Dare definizione della bellezza e fornirne istruzioni d’uso è un compito non facile. Possiamo, forse, avventurarci nel descrivere i canoni della bellezza estetica secondo la visione contemporanea e compararla a quella di epoche passate, ma anche questo esercizio non ci porterà ad individuare una definizione di bellezza universale, oggettiva e riconosciuta da chiunque al mondo. E tantomeno arrivare a descriverne le istruzioni d’uso.

Perché se è bello quel che piace, in che direzione dobbiamo indirizzare i nostri pensieri per delinearne le istruzioni d’uso?

Questa è la riflessione che sorge al primo incontro con il nuovo libro di Luca Sommi La bellezza. Istruzioni per l’uso (Baldini+Castoldi  Editore) che si presenta da subito come un koan della tradizione Zen giapponese, paradossale ed enigmatico, capace di sfidare il pensiero del lettore ad andare oltre le consuete riflessioni.

Allenarsi a cogliere la bellezza

Luca Sommi è giornalista e critico, si occupa di letteratura, arte e politica. Insegna Linguaggi del giornalismo all’Università degli Studi di Parma e tiene un corso sul racconto d’arte e letterario alla Scuola Holden di Torino. Ha scritto saggi e ha curato diverse mostre, tra queste la grande esposizione dedicata a Correggio nel 2008. Ha ideato e dirige la rivista culturale online ifioridelmale.it.

Luca Sommi, La bellezza. Istruzioni per l’uso, Baldini+Castoldi, da maggio in libreria.

Come autore televisivo ha curato programmi per LA7 e Rai, tra questi Servizio Pubblico di Michele Santoro. Oggi è autore di diversi programmi per la piattaforma Loft e per Nove, canale nel quale conduce, assieme ad Andrea Scanzi, e con la partecipazione di Marco Travaglio, il talk-show Accordi & Disaccordi.

Scrive di cultura e politica su “Il Fatto Quotidiano”.

Il titolo del suo ultimo libro genera spontanee domande sul significato di bellezza, mentre l’immagine di copertina – un dettaglio del dipinto Vanitas di Guido Cagnacci – propone in evidenza due elementi naturali: un soffione che dura il tempo di un colpo di vento e una rosa prossima a sfiorire, come a ricordarci che occorre allenarsi a riconoscere la bellezza nei dettagli, a saperla cogliere nel momento in cui si presenta ai nostri occhi.

La libertà di costruire una ricerca personale

La bellezza. Istruzioni per l’uso è un’indagine giornalistica sulla bellezza, un elenco ragionato di letteratura, poesia, arte che ci porta ad incontrare l’etica della bellezza attraverso le parole e le suggestioni di autori della cultura classica occidentale di ogni tempo – dagli antichi greci ai contemporanei, da Dante a Voltaire, da Picasso a Joyce, da Gramsci a Tolstoj – abilmente messi in collegamento da Sommi nell’atemporalità propria delle opere, che hanno un valore universale.

Nel libro non troviamo consigli d’uso, spiegazioni, introduzioni o conclusioni. L’autore lascia libero il lettore, nell’attraversare la lettura dei singoli capitoli, di costruirsi un personale percorso nella bellezza e nella sua ricerca, invitandolo a diventarne consapevole e a sviluppare una personale autonomia critica.

Un continuum tra autore e lettore

È un libro che si può iniziare a leggere da qualsiasi capitolo, perché ciascuno è portatore di suggestioni di bellezza, capace di condurre il lettore in un mondo immateriale ma sostanziale, fatto di esistenza e del suo significato.

Come per esempio la correlazione tra Pierpaolo Pasolini, Seneca, le parole sviluppo e progresso, i LED e la lampada; l’antieroe di Joyce; la potenza del discorso politico di Pericle; la guerra e la pace da Tucidide a noi; l’indifferenza, peso morto della storia di Antonio Gramsci e il Cantico delle creature di Francesco d’Assisi.

O come le poesie, gemme che compaiono tra le pagine, oppure il capitolo sulla felicità che da solo vale un’attenta e meditata lettura.

Una volta letto, resta concreta la sensazione che il libro scaturisca in scrittura dai puntini di sospensione del pensiero dell’autore e che termini con altrettanti puntini di sospensione in un continuum senza fine, aperto a nuove ricerche di bellezza dell’autore e del lettore.

La bellezza come un puzzle senza tempo

Tra i puntini di sospensione, il pensiero diventa scrittura e si materializza il libro con le sue pagine scritte, 50 capitoli che come 50 tessere di un puzzle costruiscono la consistenza eterica della bellezza, suggeriscono ambienti dove è possibile incontrarla.

Un puzzle che non ha un disegno predefinito, ma intrecci di letteratura, poesia, arte in collegamenti atemporali in cui lo spazio e il tempo non contano e l’unica presenza è il lettore nel qui e ora della lettura.

In un momento storico come il presente, fatto di incertezze politiche, economiche, sociali e civili, questo libro rappresenta una speranza di bellezza da tramandare, una bellezza da preservare.

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