Una serie fenomeno che racconta la vita di Gesù e degli apostoli torna in sala come evento speciale: un successo internazionale nato dal basso e cresciuto con coraggio fuori da Hollywood

The Chosen – Il Prescelto” torna al cinema proprio in occasione del periodo pasquale. Fino al 16 aprile sarà possibile assistere alla proiezione di due episodi inediti presso l’UCI Cinemas di San Giovanni Lupatoto (alle 19.50) e al Multisala Rivoli in piazza Bra, a Verona, con proiezioni speciali lunedì 14, martedì 15 e mercoledì 16 aprile alle ore 17.00, 19.15 e – solo lunedì – alle 21.30. Un appuntamento voluto fortemente dal regista e creatore Dallas Jenkins, che ha immaginato questo rilancio proprio nel tempo della Settimana Santa.

Dall’idea al fenomeno globale

Jenkins, regista di fede cristiana evangelica, ha iniziato con un corto sulla nascita di Gesù visto dagli occhi dei pastori. Da lì è nato il progetto “The Chosen”, con l’intento di raccontare “cosa c’è tra le righe dei Vangeli”: il contesto storico, culturale e umano della vita di Gesù e degli apostoli. «Volevo andare a fondo nella loro mente e nei loro cuori. Raccontare il contesto, dare corpo e anima a quelle storie usando l’immaginazione artistica», ha dichiarato Jenkins. Dopo il rifiuto di diversi produttori, a causa di un precedente flop cinematografico, il regista ha caricato il corto sui social chiedendo al pubblico di investire tramite crowdfunding. La risposta è stata sorprendente: 10 milioni di dollari raccolti per la prima stagione, vista da oltre 250 milioni di spettatori nel mondo.

The Chosen” nasce quindi al di fuori del sistema hollywoodiano e viene distribuita grazie ad Angel Studios e alla Come and See Foundation (che si occupa anche delle traduzioni), con Trafalgar Entertainment per la distribuzione internazionale e Nexo Studios per l’Italia. La serie è disponibile in italiano con la prima e seconda stagione, mentre la terza e la quarta – attualmente visibili in inglese – sono accessibili gratuitamente sull’app ufficiale, su Prime Video e in chiaro su TV2000.

Un racconto fedele ma umano

La sceneggiatura nasce da un team composito: un evangelico, un cattolico e un ebreo lavorano insieme per garantire aderenza alle Sacre Scritture. I racconti sono fedeli ai Vangeli, ma si aprono a digressioni psicologiche e storiche: si esplora il passato, le emozioni e i conflitti interiori dei discepoli (come l’Asperger di Matteo), dei sacerdoti, dei romani, e delle figure femminili come Maria di Nazareth e Maria Maddalena.

Gli episodi della quinta stagione si aprono con un’immagine quasi pittorica, degna del Tintoretto: una tavola imbandita, Gesù al centro, la luce tremula delle candele e i discepoli attorno in ascolto. Gesù appare tormentato, consapevole, pronto a rivelare ai suoi amici l’imminenza della sua Passione. Un disclaimer iniziale avverte lo spettatore: la scena dell’ingresso a Gerusalemme è sì una festa, ma già intrisa di presagi – sangue che cola dalle pietre del muro, visioni che anticipano il sacrificio.

In questi due episodi Gesù è umanissimo e allo stesso tempo sovrannaturale. Meditabondo, consapevole, sovversivo – come nella potente scena della cacciata dei mercanti dal Tempio. L’uomo-Dio affronta il peso del destino con timore e obbedienza. Gli apostoli, intanto, sono confusi, in ansia, incapaci di decifrare appieno ciò che sta per accadere. Maria Maddalena intuisce con il cuore, Pietro agisce d’impulso, i sacerdoti del Tempio – in particolare Caifa – iniziano a tessere la rete per stringere Gesù in una trappola. Il dialogo con Erode è intenso, carico di tensione drammatica.

Un’immersione che coinvolge lo spettatore

La forza della serie sta anche nella sua capacità di coinvolgere lo spettatore a livello emotivo e personale. “Tu, cosa avresti fatto? Avresti creduto?” sembra chiedere la narrazione, rompendo la quarta parete. Le scenografie, dai palazzi di Pilato a quelli di Erode, rispondono a un immaginario realistico e popolare, quasi illustrativo. Un pregio e un limite insieme, secondo alcuni critici.

Non mancano critiche: alcuni momenti non sembrano del tutto coerenti con i testi evangelici, certe caratterizzazioni risultano sfocate e ci sono imprecisioni storiche. Tuttavia, i punti di forza restano numerosi. Jonathan Roumie, attore cattolico di origini egiziane, interpreta Gesù con grande carisma: “una dignità divina unita a un calore empatico, un uomo-Dio con sorriso disarmante e naturale autorità”, scrive Chris DeVille.

Una tradizione cinematografica che continua

“The Chosen” si inserisce in una lunga tradizione di rappresentazioni cinematografiche della vita di Gesù:
Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini (1964)
Jesus Christ Superstar, opera rock di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber (1971)
Il Messia di Roberto Rossellini (1975)
Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli (1977)
L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese (1988)
La passione di Cristo di Mel Gibson (2004)

Da quest’ultimo regista è attesa la prossima pellicola, La Resurrezione, le cui riprese inizieranno nell’agosto 2025 in alcune location del Sud Italia, con lo stesso attore Jim Caviezel.

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