Il film – pluricandidato agli Academy Awards – risulta irritante, ma presenta tre grandi interpreti.
Non passano neanche dieci minuti dai titoli di testa che vorresti andare dal regista ad urlargli «TE LO SPACCO QUEL GRANDANGOLO!!!». La passione di Yorgos Lanthimos per ottiche spinte come grandangoli e fish-eye è abbastanza nota, ma sarebbe bello se per il prossimo Natale qualcuno gli regalasse anche un altro paio di obiettivi.
Purtroppo il regista di origini greche è uno che pensa che siano sufficienti delle riprese stranianti con gli attori sempre al centro dell’inquadratura (la loro deformazione ai lati dello schermo sarebbe eccessiva) e una certa bizzarria di scrittura per percorrere le orme di un tal Kubrick, ma quel che davvero non mi spiego è come molta critica (e buona parte del pubblico) possa scambiare queste stravaganze – diciamo così – come delle firme autoriali, acclamandolo a ogni suo nuovo film come l’autore che tutti stavamo aspettando. Scusate, ma piuttosto mi vado a rivedere per la millesima volta tutta la filmografia di Stanley Kubrick, uno che i film se li sapeva non solo dirigere, ma pure scrivere molto bene.
Per mia fortuna La Favorita non è sceneggiato da Lanthimos, ma da Deborah Davis e Tony McNamara; la prima praticamente una debuttante e il secondo con una lunga esperienza nelle serie televisive. L’esito finale è decisamente più digeribile dei lavori precedenti, grazie anche a tre magnifiche attrici perennemente in scena tra battibecchi, complotti e conati di vomito, che si contendono amabilmente le migliori battute con i conseguenti applausi degli spettatori. Olivia Colman, la Regina Anna, è una bravissima attrice inglese che qualcuno ricorderà nella serie Broadchurch, mentre Rachel Weisz ed Emma Stone credo che non abbiano bisogno di tante presentazioni; tutte e tre sono giustamente nominate ai prossimi Oscar, anche se mi piacerebbe capire come all’Academy siano riusciti a distinguere le candidature tra attrice protagonista (la prima) e non protagonista (le altre due): avranno contato le battute una a una?
Quel che non mi spiego, perdonatemi, è la nomination per il miglior film e, soprattutto, quella per il miglior regista; La Favorita per me non è quel capolavoro che molti sostengono ed è girato da Yorgos Lanthimos in modo “asincrono” rispetto all’epoca raccontata. Mi spiego meglio: in sala ho sentito qualcuno che diceva: «Ma è girato anche con la GoPro?», questo perché quando la regia è troppo invadente e sovrasta tutto il resto, quando vuol essere visibilmente “modernetta” o pseudoautoriale a discapito della storia e dell’ambientazione allora c’è qualcosa che non va, che stona in modo addirittura fastidioso. Questa sgradevole sensazione ricordo che la provai anche per Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, quando un impazzito Ron Howard decise di piazzare un po’ ovunque sulla baleniera delle ottiche super grandangolari, con il solo risultato di creare un muro tra il pubblico e le emozioni che avrebbe voluto trasmettere. Identica cosa accadde per Michael Mann con la sua traballante “macchina a mano” che non c’entrava proprio nulla con l’era di Dillinger (1930 e dintorni) nel suo Nemico pubblico.
Per concludere, solo una domanda: ma siamo così sicuri che il fine ultimo di Yorgos Lanthimos sia quello di fare Cinema e non quello, molto più plausibile alla luce della sua filmografia, di irritare il più possibile lo spettatore?
Voto: 3/5
La Favorita
Regia di Yorgos Lanthimos
Con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult e Joe Alwyn