Con la morte di Papa Francesco il mondo del lavoro ha perso un amico e un compagno di strada che, con pacatezza ma altrettanta fermezza, denunciava gli abusi di un’economia “che uccide”.

Fedele al Vangelo e ispirato a Francesco d’Assisi, nell’enciclica Laudato si’, Bergoglio ha unito le problematiche ambientali, del lavoro e dell’economia in un tutt’uno proponendo un nuovo “umanesimo del lavoro” ed un’economia sociale per costruire una casa comune più giusta e sostenibile.

Soluzioni integrate per ambiente, lavoro ed economia

Ambiente, economia e lavoro sono profondamente intrecciati, tanto che la crisi ambientale, così come le crisi economiche e sociali, non possono essere affrontate separatamente, ma richiedono soluzioni integrate, non settoriali. Parlare di ambiente, per Papa Francesco, significa considerare la relazione esistente fra la natura e la società umana che la abita. Pertanto, indagare sulle cause dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua o della perdita delle biodiversità, implica affrontare questioni come il funzionamento della società e i suoi meccanismi economici. In sostanza, «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale»

Papa Francesco nella enciclica parla spesso di “cultura dello scarto” che permea l’intera sistema economico, associandola sia al degrado ambientale che a quello sociale. L’economia produce beni indispensabili, ma genera anche tanti “scarti”, sfridi e rifiuti. Irresponsabilmente, questi scarti, talvolta inquinanti e tossici, vengono dispersi nell’ambiente senza considerare le conseguenze a lungo termine.

La cultura dello scarto

Analogamente, lo stesso sistema economico tratta il lavoro come una merce, considerando le risorse umane come qualcosa da usare e sfruttare al bisogno e da scartare quando non serve più, generando esclusioni dal lavoro ed emarginazione sociale. A soffrire sono le persone più deboli e fragili, trattate come “materiale umano di scarto”, superflue e inutili, da un sistema che privilegia i forti e i produttivi.

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Immagine unsplash – kai-pilger-sl9PyLhei3A-

In realtà, il lavoro è un bisogno inalienabile per tutte le persone e non dovrebbe mai mancare. Se il progresso scientifico e tecnologico ha ridotto, e in molti casi annullato, la fatica fisica, migliorando la qualità della vita, tuttavia, Papa Francesco nella enciclica avverte: «Non si deve cercare di sostituire sempre più il lavoro umano con il progresso tecnologico».

Il lavoro prima di tutto

È nel lavoro che le persone possono esprimere le molteplici dimensioni della vita: la creatività, la proiezione nel futuro, la realizzazione personale, lo sviluppo delle capacità, l’esercizio dei valori, la comunicazione con gli altri. Per Papa Francesco, il lavoro è così importante che arriva ad affermare che: «aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe sempre essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoro».

Una economia che guarda solo al profitto a breve termine

Crisi ambientale e crisi sociale sono entrambe il risultato di una economia votata al profitto, soprattutto a breve termine, che idolatra il denaro e che ignora i limiti ecologici del nostro pianeta. Per tentare almeno di uscire da queste crisi, Papa Francesco propone «un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura». Non si può proteggere l’ambiente senza riformare l’economia, né promuovere il lavoro senza un’economia che rispetti la persona e la natura.

Il paradigma tecno-economico

La ragione profonda di questa crisi ambientale e sociale secondo papa Francesco va ricercata nel paradigma tecno-economico, ovvero nella fiducia cieca nella tecnologia e nel mercato ritenuti capaci di risolvere qualsiasi problema. Questo paradigma che ha permeato e ormai sottomesso l’economia, la finanza e la politica, si basa sulla errata presunzione di una disponibilità infinita di risorse, ignorandone le conseguenze sociali e ambientali.

Al commiato di Papa Francesco sabato 26 aprile, erano presenti tutti i più alti rappresentanti della politica mondiale, ma difficilmente da loro verrà un rinnovamento delle politiche sociali ed ambientali. La spinta per una società più umana e rispettosa della natura potrà arrivare dal mondo del lavoro, dai sindacati, dai cittadini, dalle università e, forse, da qualche imprenditore più illuminato. La Laudato si’ rimane un contributo prezioso che Francesco ha lasciato al mondo.

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