Sono trascorsi ottant’anni da quel 25 aprile che ha cambiato le sorti del nostro Paese e questa data importante è sottolineata dalla Biblioteca Civica di Verona con alcune iniziative di rilievo, tra cui la presentazione, in prima nazionale, del nuovo libro di Elena Pigozzi, Le sarte della Villarey (Mondadori, 2025) avvenuta ieri in Sala Farinati.

All’incontro, preceduto dalle presentazioni dell’assessora Elisa La Paglia e della dirigente delle biblioteche veronesi, Antonella Ronzan, ha partecipato un folto pubblico di lettori e lettrici e Laura Lenci, del Circolo dei lettori di Verona, ha dialogato con l’autrice intorno ai temi del libro.

Il romanzo

Ambientato appena dopo l’armistizio del 1943, per il nostro Paese il periodo più ambiguo della seconda guerra mondiale perché gettò confusione e disperazione tra le persone, il libro fa conoscere la storia vera di una donna, Alda Renzi Lausdei, che riuscì “con ago e filo”, da buona sarta qual era, a mettere in salvo più di trecento soldati a rischio di deportazione in Germania.

Un momento della presentazione dell’ultimo libro di Elena Pigozzi in Sala Farinati, organizzata insieme al Circolo dei lettori di Verona. Foto Biblioteche del Comune di Verona.

Normalmente si racconta la Resistenza compiuta con la lotta armata, invece in questo libro l’autrice assegna importanza al “fronte interno”, quello delle donne che con un po’ di farina, ago e filo, resistevano agli occupanti tedeschi.

Un romanzo pieno di colpi di scena in cui vediamo come ha reagito la città di Ancona, conquistata in poche ore dai tedeschi senza l’uso delle armi, e insieme la sorte infausta della sua grande comunità israelitica.

«La voce di Alda è la scintilla che accende le altre: Virna, Milletta, Eugenia, Ersilia, Rosa, Lucia. Quattro, dieci, cento donne, chi con l’abito della domenica, chi con i figli per mano, chi con la vestaglia di casa […] si lamentano, sollevando le braccia […] ripetono bussando alle finestre, suonando alle porte, chiamando per nome, avvicinandosi ai passanti – Facciamo qualcosa, uscite.»

Attraverso la voce di Laura, uno dei pochi personaggi di finzione inseriti dall’autrice, emerge la grandezza del gesto di Alda e delle altre donne, una sorta di maternage collettivo nei confronti dei prigionieri rinchiusi nella caserma Villarey, lontani dalle loro famiglie e destinati alla deportazione.

L’ispirazione partita dal ricamo di un arazzo

Elisa Pigozzi, veronese, è scrittrice, giornalista e insegnante, ha pubblicato altri romanzi,  La signora dell’acqua (Piemme, 2022), L’ultima ricamatrice (Piemme, 2020), e Uragano d’estate (Marsilio, 2009), raccogliendo diversi e significativi premi, e il saggio Letteratura al femminile (Giunti, 1998).

«L’ispirazione di questo libro è nata quasi per caso, o per serendipity, mentre mi occupavo dell’arazzo di Bayeux, che non a caso è ricamato, perché il ricamo è la metafora della scrittura» svela Pigozzi.

La copertina dell’ultimo romanzo della veronese Elena Pigozzi, Le sarte della Villarey, edito da Mondadori.

Il saggio di Marco Severini (Fuga per la libertà, Aras, 2021) le ha rivelato poi le vicende di Alda, madre di quattro figlie, vedova del marito caduto nella campagna di Grecia, priva di grandi strumenti economici e culturali, che, sebbene a rischio della sua stessa vita, fu determinata a salvare tanti giovani soldati italiani.

«Mano a mano che raccoglievo materiale per la storia – continua Pigozzi -, cercavo il tono giusto per raccontarla, e mi convincevo che dovevo essere fedele agli avvenimenti, costruire un impianto narrativo solido ma aderente alla realtà dei fatti, per rispettarli e salvaguardarne la forza».

«Sono le storie la molla che mi porta a scrivere. Amo raccontare le donne, la loro vita, le loro storie, sono le mie protagoniste preferite» conclude la scrittrice veronese. «Quando sono sopraffatta dal lirismo, dall’introspezione, mi salva l’ironia, l’altra mia anima, ma le due si compensano e completano».

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