Il carnevale dei veronesi fonda le sue radici molto lontano nel tempo, è una festa per tutte le età e coinvolge in mille modi persone estremamente diverse tra loro. Quest’anno, forse per la prima volta, anche i contendenti alla maschera più rappresentativa, il Papà del Gnoco, sono tanto differenti tra loro quanto particolari nel proprio stile.

In vista dell’elezione, il prossimo 10 febbraio in piazza a San Zeno, ne parlo con il candidato numero 2, Francesco Gambale, per il mondo Franz. Lo faccio in piena campagna elettorale, quindi non mi stupisce troppo quando, entrando in un locale storico di Borgo Venezia, siamo accolti dal pazzo oste che suona la campanaccia urlando: «Butei, sa votemo par el Gnoco?». E tutti rispondono: «Due!». Dopo una serie di baci, abbracci e selfie, possiamo iniziare a parlare con più calma.

Franz, direi che sei una persona conosciuta e dallo stile riconoscibile, anche in mezzo a una folla. Poi ora, con questa barba ancora più lunga… l’hai fatto per convincere il Comitato del Bacanal ad accettare la tua candidatura?

«A dire il vero, quel giorno avevo la mia solita barbetta d’ordinanza ma ti assicuro che non è stato difficile superare l’esame. Da molti anni vivo l’esperienza del Carnevale come cameraman, seguendo la storica diretta per “TeleArena”, ma anche come semplice volontario in altre città, per documentare il successo delle nostre maschere in trasferta. Mi conoscono già tutti ma, dopo tanti anni a “tirare la volata” ad altri, mi sono deciso a mettermi in gioco personalmente.»

Un sogno di bambino?

«Un sogno e anche una realtà. Sono nato al Villaggio ma da piccolino ci siamo trasferiti a San Zeno, in Vicolo Broglio, di fronte alla Cooperativa al Calmiere. Una storia bellissima, di semplici operai che cent’anni fa, per combattere il rincaro del vino, unico sollievo dopo una giornata di duro lavoro, decisero di comprare una damigiana tutti insieme, da rivendere ai soci a prezzo calmierato appunto. Uscivo di casa e mi trovavo di fronte gli eredi di quei primi soci, intorno a uno scoppiettante giro di briscola e goti, e mi sentivo a casa, in famiglia. Ho respirato e imparato fin da piccolo cosa significa veramente la vita di quartiere, l’impegno e l’aiuto reciproco.»

E il tuo rapporto con il Carnevale?

«Mi ricordo come fosse ieri la prima volta da adulto. Stavo andando a messa, da bravo sanzenate, e in piazza c’era una festa grande, gente che mangiava e beveva. Un amico mi ha spiegato che era il giorno del Papà del Gnoco e che dovevo assolutamente andare a votare. Chiaro che a messa non ci arrivai… ma quella giornata di piazza, in mezzo a tante persone allegre mi è rimasta nel cuore. È questo per me il Carnevale: far ridere e sorridere la gente, portare una nota di pazzia e allegria anche nelle vite più semplici e difficili. Quando mi chiedono come va, rispondo sempre “un trionfo!”. Credo davvero un atteggiamento positivo possa migliorare la giornata propria e quella di chi ho di fronte. Non c’è niente di più contagioso di un sorriso.»

Mi sembra di capire che il tuo Papà del Gnoco, se sarà “un trionfo” il prossimo 10 febbraio, si impegnerà molto nel sociale. Poi ci saranno le tante sfilate… ce la farai?

«Il tempo ce l’ho. Da anni ho scelto di lavorare part-time, spinto dalla necessità ma anche la voglia di vivere al massimo il rapporto con mia figlia, la donna più importante della mia vita. È adolescente, periodo pieno di scoperte e di errori; non voglio perdermene nemmeno uno (ride sarcastico, nda) e lei deve sapere che sono qui quando ha bisogno.»

Parlando di donne. Fammi dire, ti prego, che sei un candidato a Papà del Gnoco… veramente gnocco!! Non temi che un’eventuale elezione possa far allontanare qualche tua fan innamorata? Si scherza eh…

«Ammetto una certa popolarità, nelle serate raccolgo spesso apprezzamenti trasversali e anche qualche avance, ma raramente ne è uscito qualcosa di concreto. Amo stare tra la gente e divertirmi, sono un animale sociale e sto bene con tutti. Ma torno sempre a casa dalla mia bambina. E da qualche tempo mi ha dato stabilità una bella relazione, una persona che mi sostiene e mi accompagna anche in questa avventura.»

Parliamo un attimo del tuo avversario, visto che si tratta di una persona ben definita e molto diversa da te. Cosa ne pensi di come si è presentato e come vuoi combatterlo?

«Ho letto e sentito tante cose su Sebastiano in questi giorni e mi è dispiaciuto notare una sorta di etichetta riduttiva e sbrigativa: il candidato dei gay. Penso che lui sia questo, lo dice lui stesso, ma anche altro e lo vedo solo come una persona che ambisce, come me, a portare avanti la tradizione veronese. Io ho i miei valori, sono forti, radicati e sono pronto a combattere per farli valere. Ma sono anche convinto che il Carnevale non sia il contesto giusto per questioni ideologiche. Il Carnevale deve portare gioia e spensieratezza. Più che a combattere, penserò a far emergere le mie idee e la mia personalità.»

Niente colpi bassi? Eh no, dai, anche quella è tradizione!!

«Ci sarà la solita goliardica battaglia senza esclusione di colpi, ci divertiremo.»

Ormai l’elezione si avvicina, vedo che hai pronti i poster, gli slogan e, anche qui, gli elettori. Si favoleggia che si mobiliteranno ambienti finora poco interessati al Bacanal del Gnoco.

«Gli elettori arrivano sempre in tanti alla grande festa in piazza, che è vista come una tradizione nella tradizione. Se si allarga la platea sarà comunque una vittoria per il Carnevale, nuova linfa per il futuro. Dalla vendita di gnocchi minestrone e tanto vino, si riesce a dare un importante contributo all’Abeo, l’Associazione Bambino Emopatico Oncologico, da anni vicina ai bambini che soffrono e alle loro famiglie. Si sa che in questi casi i veronesi rispondono sempre “presente”.»

Tu potrai contare sui butei della Curva Sud, da sempre affezionati all’evento sanzenate e quest’anno forse con una spinta in più, visto che sei una presenza fissa allo stadio. Chiederai il loro aiuto?

«Ti dico la verità: non sarà necessario. Dopo tanti anni a seguire le partite in curva, le trasferte e le tante serate passate insieme in allegria, sono sicuro che i butei, come dici tu molto legati a questa tradizione annuale, saranno fondamentali, verranno a votare in massa e faranno la scelta giusta.»

Il mitico Piero si avvicina, lo reclama per un doveroso giro di birre elettorali. Mi rendo conto che unirmi al gruppo può sembrare poco professionale, un tentativo di corruzione quasi, ma si sa – chiacchierare fa venir sete – quindi soccombo volentieri. Anche fuori, mentre torno alla macchina, si sentono echeggiare i cori «Vota 2!» per le strade del quartiere e penso che, indipendentemente dal vincitore, sarà anche quest’anno una bellissima festa dei veronesi e per i veronesi.