San Valentino è ormai passato, però la vita non smette di essere né complicata né all’insegna di apparente amore e armonie universali. Negli ultimi giorni, tutti gli sconosciuti del mondo sembrano avere a cuore il tuo benessere come neanche il migliore dei fidanzati. Sarà l’amore rimasto nell’aria, ma l’universo mondo pare non voler fare altro che aiutarti in questa vita. E possibilmente anche nell’altra.
Questa atmosfera “volemose bene tutti” prende in genere svariate forme. Forme che tu, notoriamente poco ecumenica, sei ormai abituata a dribblare con minore o maggiore eleganza – dipende dai momenti, e da quanto tempo è passato da quando ti sei accorta che ti hanno rigato la macchina –, inducendoti ad essere gentile ma ferma con a. sconosciuti/e che ti chiamano a casa per offrirti, sempre per il tuo bene, corsi di informatica/inglese/cinese-che-è-la-lingua-del-futuro/cucina/giardinaggio/self-developement/casse di olio/abbonamenti telefonici o televisivi; e con b. sconosciuti/e che ti bloccano per strada per mostrarti penne, quadretti, origami, cartoline coi gattini fatti da chiunque pensi di riuscire a smuovere la tua ormai inesistente coscienza sociale – la stessa è morta 57 metri fa dopo l’offerta del braccialetto fatto tipo dalle mondine del deserto del Gobi ed ora è ridotta allo stato di ectoplasma che può stanare solo il bimbo del Sesto senso, quello che vedeva la gente morta –, richieste per gli stampatori in cassa integrazione per l’avanzare del web, per le piante in estinzione causa aumento dei vegani, per i vitelli in estinzione causa persistenza dei carnivori, per i professori di latino che fanno fatica perché il cinese-è-la-lingua-del-futuro, per i professori di cinese che fanno fatica perché il-latino-è-la-lingua-del-classico.
Parimenti, ignori altre forme di profferte o contatti ecumenici ma non richiesti. Cestini i messaggi telefonici che ti offrono sessioni-prova in palestre o scuole di lingue futuribili o meno, i messaggi di auguri/buon compleanno/buone vacanze/buon qualsiasi cosa che il concessionario continua a mandarti dopo anni che hai comprato la macchina (quella ormai rigata) con una costanza che neanche il più appassionato dei fidanzati, così come i messaggi di speranza e buona vita scritti in un italiano improbabile – se scarti l’ipotesi dello stalking fantasioso o del codice mafioso, tu mica l’hai capito cos’è un “abbraccio con da ne gri tel la rosea” (cit. testuale).
Parimenti, ignori le mail che francamente anche no, che si aggiungono impietose a quelle che anche sì e a quelle che vorresti che no ma poi vabbè, è il tuo capo/collega/cliente/ e quindi amen, ti tocca. Le mail anche no sono categoria ormai parecchio diffusa, a dimostrazione dell’inutilità degli informatici che ti hanno riformattato trecentocinquantaduevirgolatrentasette funzioni della posta – ormai ti fa anche il caffè la mattina – senza riuscire a mettere un antispam decente. Il filtro blocca automaticamente, bontà sua, roba evidente tipo “enlarge your penis/lips/teets/ethical conscience (quella morta con le mondine) ma lascia i messaggi di Silvio (“dimagrisci sano con l’estratto xyz”), Laura (“prodotti naturali 100%”), Alessandro (“migliora il metabolismo…”), ancora Silvio, che ti scrive due volte in una mattina, un po’ più del fidanzato e un po’ meno del concessionario, ancora per i “prodotti naturali 100%…”, e qui attenzione perché non si sa chi copi chi.
Il filtro lascia anche passare mail di amiconi sconosciuti che ti offrono prestiti a tasso preferenziale fatti solo per te e mail di altrettanto sconosciute figlie/vedove/segretarie di funzionari/militari/politici di quart’ordine di paesi centrafricani/asiatici/sudamericani guarda caso sempre morti/moribondi/esiliati senza parenti tranne la scrivente, di solito malconcia pure lei. Solo per questo ci sarebbe da toccarsi, ché se non fosse una truffa è come se questa portasse sfiga a chiunque abbia a che fare con lei, magari anche a distanza. Comunque. Conoscendo il tuo spirito cristiano, l’orfana moribonda ti offre in un inglese stentato o in un italiano googletradotto una sostanziosa percentuale del paccone di soldi del morto. Questo purché tu faccia transitare il suddetto paccone sul tuo conto europeo, fortunella che sei. Sempre per restare in tema, ‘sto filtro, che più che un filtro sembra un pezzo di emmenthal, lascia passare anche frodi telematiche, messaggi di assicurazioni, profferte di ventiquattrenni ucraine/amiche di chat sempre parecchio nutrite – di solito mai sotto la quarta di reggiseno – o di badanti filippine, offerte di spa naturiste per scambisti in fissa con la pulizia – “per ragioni igieniche non si può fare sesso nelle vasche comuni” (cit.) – e, gran finale, annunci di veggenti sensitive.
Tale Miranda ti rivela infatti che hanno parlato di te in Inghilterra – bisognerebbe capire in che termini, ma questi sono dettagli da miscredenti, e comunque come diceva Wilde, “purché se ne parli” –, perché tu sei una persona speciale. E visto che sei una persona speciale, lei vuole aiutarti “senza chiedere nulla in cambio” (cit., in grassetto sottolineato). Love is in the air. Sempre perché tu sei una persona speciale, e perché un po’ lo è pure lei, tra special editions vi dovreste capire. Quindi ti chiede di contattarla cliccando un link, visto che “pur incontrando delle forti zone d’ombra [saranno le madonne che hai tirato per la macchina rigata], il [tuo] cammino di vita porta delle promesse così straordinarie per le settimane che verranno, che un Grande Spirito come [lei] non può ignorarle per molto tempo” (cit.).
Ammazza quanta filantropia, quanta specialità, quante promesse future. E pensare che a te, nell’immediato futuro, bastava riuscire a fare le lavatrici arretrate senza infeltrire i maglioni.
P.S. E no, la foto non c’entra niente, però Miranda la sensitiva non la si può proprio proprio mettere.
Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.
Dante Alighieri, Commedia. Inferno, Canto I