“Thanksgiving day”: una storia tutta da raccontare
Una ricorrenza, quella che si celebra oggi negli Stati Uniti, che ha origini e tradizioni davvero particolari.
Una ricorrenza, quella che si celebra oggi negli Stati Uniti, che ha origini e tradizioni davvero particolari.
Oggi, 28 novembre, è l’ultimo giovedì del mese di novembre e, secondo la tradizione, è anche il Thanksgiving Day, il Giorno del Ringraziamento, per tutti i cittadini degli Stati Uniti d’America. Ma di cosa si tratta esattamente? La storia ha origine con un viaggio avventuroso, quello dei primi europei che arrivarono sul continente americano, i pellegrini della famosa Mayflower.
La persecuzione religiosa aveva spinto molti inglesi a lasciare le proprie case e cercare rifugio nei Paesi Bassi, dove trovavano maggiore tolleranza. Tuttavia, molti rimasero insoddisfatti dello stile di vita olandese e cominciarono a cercare nuove opportunità. Decisero quindi di intraprendere un altro viaggio, questa volta attraversando l’oceano per raggiungere il Nuovo Mondo in America e ricominciare da capo.
I pellegrini arrivarono a Plymouth Rock l’11 dicembre 1620, ma il loro primo anno in America fu estremamente difficile. Durante il primo inverno, ben 46 dei 102 pellegrini originari persero la vita, quasi la metà del gruppo. I sopravvissuti riuscirono a superare la primavera successiva grazie al prezioso supporto dei nativi americani.
Nel 1621, il raccolto fu generoso e i coloni rimanenti organizzarono un sontuoso banchetto di tre giorni, invitando anche alcuni nativi americani a unirsi ai festeggiamenti.
Molti dei piatti tradizionali consumati dagli americani durante il Giorno del Ringraziamento hanno radici in quel periodo. Non è sicuro che il tacchino selvatico fosse effettivamente presente nei primi festeggiamenti, ma i pellegrini consumavano numerose anatre e oche selvatiche. All’epoca, il termine “tacchino” era utilizzato per riferirsi a qualsiasi tipo di uccello selvatico.
Un altro piatto moderno immancabile sulle tavole americane è la pumpkin pie, la torta di zucca. È probabile che i pellegrini non consumassero la zucca in forma di torta, ma la cucinassero bollita, accompagnata da una sorta di “pane fritto” a base di mais. All’epoca, poi, mancavano ingredienti come latte, sidro, patate o burro, oggi invece elementi chiave nelle celebrazioni.
Inoltre, i bovini domestici non erano impiegati per la produzione di latticini e la patata, appena scoperta, era ritenuta addirittura velenosa da molti europei. Tuttavia, il banchetto includeva sicuramente pesce, frutti di bosco, crescione, aragosta, frutta secca, vongole, carne di cervo e prugne.
La festa del Ringraziamento non si tenne l’anno successivo, nel 1622. Nel 1623, a causa di una severa siccità, i pellegrini si riunirono per pregare affinché piovesse. Quando il giorno seguente arrivò una lunga e costante pioggia, i pellegrini proclamarono un altro giorno del Ringraziamento, invitando nuovamente i loro alleati nativi americani a partecipare.
Cento cinquant’anni dopo, nell’ottobre del 1777, le tredici colonie si riunirono per celebrare il Ringraziamento per la prima volta. Tuttavia, fu solo nel 1789 che George Washington proclamò la Giornata nazionale del Ringraziamento. Molti americani dell’epoca si opposero all’istituzione di questa festività, sostenendo che le difficoltà affrontate da alcuni pellegrini, un secolo e mezzo prima, non giustificassero una celebrazione nazionale.
Fu sorprendentemente una giornalista a dare l’impulso decisivo. Sarah Josepha Hale, redattrice del Boston Ladies’ Magazine, contribuì in modo determinante alla nascita dell’attuale Giorno del Ringraziamento. Hale dedicò gran parte della sua carriera a questo obiettivo, scrivendo numerosi editoriali e sostenendo fervidamente la causa. Dopo oltre 40 anni di tenaci insistenze, attraverso articoli e lettere indirizzate a governatori e presidenti, il suo sogno divenne realtà. Nel 1863, il presidente Abraham Lincoln proclamò l’ultimo giovedì di novembre come Giorno Nazionale del Ringraziamento.
Fino al 1940, questa ricorrenza non fu mai celebrata ufficialmente. Tuttavia, nel 1941 il Congresso la dichiarò finalmente una festa “legale” a tutti gli effetti. Da allora, è rimasta uno dei momenti “sacri” nella vita degli americani. Per la gioia, si fa per dire, di molti tacchini, diventati nel frattempo, in modo più o meno ufficiale, l’alimento tradizionale di questa celebrazione.
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