È stato presentato ieri pomeriggio alla Società letteraria di Verona il libro di Maria Vittoria Adami, Ogni scelta è una rinuncia. Storia di Lucia Nutrimento (1911 -1959) insegnante, antifascista, filosofa (Scripta edizioni, 2023) in cui si narra la vita di Lucia Nutrimento, con un corredo di immagini e una scelta dai suoi testi.

Con un’opera scrupolosa e filologicamente precisa, l’autrice ha ricostruito la vicenda di questa donna che ha dato molto alla nostra città nella sua breve vita, ma che poi è caduta nell’oblio e non è neppure ricordata dalla toponomastica veronese.

Scegliere è prendere una posizione

Il titolo riprende il suggerimento che Lucia dava ai suoi studenti, “perché scegliere è prendere una posizione – scrive Adami -, con tutto il suo pacchetto di conseguenze, di effetti, di pro e di contro; è ponderare; è imboccare una strada in coerenza a ciò che si è; è esprimersi, diventare sé stessi; è agire ben sapendo che ci sono dei rischi. E agire è, appunto, libertà”.

Giornalista e storica, appassionata di vicende dimenticate, l’autrice ha sentito riecheggiare sovente in famiglia il nome di Lucia, per una sorta di lontano legame parentale, ma le è occorso molto tempo per ricomporre le varie tessere, considerando i pochi riferimenti bibliografici disponibili, le necessarie consultazioni degli archivi storici e il ricorso all’unica erede, Emanuela, per la consultazione dei diari scritti da Lucia tra il 1933 e il 1959.

Storia di una donna sobria

Lucia Nutrimento emerge in questo saggio come una donna “sobria, modesta, poco propensa all’esibizione – scrive Adami – decisa ad affermarsi con le sole armi del merito e della preparazione”. Le sue caratteristiche personali e il tempo in cui visse, orientato a ignorare le competenze femminili, oltre alla morte prematura, hanno sicuramente contribuito a cancellarne le tracce.

Per questi motivi l’autrice si è adoperata per promuovere questa figura di donna nel Pantheon delle persone veronesi di spicco.

Riccardo Mauroner e Maria Vittoria Adami alla presentazione del libro in Società letteraria Ogni scelta è una rinuncia. Storia di Lucia Nutrimento (1911 -1959) insegnante, antifascista, filosofa (Scripta edizioni, 2023)

Lucia nasce nel quartiere Filippini, ma a metà degli anni Trenta i genitori, Ginevra Cordioli e Tullio Nutrimento, decidono di trasferire la famiglia sull’altura di Salita Monte Grappa, al numero 16, nella loro nuova villetta.

Cresciuta tra i libri, nell’amore per lo studio e la cultura, si diploma all’allora Regio Liceo Scipione Maffei nel 1929, distinguendosi per profitto e condotta.

Nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova  e i quattro anni universitari sono sostenuti da una borsa di studio erogata della Società letteraria, in considerazione della situazione economica della famiglia, retta solo dallo stipendio di maestra della madre.

Il legame con il Cln del Veneto durante la guerra

Se Verona ha così contribuito a «far sbocciare l’intelletto di Lucia offrendole i mezzi per svelarsi», nota Adami durante l’incontro di presentazione, ne è stata poi ampiamente ripagata dall’opera di promozione culturale che Lucia condusse come insegnante e pensatrice.

Ma Lucia, oltre a insegnare, svolse dal 1944 opera di collegamento tra il Comitato di liberazione nazionale del Veneto di Egidio Meneghetti e quello veronese. Fu amica di Norberto Bobbio e Ferruccio Parri e staffetta di Gianfranco De Bosio.

In quegli anni frequentava ancora l’università patavina per conseguire la seconda laurea in Legge, pertanto i suoi spostamenti risultavano pienamente giustificati all’occhio del regime.

Stare dalla parte giusta in silenzio

Nel libro, Adami traccia il percorso di consapevolezza della protagonista, a partire dall’inconciliabilità tra ragionamento e fascismo.

La copertina del libro di Maria Vittoria Adami sulla figura di Lucia Nutrimento.

«É un dubbio che si svela da docente, mentre insegna all’Istituto magistrale. La propaganda si era insinuata nelle scuole e nei programmi scolastici, ma ai suoi occhi non poteva essere una forma di educazione, perché non indicava al giovane la propria via» ha affermato l’autrice.

Nonostante il suo impegno attivo con quelli che chiamava “ribelli”, Lucia restò una figura silente, che non si gloriò mai delle sue esperienze, a guerra conclusa, tesa piuttosto a considerarle nell’ambito di quanti, nella Resistenza, si opposero come gesto civile e generoso, «scelsero di stare dalla parte giusta» precisa l’autrice, in un momento terribile e in una città presidiata con ferocia come poche altre.

Conobbe Tristano Codignola e Piero Calamandrei e, nel dopoguerra, si avvicinò al Partito Liberale, però mantenne un rapporto epistolare con Bobbio e Parri.

Una foto con dedica la ritrae sul loggione del Palazzo scaligero che si affaccia su Piazza dei Signori, a Verona.

Formare le coscienze

Adami scrive: «Gli ideali che hanno animato Lucia durante la guerra tornano a rinfocolarsi nell’amore per lo studio e l’insegnamento, mestiere che svolgerà fino all’ultimo giorno della sua vita. Tra i banchi di scuola, la sua missione non è impartire nozioni, ma formare coscienze rispettando la personalità dei ragazzi e aiutandoli a capire quale sia la loro strada».

Un altro riconoscimento va a Lucia Nutrimento, autrice di due volumi, La definizione del bene (1936) e Sull’esito della filosofia (1941), nonché alcuni saggi e la curatela di volumi per le scuole, per la casa editrice Canova, con traduzioni e apparato critico di opere di Montesquieu, Fénelon, Constant, Sant’Agostino, San Bonaventura e del Vangelo di San Giovanni.

L’amore per la filosofia

Della sua grandezza e profondità di filosofa, da riscoprire e studiare, ha parlato Riccardo Mauroner, dialogando con Maria Vittoria Adami nel corso della presentazione del libro.

«Dimessa nell’aspetto, era incredibilmente capace di trasmettere la passione per i testi, le fonti, in modo luminoso, ai suoi allievi. Li portava fuori dalla scuola, in biblioteca, un’azione rivoluzionaria per l’epoca, in un momento storico, non dimentichiamo, in cui la delazione era all’ordine del giorno. Le sue riflessioni restano di una qualità e attualità straordinarie e la avvicinano ai grandi pensatori del Novecento».

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