Di Giorgio Bertani, scomparso sabato scorso all’età di 83 anni nella sua casa di Veronetta, si è già detto molto in questi giorni, se non tutto.
Attivista, pacifista, editore (anche di Dario Fo, fra gli altri) e politico (nel senso più nobile del termine), Bertani è stato per molto tempo un punto di riferimento fondamentale per la parte più progressista della sua città. Il suo apporto all’editoria, ma soprattutto al pensiero più di sinistra nel capoluogo scaligero (da sempre minoritario), ha fatto sì che in questi giorni la commozione per la sua morte abbia coinvolto buona parte della società civile veronese, di qualsiasi orientamento.
Fra le poche cose forse non dette in questi giorni ce n’è una che ci piacerebbe qui ricordare: fu – probabilmente a sua insaputa, almeno fino a pubblicazione – protagonista anche di un libricino scritto a firma di Giulio Meazza del collettivo de L’Ombroso dal significativo titolo Adieu Pearà. Memorie future dalle ombre di Verona”. Un libro catalogato come fantascienza e per molti aspetti profetico, in cui il buon Giorgio entrava, con il suo personaggio barbuto, in maniera marginale ma molto originale, come simbolo di un mondo pronto al sacrificio pur di resistere ai soprusi e alle ingiustizie. E, in una vicenda come quella lì raccontata (in cui si estremizzava il conflitto sociale di una ipotetica Verona del futuro, avvolta dalle nebbie, divisa e divisiva), ci piace sottolineare come fra i pochi personaggi “reali” sia stato scelto anche (e proprio) lui, l’editore Bertani.
Negli ultimi tempi lo incontravamo spesso in Via Carducci. Lui brontolava un po’ perché avevamo il vizio di portare la bici a mano, sul marciapiede, dove lui stava passeggiando. Temeva che potessimo fargli perdere l’equilibrio, reso precario dalle difficoltà di salute e supportato da un proverbiale bastone. Proprio lui, fra l’altro, che è stato sempre un grande amante delle biciclette e proprio per questo, purtroppo, anche vittima di numerosi furti di mezzi a due ruote. Quando mi riprendeva gli rispondevo bonariamente, cercando di non farlo irritare ulteriormente, e sorridendogli sempre con grande stima. A quel punto mi sorrideva anche lui, continuando a brontolare.
Se n’è andato così… in sordina, dopo una vita vissuta in prima linea. I suoi funerali sono fissati per mercoledì 12 giugno alle 17 nella Chiesa di San Tomaso. Adieu monsieur Giorgiò… il tuo basco rosso rimarrà per sempre nel cielo di Verona.