo in scena uno spettacolo ancor più emozionante e avvincente di quanto i campioni della racchetta stavano vivendo nel SW19. Evitiamo di spiegare le regole del cricket per dire che, in uno stadio stracolmo, nelle ultime quattro palle della partita l’Inghilterra ha recuperato i 15 punti alla Nuova Zelanda, tanti da consentire di arrivare all’over supplementare (una specie di rigori nel calcio). Il tutto, attraverso giocate ai confini della realtà. Infine, nell’ultimo capitolo, i poveri neozelandesi, che già stavano per festeggiare il titolo iridato, hanno mancato più volte il colpo che avrebbe permesso di vincere la gara. Alla fine, una volta tanto negli sport di squadra, hanno vinto gli inglesi. Anzi, a Londra in questo weekend ha vinto lo sport e l’epica unica che è in grado di regalare. A chi lo gioca e a chi lo ammira.