A trentuno anni dall’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il ricordo di una delle vicende più oscure e controverse della storia del giornalismo italiano torna a scuotere le coscienze, questa volta attraverso il linguaggio incisivo e coinvolgente del teatro civile. Venerdì 11 aprile, alle ore 21.00, il Circolo Noi di Erbè (in provincia di Verona) diventerà il palcoscenico dello spettacolo del Teatro BresciLO SCHIFO – omicidio non casuale di Ilaria Alpi nella nostra ventunesima regione”.

L’evento si inserisce nell’ambito della rassegna Extra Festival, che fa parte del più ampio Festival del Giornalismo di Verona, un appuntamento dedicato alla riflessione sul ruolo del giornalismo e della memoria nella società contemporanea. Scritto dal giornalista e scrittore Stefano Massini, Lo Schifo si trasforma in un toccante racconto lirico e profondamente emotivo, dedicato agli ultimi giorni di vita della giornalista del TG3, tragicamente uccisa a Mogadiscio il 20 marzo 1994 insieme al suo operatore.

La storia si snoda attraverso un’intensa narrazione che esplora le circostanze mai chiarite di questa drammatica vicenda. A dare voce e anima a Ilaria è Anna Tringali, che si cimenta in un monologo appassionato e coinvolgente. La sua interpretazione intreccia parole potenti, immagini evocative e suoni suggestivi, creando un doppio dialogo intimo e profondo: con se stessa, con la memoria e con l’ombra della morte.

Un puzzle da ricostruire

Anna Tringali

Il titolo dello spettacolo non è affatto casuale. “Lo schifo” rappresenta ciò che Ilaria scopre nel corso della sua indagine in Somalia: un intreccio di traffici illeciti di armi, smaltimento illegale di rifiuti tossici, una corruzione dilagante, progetti di opere pubbliche inutili, e un cinismo ipocrita che porta il marchio tricolore. Si tratta di una realtà crudele e nascosta, che lei cerca disperatamente di portare alla luce e che, secondo molte ricostruzioni, potrebbe essere stata la causa della sua tragica morte.

La pièce prende forma come un intricato puzzle da ricostruire, offrendo uno sguardo frammentato e carico di visioni su una vicenda che, ancora oggi, rimane avvolta da un fitto velo di mistero: inchieste bruscamente interrotte, indagini deviate, verità volutamente celate. Nessun colpevole identificato, nessuna certezza raggiunta. Nel frattempo, la Somalia – definita da Massini come “la ventunesima regione d’Italia” – rimane un luogo emblematico della nostra memoria collettiva, un capitolo scomodo che molti preferirebbero relegare all’oblio.

“Lo Schifo” è uno spettacolo che non si propone di offrire risposte definitive, ma si configura come un’esperienza capace di aprire ferite e spingere alla riflessione. È una denuncia teatrale che abbandona ogni forma di retorica, concentrandosi invece sull’urgenza di restituire dignità e umanità a una figura – quella di Ilaria Alpi – che troppo spesso è stata sacrificata sull’altare dell’ambiguità, della dimenticanza e del silenzio. Un lavoro scenico che si presenta come un atto civile, una dichiarazione di resistenza e un’esortazione forte a non smettere mai di porre domande, di cercare la verità e di sfidare le narrazioni ufficiali.

In un periodo storico in cui la libertà d’informazione è minacciata in diverse regioni del mondo, e il ricordo di giornalisti coraggiosi come Ilaria rischia di sbiadire sotto il peso dell’indifferenza e dell’oblio, il teatro civile assume un ruolo fondamentale. Un potente mezzo di espressione che si trasforma in strumento indispensabile per risvegliare la consapevolezza collettiva, stimolare riflessioni profonde e mantenere viva l’attenzione su temi di cruciale importanza per la società. Per chi crede ancora che la verità, per quanto scomoda, debba essere cercata.

«Quella di stasera costituisce un’occasione di altissimo valore per il nostro Comune, segnando il nostro debutto in un evento di grande prestigio quale l’Extra Festival del Giornalismo di Verona», afferma con entusiasmo Roberto Silvestroni, Assessore alla Cultura e Vicesindaco del Comune di Erbé. «Per una comunità di dimensioni così contenute come la nostra, è un’opportunità straordinaria poter accogliere manifestazioni di questa rilevanza, che permettono ai cittadini di approfondire tematiche di importanza cruciale e di riflettere su questioni di grande spessore.»

(C) RIPRODUZIONE RISERVATA