Ci sono battaglie che nascono già sconfitte sulla carta, ma che, grazie alla determinazione e al coraggio dei loro protagonisti, riscrivono la storia. Union, il documentario del 2024 diretto dai registi Brett Story e Stephen Maing e in programma questa sera alla Fucina Culturale Machiavelli nell’ambito della rassegna Mondovisioni, è un pugno nello stomaco, un inno alla resistenza collettiva che racconta una impresa straordinaria.

In un mondo dominato dalle multinazionali, dove il concetto stesso di sindacato sembra appartenere a un’altra epoca, questo film racconta la straordinaria storia dell’Amazon Labor Union (ALU): un gruppo di operai del centro logistico JFK8 di Staten Island (New York) che, con risorse minime e senza esperienza organizzativa, ha osato sfidare il colosso di Jeff Bezos, ottenendo una vittoria storica.

Il 1° aprile 2022, l’Amazon Labor Union (ALU) è diventato il primo sindacato riconosciuto all’interno di una sede Amazon negli Stati Uniti. Un evento storico che ha scosso il mondo del lavoro e messo in discussione il potere quasi assoluto del colosso dell’e-commerce sulle condizioni dei suoi dipendenti.

Il documentario segue da vicino la lotta di Chris Smalls e dei suoi compagni di lavoro, uomini e donne di diverse etnie e classi sociali, uniti nella lotta per rivendicare diritti basilari come pause dignitose, stipendi equi e un trattamento umano. Amazon, gigante indiscusso della logistica e dell’e-commerce, combatte questa ribellione con ogni mezzo possibile: pressioni, disinformazione, contratti precari, turnover estremi, forze dell’ordine, spudorate campagne antisindacali.

Story e Maing adottano uno stile asciutto e immersivo, senza filtri retorici o didascalici. La loro cinepresa si limita a osservare, restituendo un racconto crudo e autentico, in cui la fatica quotidiana si mescola alla speranza, alla frustrazione e infine al trionfo.

Il contrasto estremo tra i lavoratori, che combattono in strada per condizioni migliori, e le immagini di Bezos che si lancia nello spazio con il suo razzo privato, è di un’efficacia disarmante. Union non si limita a narrare la vittoria dell’ALU, ma solleva interrogativi profondi sulla precarizzazione del lavoro, sulla disparità sociale e sul futuro dei movimenti sindacali in un’epoca in cui la globalizzazione ha
frammentato la classe operaia tradizionale. È una lezione di resistenza civile, che supera le etichette politiche e diventa un manifesto per il futuro del lavoro.

Un’opera necessaria, capace di restituire voce a quei lavoratori che, nella
maggior parte dei casi, rimangono invisibili, ma che con il loro impegno
possono ancora cambiare le regole del gioco.

Al termine della proiezione consueto approfondimento a cura di Heraldo con la testimonianza di Fabrizio Creston di CIGL Verona.

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