“Ogni essere umano abitante di questa Terra ha diritto alla vita, alla libertà individuale ad una esistenza dignitosa”: è quanto recita la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  elaborata dalla Commissione ONU guidata all’epoca da Eleanor Roosevelt e approvata  dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite  il 10 dicembre 1948. Per la prima volta nella storia moderna si stabiliva  l’universalità di diritti basati su un concetto di dignità intrinseca, inalienabile della persona, e si rafforzava l’azione per individuare ed  eliminare ogni tipo di discriminazione e pregiudizio  nei confronti dei  “diversi”.

Molto da allora è stato fatto, ma molti sono ancora gli aspetti su cui si dovrebbe ancora lavorare e che, al contrario, risultano quasi dimenticati. La nostra società, ad esempio, tende ancora a nascondere coloro che manifestano sofferenze  psico-sociali, disturbi della personalità, forme di aggressività e di autodistruzione intrecciate a disperate dipendenze  in fuga da una realtà percepita senza senso o minacciosa.

Fragilità

Ma chi sono questi diversi? Sono persone fragili, che la nostra cultura arcaica e impotente chiama “matti” e tende a separarli dal corpo sociale, degradandoli  a ingovernabili “individui-oggetto” mentre le famiglie che si trovano a convivere con tale sofferenza sono pervase da un forte senso di solitudine  e abbandono.

Foto da Unsplash di Gabriel

Nell’anno del centenario della nascita di Franco Basaglia, ispiratore della Legge 180 che rivoluzionò  la visione e la cura delle malattie mentali, l’associazione  Self Help San Giacomo vuole  ricordare la ricorrenza  invitando la cittadinanza al Teatro Modus, nel quartiere Orti di Spagna in via Re Pipino, per assistere allo spettacolo  “Vincent Van Gogh –  straniero su questa terra”, da loro realizzato e interpretato.

La Self Help San Giacomo è stata istituita 30 anni fa da un gruppo di 40 persone tra cui operatori e medici psichiatri del Servizio Psichiatrico di Verona-Sud. L’obiettivo era aiutare le persone in situazioni di disagio, fragilità o debolezza psichica a uscire dai circuiti della cronicità psichiatrica. In questa prospettiva, la cura va oltre la semplice terapia per diventare “prendersi cura della Persona”, ovvero creare contesti e condizioni che consentano alla Persona di prendersi cura di sé e degli altri.

Il narratore: Ernesto Guerriero

Nel corso di questi anni l’associazione, in collaborazione con la cooperativa sociale Self Help, ha coinvolto, nelle sue diverse attività, più di mille persone. «Esiste un legame tra il processo creativo e l’instabilità mentale?» si chiede Ernesto Guerriero, socio fondatore dell’Associazione Self Help San Giacomo insieme a 40 “matti” ed ex assistente Sociale nel Servizio Psichiatrico di Verona Sud.  «Lo possiamo capire solo entrando nella vita, cioè in quel miscuglio di desideri, aspirazioni, attese, passioni, bisogni, delusioni, frustrazioni, incomprensioni, gioie, dolori con i quali ogni persona si dibatte cercando di costruire il proprio essere e la propria identità. Sotto questo profilo la vita di Vincent Van Gogh è paradigmatica per comprendere il rapporto fra percorso personale, arte e follia.»

“Van Gogh straniero su questa terra”

Lo spettacolo “Vincent Van Gogh, straniero su questa terra” si compone di voci, canzoni, un narratore e una cantastorie.

Ernesto Guerriero, il narratore, è un ex assistente Sociale nel Servizio Psichiatrico di Verona Sud. Da quando la Regione Veneto ha riaperto alcune strutture è l’animatore del programma culturale “Utopia in Cammino”, che prevede spettacoli teatrali, incontri, seminari, pubblicazioni, mostre, per riprendere  e rilanciare l’utopia di Basaglia e ridare umanità alla sofferenza mentale.

La cantastorie: Silvana Berti

La cantastorie, Silvana Berti,  ex dipendente ULSS 9 scaligera, è cantante, attrice di teatro e regista. Ha incrociato il cammino di Self Help attraverso il Gruppo Arcobaleno e dal 2017 ne condivide l’impegno a diffondere, con spettacoli a sfondo culturale, una visione della vita che recuperi umanità, soggettività e possibilità di espressione di ogni diversità.

Nel volantino di presentazione dello spettacolo è sottolineato il proposito di ripercorrere l’avventura terrena di Vincent Van Gogh, svelando come “la vita di ciascuno di noi, quando sia ferita dal dolore, risuona di armonia e di follia, di grazia e di lacrime, di speranza e di angosce, di luce e di ombre”.

Non si concentra sui diversi disturbi che affliggevano Van Gogh, ma guida gli spettatori a scoprire il legame profondo tra l’umanità e il genio di questo straordinario artista. Un viaggio intenso nell’intricato intreccio di vita, arte e follia, uno spettacolo pensato per tutti coloro che nascono con le ali e desiderano volare liberamente, come sottolineato nel comunicato stampa dell’associazione.

 Verso un manifesto condiviso

«La follia è intrinseca alla nostra natura e si manifesta spesso in individui con doti straordinarie», afferma Guerriero. «Tendiamo a equiparare salute, talento e produttività, ma la realtà è diversa. Spesso, scopriamo che ogni genio possiede una certa peculiarità.»

Foto tratta dal sito internet www.modusverona.it

L’impegno di Self help San Giacomo è quello di promuovere una visione della sofferenza mentale che dia senso e direzione al diffuso bisogno di cambiamento, liberandola dall’approccio esclusivamente psichiatrico-sanitario. L’obiettivo dell’iniziativa è rivelare il nucleo doloroso della sofferenza umana che può sorgere nei complessi processi vitali di ciascuno, integrandosi nel percorso culturale ed etico che l’associazione porta avanti, basandosi sul suo Manifesto “Ridiamo umanità alla sofferenza mentale – Un’ Utopia possibile”.

Lo spettacolo verrà replicato domenica 22 Dicembre alle ore 17.30, sempre al Teatro Modus. Ingresso gratuito con prenotazione.

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