In casa gialloblù il bilancio di questo primo scorcio di stagione non è positivo. Dopo una partenza con il botto, segnata da due vittorie di fila, la squadra di Baroni ha imboccato un’inaspettata crisi di gioco e di risultati, dove a farla da padrone è stata anche la palese difficoltà a creare situazioni pericolose in zona gol.

Dopo dodici partite la squadra si trova ora in penultima posizione, in piena zona retrocessione, quando, dopo le sofferenze infinite dello scorso anno, l’auspicio era completamente diverso.

Panchina a rischio

La storia del calcio insegna che in situazioni come quella attuale, a pagare per primo è sempre l’allenatore. Approfittando della sosta per gli impegni delle Nazionali, il club ha comunque concesso a Baroni un’ultima possibilità. Alla ripresa, però, ironia della sorte contro il Lecce, il tecnico gialloblù non avrà alternative. Un eventuale passo falso potrebbe quasi sicuramente significare la fine della sua esperienza in riva all’Adige.

Baroni come Di Francesco e Cioffi

L’approdo in gialloblù di Ivan Juric, ha visto farsi largo il 3-4-2-1 di gasperiniana memoria, un modulo che poi Igor Tudor, grazie anche a una rosa di giocatori sicuramente più competitiva di quella in mano al suo predecessore, ha condotto ai massimi livelli. Questo legame quasi ombelicale, tuttavia, si è rivelato fatale sia per Di Francesco – sostituito dallo stesso Tudor – sia per Cioffi, rimpiazzato da Bocchetti, poi affiancato, per problemi di patentino, da Zaffaroni.

Di Francesco e Cioffi, infatti, rinnegando il loro modo di pensare calcio per mantenere viva un’idea di gioco che non è mai stata nelle loro corde, hanno finito con il pagare in prima persona. E come ha puntualizzato anche l’ex calciatore Lorenzo Minotti ai microfoni di Sky, Marco Baroni rischia in questo momento di fare la stessa fine.

Il modulo la soluzione del rebus

Nelle ultime due partite, anche se terminate entrambe con una sconfitta, dopo aver rimescolato le carte per settimane, senza mai trovare una vera soluzione, Baroni è consapevolmente tornato al suo credo, schierando quattro difensori e tre attaccanti. E guarda caso, in poco più di venti minuti la squadra ha ritrovato nuova verve in zona offensiva, diventando più pericolosa di quanto non lo fosse stata fino a questo momento.

Ma l’organico a disposizione di Baroni non è propriamente adatto a interpretare questo modulo. I segnali positivi intravisti, tuttavia, giocano a favore del tecnico che se accontentato in tal senso, potrebbe vedere veramente svoltare la sua stagione e quella della sua squadra. Il mercato di gennaio, infine, se impostato in quest’ottica potrebbe trasformarsi nella panacea di tutti i mali. Prima, però, serve battere il Lecce. Diversamente, ogni ragionamento fatto si dimostrerebbe inutile.

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