Pulcini maschi tritati vivi, galline private del becco e amputate senza anestesia, animali rinchiusi in gabbia per essere torturati in esperimenti di vivisezione, o usati per servire l’industria della moda per la loro pelliccia. Sono tante, infinite le atrocità che ogni giorno si consumano dietro i muri spessi di allevamenti intensivi e macelli. Ma la rabbia e l’indignazione hanno oggi un’occasione importante per lasciare il posto alla consapevolezza e a un vero cambiamento. Purché si dia il sostegno ai candidati alle Europee pronti a difendere gli animali nei loro diritti basilari: la dignità, il benessere, la mancanza di sofferenza.

Mancano poche ore alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024. Un appuntamento che potrebbe segnare una svolta epocale per il benessere di milioni e milioni di animali. Un tema, questo, che sta a cuore a tanti elettori, e non marginale come certi giornali, opinionisti, politici vorrebbero far credere.

Sono i dati statistici a offrirci un affresco su come la questione animale venga percepita e vissuta: secondo il recente sondaggio Youtrend/Quorum l’85% degli elettori italiani desidera che la politica si impegni maggiormente nella difesa dei diritti animali. Un interesse trasversale, oltretutto: a sostenere la necessità di un cambiamento nella gestione e nella salvaguardia di chi non può difendersi da solo sono giovani e meno giovani, donne e uomini, persone con un lungo percorso scolastico e universitario alle spalle così come cittadine e cittadini che hanno lasciato i loro studi per introdursi da giovanissimi nel mondo del lavoro.

È una grande occasione, insomma, quella che aspetta l’Europa nel dopo-voto: la possibilità di migliorare le condizioni di vita degli animali in modo forte e coerente.

I 10 punti di “Vote for Animals”

Si chiama Vote for Animals 2024 la campagna europea coordinata da Eurogroup for Animals, e che in Italia si può visionare e conoscere nel dettaglio sul sito voteforanimals.it, realizzato grazie al coordinamento di Animal Law Italia, Ciwf Italia, Essere Animali e Lav. E nasce da questo lavoro di stretta collaborazione e condivisione di intenti il Manifesto “Anche gli animali votano”, dove sono illustrati dieci punti programmatici chiave. Nelle settimane precedenti i candidati alle Europee hanno avuto la possibilità di aderire al manifesto e questo consentirà ai cittadini, attraverso il sito, di scoprire i candidati della propria circoscrizione di appartenenza con il loro impegno nella direzione di una vera rivoluzione nella percezione degli animali e degli standard di vita che devono essere garantiti loro.

Ecco i dieci punti:

1. Abolizione delle gabbie negli allevamenti e appoggio all’eliminazione progressiva delle gabbie come da richiesta della Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “End the Cage Age” mantenendo il primo positivo impegno pubblico preso dalla Commissione UE. Ma che purtroppo non si è tradotto in realtà, poiché nell’ottobre 2023 la Commissione ha ceduto alle pressioni delle lobby dell’industria zootecnica, ritirando la revisione della normativa dal suo programma di lavoro, con l’eccezione delle sole proposte sui trasporti di animali vivi e sul benessere di cani e gatti.

2. Riforma della legislazione europea sul benessere animale, con alti standard e specifici avanzamenti per tutte le specie terrestri negli allevamenti, che comprenda anche la fine della triturazione dei pulcini maschi, del debeccaggio delle galline ovaiole e lo stop all’uso di razze geneticamente selezionate come quelle a rapido accrescimento utilizzate per i polli “da carne”.

I maltrattamenti subiti dagli animali sono oggi visibili grazie alle inchieste delle associazioni che sono riuscite a documentare e filmare atrocità di ogni genere. Si chiede l’inclusione dei pesci e degli invertebrati d’acqua nella normativa di tutela, il divieto di introduzione dell’allevamento dei polpi e l’obbligo di stordimento pre-macellazione per tutti gli animali, superando la deroga concessa per i casi di macellazione rituale.

3. Richiesta di prevedere la fine del trasporto degli animali a lunga distanza per allevamento e macellazione, il divieto di trasporto di animali gravidi e non svezzati, nonché delle esportazioni di animali vivi verso Paesi extra UE, che li vedono sottoposti a viaggi estenuanti in condizioni estreme e inaccettabili.

4. Transizione verso un’alimentazione vegetale, col sostegno a una Politica europea dell’alimentazione che favorisca il cibo ad alto contenuto di benessere animale, produzioni vegetali e prodotti animali dall’agricoltura cellulare nonché un’etichettatura che riporti i metodi di produzione. Insomma, la gente che sceglie di comprare carne e derivati animali deve sapere cosa accade nelle fasi che precedono l’arrivo del prodotto sul banco del supermercato.

5. Revisione della Politica Agricola Comune e aiuti alla riconversione delle aziende zootecniche verso forme più sostenibili, partendo dall’eliminazione dell’uso delle gabbie e dalla riduzione del numero degli animali allevati.

6. Metodi sostitutivi della sperimentazione animale con lo Stop a tutti i test cosmetici sugli animali in adesione all’Iniziativa dei Cittadini Europei “Save Cruelty Free Cosmetics” registrata il 30 giugno 2021, che chiedeva alla Commissione di proteggere e rafforzare il divieto di sperimentazione sugli animali per i prodotti cosmetici, nonché di trasformare la legislazione europea sulle sostanze chimiche e di ammodernare la scienza, impegnandosi a eliminare gradualmente tutti i test sugli animali prima della fine dell’attuale legislatura.

7. Tutela degli animali selvatici e sostegno ai Centri di recupero della fauna con l’adozione di una “lista positiva” a livello europeo contro il commercio e la detenzione di animali esotici come quella già realizzata dall’Italia e altri Stati Membri. In Italia, l’11 ottobre 2022, il Ministero della Salute ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto per regolare in maniera più stringente il commercio e la detenzione degli animali esotici. A questo si aggiunge il rispetto delle direttive europee “Habitat” e “Uccelli” ed estensione della protezione di specie nuovamente in pericolo come orsi e lupi. Si chiedono inoltre il sostegno ai Centri di recupero della fauna selvatica, la disincentivazione di zoo e acquari e dell’esibizione degli animali in circhi e delfinari, ma anche l’introduzione del divieto di importazione, esportazione e riesportazione dei trofei di caccia da animali protetti dalla Cites.

8. Divieto di produzione e commercio di pellicce animali come istituito dall’Italia e altri Stati Membri ed estensione del divieto al commercio dei prodotti realizzati con pellicce animali in adesione all’Iniziativa Europea dei Cittadini “Fur Free Europe”. L’ICE è stata lanciata il 18 marzo 2022, per poi essere chiusa già nel marzo 2023, in anticipo di 2 mesi, avendo raggiunto già 1,5 milioni di firme certificate. Le cittadine e i cittadini europei hanno invitato la Commissione a intervenire per vietare principalmente due pratiche: la detenzione e l’abbattimento di animali allo scopo esclusivo o principale di produrre pellicce, nonché l’immissione sul mercato dell’Unione europea di pellicce di allevamento e di prodotti che le contengono. Non esistendo una normativa europea specifica sul benessere animale riguardo gli animali allevati per la produzione di pellicce, si tende ad applicare la disciplina prevista per la protezione degli animali negli allevamenti, la quale si è tuttavia dimostrata inefficace nel garantire tutele.

9.Lotta al randagismo e all’abbandono di cani e gatti con una nuova proposta normativa presentata dalla Commissione politica europea per la prevenzione del randagismo e degli abbandoni di cani e gatti, contrasto al traffico dei cuccioli, con disposizioni sull’allevamento, il trasporto e la vendita nonché su canili e rifugi. Quello del commercio illegale resta un fenomeno ancora grave e si osserva la carenza normativa europea: gli eurodeputati hanno chiesto un piano d’azione per tutta L’Unione europea, sanzioni più severe e registrazione obbligatoria per tutti i cuccioli, incoraggiando le adozioni di cani e gatti invece dell’acquisto.

10. Integrazione del benessere degli animali nella qualifica del relativo Commissario europeo (Salute e Sicurezza Alimentare) e istituzione di una Commissione attenta alla protezione degli animali nel Parlamento europeo.

Con la petizione #EUforAnimals è stata chiesta l’attribuzione della delega al benessere animale alle cariche che si occupano di salute e non agli organi che considerano gli animali come oggetti di produzione – il Commissario per l’Agricoltura. I risultati dell’Eurobarometro mostrano che l’84% delle europee e degli europei desidera una maggiore e più effettiva tutela dei diritti animali e l’istituzione di un Commissario europeo competente è fondamentale per assicurare un’adeguata risposta all’esigenza condivisa di proteggere maggiormente gli animali.

Una grande occasione per l’Europa

È un tema scomodo quello dello sfruttamento degli animali. Un tema che crea tensioni, tra i lobbisti e i rappresentanti di categorie, e che il docufilm di Giulia Innocenzi Food for Profit in questi mesi ha saputo mettere a nudo, inimicandosi allevatori e associazioni di categoria.

Ma non ci si ferma al voto: il rapporto complesso tra animali e politica continuerà ad esistere. Infinitamente grandi sono gli interessi a mantenere certe cose come sono oggi, dove il giro di soldi raggiunge vette importantissime.

Si fa leva, allora, sulla coscienza del singolo cittadino, pronto a documentarsi, a conoscere, a non voltarsi dall’altra parte, prendendo piuttosto atto che il vero modo per non vedere gli orrori e le torture inflitte agli animali e far sì che esse cessino di esistere. E una possibilità, andando a votare i candidati giusti, oggi è alla portata di tutti.

Foto da Unsplash di Aad van der Klaauw

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