Le famiglie italiane negli anni 2022 e 2023 per approvvigionarsi di energia hanno speso il 25% in più rispetto gli anni precedenti. Un esborso extra di circa 20 miliardi di euro all’anno: una quantità di denaro che si aggiunge agli 80 miliardi di euro spesi nel 2021, un esborso aggiuntivo enorme se lo paragoniamo alla spesa sanitaria, alla spesa annuale per l’istruzione, alla manovra finanziaria del Governo.

Siamo diventati tutti improvvisamente più poveri, ma alcuni dalla povertà sono precipitati inconsapevolmente nella disperazione. La notizia è stata confinata, nascosta, a pagina 71 della relazione annuale  “Situazione energetica nazionale 2023”  pubblicata lo scorso 4 settembre dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. L’informazione è sintetizzata nell’immagine seguente:

MASE  “Situazione energetica nazionale 2023”, pagina 71

A sinistra il grafico dei consumi energetici delle famiglie in Ktep (migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio), a destra la spesa totale annua in milioni di euro, negli anni 2021 (blu)/2022 (rosso)/2023 (verde). Per semplicità si osservi anche solo le barre dei totali.

Le famiglie in questi due ultimi anni hanno consumato meno energia, ma hanno speso molto di più.

I commenti ministeriali sono ambigui

«Nel 2023 le famiglie italiane hanno consumato 49.315 Ktep di energia, il 4,3% in meno rispetto al 2022, spendendo 101,6 miliardi (-4,2% sul 2022) (non dice che è comunque il 25% in più del 2021 ndr). Il 55,8% dell’energia usata è per usi domestici e il restante 44,2% per trasporto privato. L’uso domestico  è stato soddisfatto soprattutto con gas naturale, biomasse e elettricità. Per il trasporto in conto proprio, costato alle famiglie circa 47,5 miliardi di euro (+0,5%), sono stati consumati soprattutto gasolio e benzina. Tra il 2022 e il 2023 si registra una diminuzione della spesa energetica totale delle famiglie italiane  pari al 4,2%, che porta ad attestarsi a prezzi correnti su circa 101,6 miliardi di euro (non dice che nel 2021 la spesa è stata poco meno di 80 miliardi ndr)».

Il Ministero non percepisce il malessere, l’impatto dirompente che tutto questo sta avendo sui bilanci famigliari anche attraverso l’aumento dell’inflazione dei beni di largo consumo.

Per rendersene conto basterebbe anche solo osservare l’andamento del prezzo dell’energia elettrica negli ultimi anni come ricavabile dal GME (Gestore Mercati Energetici): in questi ultimi quattro anni stiamo pagando l’energia elettrica tre volte il prezzo che pagavamo prima del 2021, con punte di sei volte nel 2022.

GME. PUN (Prezzo Unico Nazionale) energia elettrica, ricavato da Dati Storici

Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin nella relazione non dice chiaramente che il nostro benessere, quindi la capacità di muoverci, riscaldarci, illuminare, cucinare, produrre beni , costruire e di conseguenza alimentarci, istruirci, crescere i figli, divertirci… insomma vivere dignitosamente dipende da fattori che sono completamente fuori dal nostro controllo.

I combustibili fossili, alla base del nostro tenore di vita, sono distribuiti in un mercato internazionale dove l’oligopolio dei Paesi produttori e delle grandi aziende multinazionali  ne determina l’evoluzione con logiche di massimo profitto e di potere geopolitico rispetto alle quali siamo impotenti. La loro logica dal 2021 ci sta pesantemente impoverendo.

Non è la prima volta che veniamo colpiti pesantemente. L’esempio più eclatante risale al 1973 quando, sotto il ricatto dei produttori di petrolio, siamo stati costretti per un anno alle “domeniche a piedi“, alle targhe alterne durante la settimana, a spegnere i lampioni stradali, ad andare a letto spegnendo il televisore dopo Carosello. Ne seguì in lungo periodo di inflazione a due cifre.

Foto da Unsplash di Gab Pili

Può succedere ancora

La dipendenza dai combustibili fossili è un fatto strutturale del nostro sistema di vita e, come ha detto anche Mario Draghi nella sua report al Parlamento Europeo, deve essere superato con un cambiamento della struttura energetica.

La relazione Fratin colpevolmente non dice che la soluzione definitiva, strutturale, il programma di lotta alla povertà energetica, per l’uscita dalla dipendenza energetica esiste e si chiama Green Deal, dove si prevede una rapida transizione alle produzioni rinnovabili e dove alle famiglie si propone l’autoconsumo singolo e collettivo (CER).

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