Le amministrazioni delle principali destinazioni turistiche e top-destination europee e italiane, da Barcellona a Parigi, Amsterdam, Firenze, etc, sono impegnate nel regolare e contingentare l’impatto devastante di queste forme di ospitalità, e dell’overtourism in generale, sulla qualità della vita ed i modelli urbanistici delle città, in particolare sull’offerta immobiliare e della residenza e sui disagi per gli abitanti e gli altri city-user che ne derivano, inclusi gli stessi visitatori e turisti.

Regolamentare le locazioni turistiche, o affittanze brevi, è ormai un’esigenza indifferibile e assoluta, che va affrontata e risolta con soluzioni sistemiche che diano ordine al fenomeno e disciplinino l’ammissibilità delle strutture e dell’offerta, nonché i comportamenti degli operatori.

Il Regolamento delle attività di locazione per finalità turistiche che l’amministrazione comunale di Venezia è in procinto di emanare, dai testi in circolazione, non corrisponde, se non parzialmente, a tali esigenze, in quanto rivela un impianto poco incisivo, in parte ripetitivo di disposizioni già regolamentate, quali quelle comportamentali e di buona convivenza peraltro di incerta efficacia (vedi Enjoy Respect Venice o altri Regolamenti del Comune) ovvero in materia di pubblica sicurezza, e mirato più a preservare lo status-quo, e magari di conseguenza anche le rendite di posizione acquisite, che a definire un sistema di regole amministrative e di best-practice cogente e applicabile all’intera offerta, attuale e futura. Di sicuro un Regolamento che appare di problematica applicazione anche sotto l’aspetto sanzionatorio.

Nella realtà fattuale, le locazioni turistiche a Venezia, come in ogni altra città dove le attività del turismo sono la prima industria del territorio, che siano esercitate in forma di attività di impresa ovvero di attività integrativa al reddito, si qualificano comunque come attività produttive e non semplicemente locative, e, a livello normativo, andrebbero classificate quali strutture ricettive complementari, alla stregua dei bed & breakfast e alloggi turistici per un verso e degli aparthotel e condhotel per altro verso.

Dal macro al micro. Per risultare efficace e metodologicamente coerente il processo di regolamentazione deve muovere dalla definizione dei driver, dei principi, vale a dire gli assunti che devono presiedere alla produzione dei must, delle prescrizioni, dunque le singole disposizioni normative e di dettaglio.

La Rete del Viaggiare consapevole ha individuato, con la collaborazione di operatori del turismo veneziani che condividono il progetto, e messo a disposizione i driver per una gestione responsabile, sostenibile ed eco-compatibile delle locazioni turistiche in Venezia:

  • per il profilo della professionalità e mediazione culturale: la qualità del “fattore umano” impiegato nei servizi e al contatto/comunicazione con i viaggiatori e competenze linguistiche;
  • per il profilo della responsabilità e interazione locale: a) il contenimento/non aggravamento dei conflitti con i residenti e gli altri city-user nell’occupazione degli spazi pubblici; b) la promozione/rilancio delle attività e filiere tradizionali della manifattura, artigianato, agricoltura e pesca di Venezia e della Laguna; c) la sensibilità e attenzione all’health-protection dei viaggiatori e ospiti;
  • per il profilo della legalità e contrasto alla concorrenza sleale: la compliance e trasparenza nell’esercizio dell’attività, nel rispetto e con riguardo: a) della legalità e del contrasto all’abusivismo, b) della responsabilità economica e sociale dell’imprenditore/datore di lavoro e del contrasto all’evasione fiscale/contributiva e alle frodi in commercio, c) dell’utilizzo delle strutture fisse: conformità urbanistica, agibilità (dimensioni, abitabilità, destinazione d’uso, …), classificazione ricettiva, arrangiamento/sistemazione degli ospiti/clienti web;
  • sotto il profilo della sostenibilità e riduzione delle fonti inquinanti, compatibilmente con l’attività esercitata: contenimento/non aggravamento dell’impronta antropica e del suo impatto: a) sull’ecosistema naturale (inquinamento, moto ondoso, …) e sulla salute, b) sul consumo/ammaloramento dei luoghi.

I driver, i principi vengono poi declinati e sviluppati nei singoli must, nelle prescrizioni che codificano le norme e prassi delle buone pratiche nell’attività di locazione turistica, al fine di indurre comportamenti responsabili e consapevoli, comunque selettivi, da parte degli operatori interessati piuttosto che imporli con norme imperative e irrogazioni di sanzioni.

Le buone pratiche sono consultabili sul sito della Rete fairvenice.com alla pagina “Operatori turistici”, voce “Locazioni turistiche e AirB&B”, così come per le altre categorie turistiche codificate.

L’articolo a firma di Tullio Galfrégià Direttore APT Provincia di Venezia, è il referente della Rete del viaggiare consapevole– è uscito su Vez.News, partner di Heraldo.

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