Ieri mattina si è svolta sui gradini di Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, la conferenza stampa di presentazione della manifestazione “NO ALLA FIERA DELLE ARMI”, organizzata per protestare contro l’esposizione EOS, European Outdoor Show, che si svolgerà a Verona nei giorni 8,9 e 10 febbraio.

La decisione di organizzare la conferenza stampa sui gradini del Comune rappresenta un messaggio chiaro degli organizzatori della manifestazione, volto a mettere in guardia l’attuale amministrazione per il futuro: il contratto con EOS, firmato dalla precedente giunta, scadrà nel 2026. Sarà dunque responsabilità di questa amministrazione evitare il suo rinnovo per gli anni successivi.

Gli organizzatori sperano che quest’anno rappresenti l’ultima edizione di questa fiera:

“Chiediamo all’amministrazione Tommasi di scegliere di non ospitare EOS già dal prossimo anno. Usare il paravento del “codice etico” non è accettabile. In questa fiera, pensiamo, di etico non c’è niente” affermano durante la conferenza stampa.

Gli organizzatori della manifestazione sono pienamente consapevoli che annullare un contratto esistente comporterebbe il pagamento di penali da parte dell’ente Fiera e del Comune. Tuttavia, ritengono che questo rappresenterebbe un segnale dal forte impatto culturale. Un segnale deciso, poiché, come indicato sul sito della fiera, non saranno esposte solo armi per la caccia, la pesca e il tiro a segno, ma anche armi da guerra, pistole e fucili. Inoltre, saranno presenti anche marchi di aziende israeliane, come la Bul Armory.

“EOS è il simbolo di un sistema che pone il processo di accumulazione capitalistica al di sopra di tutto. Un sistema predatorio nei confronti della natura, degli animali, della vita e della dignità degli esseri umani. Un sistema colonialista, razzista, intrinsecamente violento, guerrafondaio, mortifero. EOS è espressione di un mondo che lucra sulla morte e sulla violenza fine a stessa”.

Foto di Vincenzo Contreras

Le associazioni promotrici della manifestazione, come Mediterranea Saving Humans nazionale, Mediterranea Edt Verona, il Circolo Pink, e il Laboratorio Autogestito Paratod@s, hanno assunto una posizione chiara e decisa. Insieme all’Osservatorio Migranti e a Rifondazione Comunista, esse sono appoggiate da una vasta rete che include oltre venti altre associazioni sia locali che nazionali.

La manifestazione prosegue il cammino di protesta avviato l’anno scorso, con un corteo di rilevanza nazionale in cui hanno sfilato oltre mille persone lungo il perimetro della fiera. La parte finale dell’evento è stata caratterizzata da momenti di tensione, quando i manifestanti, con mani alzate dipinte di rosso a simboleggiare il sangue delle vittime delle armi, hanno cercato di avvicinarsi il più possibile all’ingresso della fiera.

Quest’anno, pur non essendo di rilevanza nazionale, l’evento accoglierà partecipanti da Bolzano, Vicenza e altre città, uniti nel supporto ai movimenti veronesi che si oppongono a una fiera dedicata agli strumenti di morte.

L’evento avrà luogo sabato a partire dalle 14:30, con partenza da Viale dell’Industria. Il percorso proseguirà lungo Via Roveggia per concludersi nel piazzale della Fiera, dove si trasformerà in un presidio che si affaccerà su Viale del Lavoro.

Gli organizzatori hanno confermato che il corteo e il presidio si svolgeranno anche in caso di pioggia.

Il percorso della manifestazione e le indicazioni per arrivare

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