Dopo la retrocessione dell’anno precedente, per tentare una pronta risalita in serie A il presidente gialloblù Saverio Garonzi aveva chiamato in panchina Ferdinando Veneranda. Della rosa facevano parte giovani promettenti come Tricella e Vignola e giocatori più esperti e navigati come Roversi, Fedele e Boninsegna. A cinque giornate dal termine la squadra si trovava in piena corsa per la promozione, attesa domenica 11 maggio 1980 dallo scontro diretto casalingo al ‘Bentegodi’ contro il Monza di Alfredo Magni.

Harakiri di Franzot

La sfida con i brianzoli era il classico incontro da vincere. Senza ‘se’ e senza ‘ma’. Andati in svantaggio a causa della rete dell’ex milanista Vincenzi i gialloblù seppero rimettere subito le cose a posto con un gol di D’Ottavio. Nei minuti finali, però, quando il risultato sembrava incanalarsi sul pareggio, ecco arrivare l’incredibile autorete di Franzot che, piazzatosi sul primo palo, deviò ingenuamente il corner calciato da Ronco spedendo il pallone alle spalle di un esterefatto

Superchi. Curioso il retroscena rivelato dall’altro ex gialloblù Stefano Trevisanello: “Sui calci d’angolo solitamente mi mettevo sul primo palo ma quella volta mi scambiai il posto con Walter (Franzot). Ironia della sorte fui addirittura incolpato da mister Veneranda perchè non mi trovavo al mio solito posto”.

Fine di un sogno

A quella sconfitta la settimana dopo avrebbe fatto seguito il pareggio per 0-0 nell’altro scontro diretto, giocato contro il Brescia, sempre al ‘Bentegodi’. In quell’occasione a pesare fu un rigore fallito da Boninsegna, uno che i penalty non li sbagliava praticamente mai. Quei due risultati affossarono definitivamente le speranze di promozione dei gialloblù che da lì in poi avrebbero messo insieme altre tre sconfitte. La serie A sarebbe arrivata solo due anni più tardi con l’arrivo in panchina di Osvaldo Bagnoli.

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